Troppi gli eccessi che si registrano da qualche settimana, da quando l’Italia, uscita dalla morsa del lockdown a causa del Covid19 si è nuovamente concessa il piacere del ritrovo al bar e all’aperto.
Si è assistito da subito, in tutto il Paese, alla ripresa di costumi eccessivi da parte dei più giovani durante le prime ore della notte a danno dei concittadini e dell’ambiente.
Rumori e rifiuti: si sintetizza così la movida delle ultime settimane; e poi colluttazioni, danni agli spazi pubblici e le indecorose scenografie del mattino con fontane e marciapiedi e aiuole ricoporti di bottiglie e bicchieri e detriti di vetro…
È il volto di un’Italia che porta riflesso anche le serate di Piedimonte Matese denunciate dai cittadini perchè insostenibili, inammissibli, un segno che macchia la comunità ma che al contempo la interroga (se la interroga).
Il sindaco Luigi Di Lorenzo, questa mattina, oltre a firmare l’ordinanza per la riapertura del mercato settimanale, ha messo mano anche al documento che anticipa la chiusura dei locali alle 24.00 e non più alle 2.00 fino ai prossimi 30 giorni (scarica l’ordinanza).
Da settimane, si ripetono le lamentele e la segnalazione di rischi che i cittadini corrono a fronte del traffico serale nelle piazze cittadine (Piazza Roma e in particolare la Cassa Armonica) e della eccessiva vivacità a fronte di un eccessivo uso di alcol che i giovani rivelano attraverso atteggiamenti indisciplinati e fuori controllo.
Non solo un atto di ripristitino dell’ordine pubblico e di tutela della salute (siamo pur sempre in una fase delicata dell’epidemia da Covid19), ma un’azione che tenta di arginare il dilagare di un malcostume, quello intrapreso dal Sindaco di concerto con i Carabinieri della Caserma di Piedimonte Matese.
A destare ulteriore preoccupazione sono le sistematiche scene di coloro che per eludere controlli e richiami da parte delle Forze dell’Ordine si rifugiano, con scorte di acolici, negli angoli cittadini più nascosti e meno raggiungibili, lasciando ugualmente tracce di un passaggio vandalico…
Una riflessione semplicisticamente e banale tenta di ricondurre al post Covid un bisogno di evasione mal gestito. Non è così e lo sanno in tanti… Piazza Roma non è nuova a tali manifestazioni, in cui si ritrovano anche giovani dei comuni limitrofi.
Resta l’interrogativo su uno spaccato di vita giovane preso in custodia da chi? Raccolto (come si fa con queii frammenti di vetro) e rimesso a posto da chi?
Una decisione d’emergenza, quella del sindaco, come d’emergenza è la riflessione che oggi interpella famiglie e ogni agenzia educativa chiamata a proporsi e a proporre ai più giovani dei modelli (faticosi da seguire ma autentici), delle strade (anche impervie), delle verità (scomode ma che formano).
Consegnare ai giovani la responsabilità di quel “voi siete il futuro” senza sostenerli in questo presente è come ipotizzare una finale mondiale senza allenamento, senza disciplina, senza conoscere i limiti delle proprie prestazioni. Dunque, chiamata ad una maggiore responsabilità per tutti…
E così, un’ordinanza sindacale inevitabilmente si apre ad altro, ad una amara riflessione che chiama in causa genitori, Scuola, Chiesa, Enti ed Associazioni, tutti con la potenziale ricchezza di poter regalare e aiutare (con la fatica che costa di intercettare quotidianamente linguaggi e ponti, e con il tentativo quotidiano che non manca) a scoprire l’alternativa rispetto ai surrogati di valori posati sul fondo di un bicchiere d’alcol.