Ho incontrato studenti negli ultimi giorni con la voglia di tornare tra i banchi; e docenti con l’entusiasmo di tornare presto con i loro ragazzi per fare e donare cultura; e dirigenti con l’istinto di padri e madri pronti a guardare oltre a costo di ogni sacrificio; e collaboratori scolastici straordinariamente coinvolti in vecchie e nuove responsabilità: l’Italia che oggi riparte appartiene al mondo della Scuola, tanto discussa, tanto “in campana” e non ancora esaudita sulle richieste (molti istituti o plessi scolastici riapriranno tra alcune settimane in attesa di banchi e lavori strutturali; il primo caso ad esempio riguarda i nostri comuni di Caiazzo e Piana di Monte Verna).
Ho avuto la fortuna di vedere il mondo della Scuola già al lavoro, e di osservare tra quanti ne fanno parte, adulti e giovani che attraversato gli ultimi giorni di vacanza con la fretta di ritrovarsi presto in un luogo familiare e caro… Li ho apprezzati, e ne ho ricavato ricchezza: ho visto tutti con una bella luce negli occhi, quella di chi si prepara a riprendersi la vita, e non importa con quali e quanti sacrifici e quante preoccupazioni.
Da oggi torneranno a stringere tra le mani il tempo che sei mesi fa è stato congelato e oggi è restituito senza interessi: il valore aggiunto al lavoro di sempre toccherà nuovamente a loro coltivarlo, amando i germogli teneri e fragili di una società che la Scuola sta già curando e presto consegnerà ad altri.
Quest’anno, esami anticipati per tutti loro, per piccoli e grandi: siamo alla prova delle responsabilità. Non ci sarà una commissione d’esame ma saremo tutti osservatori e protagonisti e spesso giudici della maturità, della creatività, della buona volontà di ciascuno. Saremo “alla pari”, né un primo né un ultimo nel grande lavoro di ricostruzione di un Paese, che parte dalla cultura e non da altro.
Buona “mascherina” a tutti: l’unica da indossare sarà quella che garantirà a voi e agli amici di avventura salute e giornate più serene. Quanto al resto siate ben “visibili”; siate trasparenza e lealtà; siate protagonisti con la vostra identità: palesemente studenti e palesemente docenti, fieri e difensori ognuno del proprio ruolo nella consapevolezza che ci si educa a vicenda e che il futuro non è solo “dei giovani” (troppo spesso ci si smarca dalla responsabilità di accompagnarli fino in fondo), ma il futuro è nell’incontro tra generazioni che si accolgono a vicenda diventando la trama di un tessuto pregiato chiamato civiltà.
Siate gli uni per gli altri il pane che sazia i morsi della fame nella solitudine; che sostiene la fatica del cammino… Siate pane gli uni per gli altri perché il pane è necessariamente condivisione e perciò anche festa.
“Date voi stessi da mangiare…” (avrebbe detto Gesù ai discepoli che chiedevano come fare per sfamare e rasserenare la folla…): tutto ciò che siete, il dono di un sorriso, la conoscenza, uno sguardo rassicurante, una competenza, la serietà, l’autorevolezza del ruolo, la simpatia…disperdetelo senza misura e con fiducia.
E lasciate che il mondo si nutra di voi.