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Un secolo di vita del Banco di Napoli a Piedimonte Matese

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Matese tra moderno e contemporaneo

di Armando Pepe

Nel tratteggiare il profilo storico di un istituto creditizio non si può senza dubbio prescindere dalla contestualizzazione socioeconomica, tenendo ben presenti le realtà produttive di un territorio. Ciò è valido sempre, ieri come oggi, in quanto le banche tastano il polso della situazione locale, studiando il flusso dei commerci, della presenza industriale e artigianale, della complessiva capacità reddituale di una comunità. Fare ricerca negli archivi di una banca non significa fare solo mera storia della computisteria, disciplina del tutto estranea agli interessi dei più, ma scoprire anche documenti molto interessanti e fonti utilissime, come le analisi sociologiche ed economiche, base di programmazioni a medio e lungo termine. A mio modo di vedere non si fa seriamente storia locale se non si ha un quadro olistico del contesto.

A ridosso della prima guerra mondiale la direzione generale del Banco di Napoli ritenne che fosse giunto il momento di installare una propria filiale a Piedimonte. Erano opportune, pertanto, delle indagini, affidate a funzionari esperti e sagaci, come il signor E. Moscati, direttore dell’agenzia casertana del Banco di Napoli, divenuto in seguito responsabile della succursale piedimontese.  Da una lettura integrale delle sue quattro relazioni alla direzione generale si ricava un quadro ambientale che, sia pure sintetico, si presenta come una precisa fotografia di Piedimonte e del suo circondario nel secondo e terzo decennio del XX secolo.

Il circondario di Piedimonte e la sua costituzione amministrativa e politica
31 agosto 1918
Alla Direzione Generale del Banco di Napoli
Il circondario di Piedimonte, posto nella parte orientale di Terra di Lavoro, è formato da tre mandamenti: Caiazzo, Capriati, Piedimonte, i cui rappresentanti al Consiglio provinciale sono tre ragguardevoli persone: il commendatore Pasquale Maturi, il commendatore Giovanni Andreucci, il cavaliere ufficiale Vincenzo Caso. Deputato politico del collegio che abbraccia i tre suddetti mandamenti è il dott. prof. Teodoro Morisani. Il territorio del circondario misura la superficie complessiva di ettari 70917, è abitato da 12170 famiglie e da 49968 individui. L’agricoltura è sviluppatissima e vi funziona abbastanza bene il lavoro, l’intelligenza, il capitale. C’è la ferrovia Napoli- Piedimonte che per errore gravissimo non conduce a Caserta, ma passa per Santa Maria e svolta per Aversa. È una ferrovia non ancora bene organizzata perché non di pieno assegnamento sulla forza motrice, ma sarà comodissima appena cesseranno tutte le difficoltà presenti, tanto più che vi è un progetto di prolungamento e di allacciamento. Giorni sono, però, la popolazione di Piedimonte, impressionata dalle frequenti visite alle sorgenti e temendo altre deviazioni di acque, si ammutinò e fece battere i tacchi alle varie autorità accedute, tra cui il Bonghi, il direttore della Società elettrica della Campania, l’ingegnere capo del Genio Civile ed altri recatisi sul posto per procedere a consegne di utenze e ad accertamenti. Tutti i comuni del circondario di Piedimonte danno larghissimo contributo di contadini emigrati, i quali trasmettono continuamente danaro in patria, arricchendo la regione: emigrazione temporanea, perché quasi tutti, raggiunta una parziale ricchezza, ritornano ai loro amati monti, alle apriche colline, ai campi verdeggianti, ai fiumi amati. Questa sentimentalità forma il benessere e la ricchezza della regione.

Caiazzo, con circa 6000 abitanti, capoluogo di mandamento. Già sito di villeggiatura di Alfonso I° d’Aragona, ricordato pel suo pozzo a sei vaste sale sotterranee e per l’accampamento che vi ebbero i Romani prima di muovere incontro al disastro delle Forche Caudine. Vi prospera l’industria agraria e l’allevamento di bestiame, con piccola bachicoltura. È sede di pretura. Vi è la Banca Commerciale di Caiazzo, fondata nel 1903. Vi è la Banca Mutua Popolare, fondata nell’anno 1878. Vi è la curia vescovile e il seminario. Alvignano, con 3000 abitanti. Il comune è eminentemente agricolo e fatta eccezione delle grosse proprietà Pagliuca, Apostolico e duca Quarto di Belgioiso, il territorio è frazionato e i casali sono numerosi. Vi è il piccolo Consorzio agrario cooperativo, di cui è presidente il dottor Pavolini, e la Banca privata Tommaselli, che è in rapporto con la Banca italiana di Sconto.

