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Alife. “Essere cristiani senza confini”, la proposta di catechesi a distanza della parrocchia Santa Maria Assunta

Proseguono gli incontri di Catechesi a distanza per i giovani del secondo anno di Catecumenato della parrocchia della Cattedrale, in contatto con i loro catechisti attraverso la piattaforma Skype

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L’essere cristiano comporta un impegno assiduo e una presenza al fianco del prossimo che sia costante. In questo tempo complicato la parrocchia Santa Maria Assunta – Cattedrale di Alife non ha rinunciato a garantire la sua presenza nella vita dei tanti fedeli, in particolare i giovani che, d’improvviso, si son visti catapultati in una dimensione virtuale, a causa del distanziamento sociale. La formazione per i ragazzi del secondo anno del Catecumenato è proseguita nonostante il Coronavirus, anche se non in presenza, attraverso incontri settimanali via Skype, come ci racconta Gianluca De Vizio, uno dei catechisti impegnati in questa nuova esperienza.

Gianluca De Vizio – È sicuramente un tempo difficile per il nostro Paese, un tempo in cui siamo chiamati alla collaborazione, all’unione e alla prudenza. Diciamola tutta: il Coronavirus, questa nuova epidemia che si è diffusa molto velocemente, dallo scorso marzo ha sconvolto un po’ i piani e le agende di tutti.
Abbiamo sentito spesso parlare di lockdown, ossia una chiusura stringente. Eppure, per i giovani del secondo anno di Catecumenato della parrocchia “Santa Maria Assunta” in Alife, una luce in fondo al tunnel è rimasta sempre accesa in questo lungo periodo.

E sì, perché in realtà gli incontri e le attività non si sono mai fermati. Dai primi giorni di emergenza ci siamo subito adoperati per trovare una soluzione che ci permettesse, con l’ausilio delle nuove tecnologie, di continuare il nostro cammino. Ed ecco che puntualmente, ogni settimana, i giovani partecipano agli incontri di catechesi sulla piattaforma Skype. Una proposta, quella della catechesi a distanza, che è stata subito accolta non solo dai giovani ma anche dalle famiglie, che si sono fatte coinvolgere in questa iniziativa creata e sviluppata ad hoc per situazione di emergenza.

È stato importante trovare una soluzione che permettesse la continuità e il contatto, anche se in via digitale, dal momento che i giovani hanno bisogno di essere accompagnati sempre, anche e soprattutto nei momenti in cui tutto sembra andare per il verso sbagliato. La missione di catechista, che mi è stata affidata due anni fa, mi chiede e mi spinge ad essere presente nella vita dei giovani e nel loro percorso di fede. Il catechista, come i presbiteri, non può permettersi di “mettere in pausa” i ragazzi o gli adulti che segue settimanalmente.

Non sono mancati, in queste settimane, incontri di catechesi, momenti di preghiera, in modo particolare nella Settimana Santa, vissuta intensamente, sempre in modalità virtuale.
Riempie il cuore di gioie poter vedere i giovani attraverso uno schermo, e con loro, spezzare la Parola, così come facciamo con il pane al banchetto eucaristico.
In conclusione, mi sento di affermare che questa esperienza ci ha sicuramente insegnato tanto, a cominciare dall’utilizzo positivo dei nuovi mezzi di comunicazione e il valore della vita, e sono sicuro che ci abbia fatto capire che siamo chiamati ad essere cristiani senza confini.

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