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Dal Matese a L’Aquila per la Perdonanza Celestiniana

Il 28 e il 29 agosto ritorna tutti gli anni la celebrazione voluta dal Papà Celestino V. Presenti don Mario Rega e don Armando Visone in rappresentanza delle comunità di Sant’Angelo d’Alife e Raviscanina, terre della presenza del papa del “gran rifiuto”

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L’apertura della Porta Santa della basikica di Collemaggio

Nuovamente a L’Aquila per la Perdonanza Celestiniana: le comunità di Sant’Angelo d’Alife e Raviscanina sono state rappresentate dai rispettivi parroci don Mario Rega e don Armando Visone  che hanno preso parte alla Celebrazione davanti alla basilica di Collemaggio per rivivere l’esperienza dell’indulgenza plenaria istituita da papa Celestino V nel 1294 con l’emanazione della Bolla pontificia Inter sanctorum solemnia (detta anche Bolla del Perdono), con la quale concedeva l’assoluzione dai peccati chiunque, confessato e comunicato, fosse entrato nella basilica di Santa Maria di Collemaggio dai vespri del 28 agosto a quelli del 29.   

I due comuni del Matese, in età medievale facenti capo all’area del Castello di Rupecanina, vantano nel borgo antico i natali di Celestino, Pietro da Morrone; motivo che, negli ultimi anni, dopo una serie di ricerche storiche ha consentito di creare un solido e motivato legame con l’Abruzzo (Sant’Angelo d’Alife è ufficialmente gemellato con L’Aquila).

Quest’anno le misure anticovid hanno imposto manifestazioni e presenze ridotte tanto che non è stato possibile che altri dai nostri due Comuni potessero prendervi parte.

I sacerdoti don Mario e don Armando hanno concelebrato la Messa presieduta dall’arcivescovo di Bologna, Mons. Matteo Zuppi, invitato in città per il suo legame parentale con Mons. Carlo Confalonieri arcivescovo de L’Aquila dal 1941 al 1950.

In linea con la Celebrazione della Perdonanza, Mons. Zuppi è tornato sul tema del perdono e dell’amore di Dio che in una recente intervista al settimanale locale “Vola” aveva rilasciato: “Il problema della riconciliazione è una sfida per tutti e in ogni situazione, perché il male divide e crea delle contrapposizioni. Riguarda la qualità della nostra vita: cosa succede se non ci si riconcilia? Quante volte il male dura tantissimo tempo proprio perché non c’è riconciliazione? Il male ci condiziona, vuole imprigionarci tanto da diventare definitivo: ci fa odiare il colpevole oppure ci fa sentire perduti, senza altre possibilità. Senza un vero perdono si rimane sempre quello che si è stati. Tutti abbiamo un grande bisogno di perdono e questo richiede molto coraggio.

La grandezza della Perdonanza penso sia proprio questa consapevolezza: l’uomo non è mai il suo peccato.

Spesso l’uomo coincide con il suo peccato: di una persona ci ricordiamo quello che fatto, purtroppo in negativo, che è considerato sicuro, mentre in positivo è sempre da confermare! Per Dio, invece, questo non accade! Dio ha sempre fiducia che l’uomo possa cambiare!”

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