Dragoni, con 2000 abitanti. Emergono le famiglie Palmieri, de Magistris e de Pertis. Ruviano, con 2000 abitanti. La maggiore proprietà è della famiglia de Angelis. Capriati a Volturno, con 1200 abitanti. Capoluogo dell’omonimo mandamento, sede di pretura. Ricca famiglia di colà è quella degli Andreucci, di cui il commendator Giovanni, primo presidente della corte d’Appello di Roma, è il rappresentante del mandamento al Consiglio provinciale di Caserta. Ailano, con 1400 abitanti. Vi primeggia la famiglia Marsella. Alife, con 4000 abitanti. Comune importante, antica città del Sannio. Vi funzionano la Società di credito agrario, la Banca agricola alifana, la Cassa rurale cattolica San Sisto I°, il Consorzio agrario, la succursale della Banca del Matese. Sant’Angelo di Alife, con 2237 abitanti. Notevole per le sue fiere di maggio e settembre. La Banca del Matese vi ha una succursale. Il circondario di Piedimonte, ignorato, sfruttato solo dai tedeschi, merita sia avviato a migliore civiltà, tanto più che il dopo guerra è questione di materie prime, di mano d’opera, di prodotti agricoli, di campi di produzione, di mercati.
E. Moscati, Direttore dell’agenzia di Caserta

Promemoria sulle condizioni economiche di Piedimonte
13 Luglio 1919
Al Direttore Generale del Banco di Napoli
Piedimonte, con 6000 abitanti, giace a piè della catena del Matese in guisa di una serpe con la coda e la testa in alto. Il centro, che è la parte piana, è formato dalla via del Carmine e dalla piazza Municipio, la prima di transito obbligatorio, sia che si giunga dalla ferrovia che dalle postali di Telese e Caianello o dalla futura provinciale di Campobasso, la seconda, punto di attrazione del movimento commerciale e mondano. Escluse perciò le due strade estreme, via Vallata, da un capo, e via d’Agnese dall’altro, il Banco dovrebbe, a mio parere, risiedere tra il Carmine ed il Municipio. Gran parte della vita finanziaria di Piedimonte è assorbita dalla cotoniera già Berner, proprietaria di corsi e cadute di acqua importanti, padrona di un numero rilevante di operai e posseditrice di elevato grado nella produzione industriale della regione.

A Piedimonte sono di prossima attuazione importanti opere: la provinciale Caserta-Campobasso; la stazione dell’energia elettrica per la trasformazione delle acque del lago del Matese; la funicolare; l’incanalamento delle sorgenti del Torano che, sprigionandosi dalle viscere del monte, defluiscono con tale abbondanza e veemenza da dare all’osservatore un senso di viva soddisfazione per le nostre ricchezze naturali. Eppure queste ricchezze, infingardamente possedute, furono in gran parte abilmente sfruttate per concessioni deliberate ad occhi chiusi a pro del furbo straniero che, valendosi dei nostri tesori e delle nostre braccia miseramente pagate, abbrutì, per eccessiva produzione la razza operaia e creò a Piedimonte una colossale industria che avrebbe dovuto essere italiana e fu tedesca.
E. Moscati, direttore dell’agenzia di Caserta.

Inaugurazione agenzia del Banco di Napoli in Piedimonte
14 novembre 1920
Al Direttore Generale del Banco di Napoli
Le sale dell’agenzia, ornate con gusto di fiori e piante, erano alle undici piene di invitati. Fra tutti nomino il sottoprefetto Domenico Soprano [commissario prefettizio di Piedimonte], il generale Giovanni Petella, il conte Mario Gaetani di Laurenzana, i signori Vincenzo Caso, Angelo Scorciarini Coppola e Alfonso Merolla. Infine l’arciprete, delegato dal vescovo monsignor Felice del Sordo, ne fece le scuse per non essere egli intervenuto a causa di una indisposizione che l’obbligava- per la tarda sua età- a non uscire di casa; proseguì, con felice improvvisazione, e terminò impartendo la benedizione ai locali.
E. Moscati, direttore agenzia Piedimonte

Relazione al Collegio commissariale del Banco di Napoli
22 marzo 1927
L’agenzia del Banco di Napoli non ha sul posto molti concorrenti. Vi esistono la Banca popolare cooperativa del Matese, che ha depositi per 2 milioni. La Cassa di Risparmio di Piedimonte d’Alife, che ha depositi per 2 milioni e 500000 lire. Il Credito meridionale, che ha pochi depositi.
E. Moscati, direttore agenzia Piedimonte

Fonti archivistiche e riferimenti bibliografici
Archivio Storico del Banco di Napoli (ASBN), cartella 25bis, fascicolo 1 «Impianto di un’agenzia del Banco di Napoli a Piedimonte d’Alife».

Archivio Storico del Banco di Napoli (ASBN), cartella 25bis, fascicolo 2 «Inaugurazione di un’agenzia del Banco a Piedimonte d’Alife».

Vera Zamagni, Dalla periferia al centro. La seconda rinascita economica dell’Italia (1861-1990), Bologna, Il mulino 2008.

 

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