Home Territorio Alife, cave che dividono. E se la natura si riprendesse “il suo”?

Alife, cave che dividono. E se la natura si riprendesse “il suo”?

Tra proposte di riqualificazione e nuovi saggi, si divide la popolazione e il Consiglio comunale. L'ultima parola in mano alla Regione Campania

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Ad Alife c’è una cava che divide. Divide i cittadini, divide il Consiglio comunale. Siamo nella zona “Santa Croce”…
Da una parte il veto assoluto ai saggi estrattivi per salvaguardare un contesto geografico già visibilmente segnato da questo genere di attività, dall’altro la volontà della Proprietà di avviare una serie di esami nella roccia e procedere parimenti con attività di riqualificazione degli stessi impianti.

Siamo nella frazione di San Michele, lungo la fascia pedemontana che affaccia sulla città di Alife e sulla Valle del Medio Volturno dove sono presneti ben tre cave, di cui due della proprietà che oggi progetta le azioni sopra descritte.
All’inizio di agosto il Comune mette all’albo pretorio un avviso in cui compare la richiesta per “Permesso per ricerca mineraria in loc. S. Michele in Alife”: un atto attraverso cui il Sindaco Maria Luisa Di Tommaso invita i cittadini a prendere visione ed eventualmente a presentare osservazioni entro un termine stabilito.
Pochi giorni fa è il Consiglio comunale ad esprimersi con un secco “no” all’attività: la maggioranza Rinascita Alifana e uno dei gruppi di minoranza L’Elefante – C’è un’altra Alife hanno manifestato netta opposizione a fronte della richiesta avanzata dalla società TEF srl alla Direzione Generale Lavori Pubblici e Protezione Civile della Regione Campania, di rilascio del permesso di ricerca mineraria di magnesio, all’interno della cava “Santa Croce”. I consiglieri difendono la necessità di tutelare il contesto naturale – nel Parco del Matese – e gli insediamenti urbani dell’area.
Diversa la posizione dell’altro gruppo di minoranza Uniti per Alife che ha chiesto ed invitato tutti ad esprimere parere positivo prendendo atto della lungimiranza del progetto che prevede per le aree in questione diversi progetti di riqualificazione.

Sono tante, troppe le cave che in Campania feriscono e deturpano il paesaggio; graffi che restano per decenni lì dove l’attività estrattiva è terminata, finchè a fatica la vegetazione si riappropria dei suoi naturali spazi e riconquista il diritto di tornare a vivere… Questo, nei casi più fortunati, quando la mano della camorra organizzata non arriva a decidere di farne discariche dei peggiori rifiuti (come numerose indagini oggi attestano), o più semplicemente leggitimi spazi riservati allo stoccaggio di rifiuti per il tempo che resta da vivere…
È cronaca di una Campania lontana dalle terre alifane, per fortuna…
L’alternativa esiste e qualcuna trova il coraggio di praticarla, decidendo di investire e perchè no di monetizzare quei beni di proprietà, reintrodurre un circolo economico intorno ai siti rocciosi e recuperare la Natura che è andata perduta.

Due della tre cave di San Michele – di cui una oggetto di discussione in consiglio comunale – sono di proprietà della famiglia Testa. Per quella che nella collina, si nota al centro, è terminato l’iter procedurale che ad oggi ne consente il recupero: in essa sorgerà una Casa dell’olio e una Casa del vino, luoghi di produzione e conservazione di questi due pregiati “doni” che le colline di San Michele offrono… Ai due “laboratori” si aggiungerà una struttura ricettiva e intorno, sui terrazzamenti, troverà vita la vegetazione, oltre che nuove viti e olivi accanto a quelli preesistenti.
Perchè non investire similmente anche nell’altra cava? Come Quella di “Santa Croce”, oggetto della discussione in Consiglio comunale.
Il veto posto dal consesso politico alifano fa riferimento alla documentazione del progetto che al momento prevede attività estrattiva di saggi rocciosi al fine di individuare la natura esatta del giacimento (nei documenti si parla infatti di magnesio); tuttavia l’estrazione e l’analisi della profondità rocciosa – come vuola la legislazione in merito – è obbligatoriamente uno degli strumenti per lavorare ad una futura riqualificazione della cava.

Dalla parte di chi?
Dalla parte delle sviluppo sostenibile, della vivibilità dei luoghi, di una economia locale a misura d’uomo e nel rispetto della natura.

Senza dubbio il confronto in Consiglio comunale è stata l’occasione legittima e democratica per poter conoscere le posizioni delle parti. Spetterà tuttavia alla Direzione Generale dei  Lavori Pubblici e Protezione Civile della Regione Campania l’autorizzazione a procedere.

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