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CAI e Mibact per rilanciare il turismo lento nelle aree interne, anche il Matese protagonista

Ad Amatrice, durante Festival ASVIS dello Sviluppo Sostenibile presente anche il CAI del Matese. Confronti sulle nuove prospettive di turismo lento

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Antonio Del Giudice – L’estate appena trascorsa, caratterizzata dalla pandemia cha stiamo ancora fronteggiando, ha visto una riscoperta del turismo in montagna, con un incremento dei flussi di persone che da nord a sud dell’Italia hanno scelto le Alpi e gli Appennini come meta per le loro vacanze.

I grandi spazi aperti, il clima fresco, la salubrità dell’aria, hanno contribuito ad ispirare un maggiore senso di sicurezza, favorendo l’avvicinamento di un maggior numero di visitatori rispetto agli anni precedenti.
Numerosi sono stati coloro che hanno optato per un turismo di prossimità, cogliendo l’occasione per visitare luoghi vicino casa, che spesso nascondono bellezze dimenticate ma dal valore inestimabile.
La montagna, dunque, è stata la vera protagonista dell’estate 2020, andando addirittura oltre le più rosee previsioni.

In questo contesto è rinato l’interesse per il turismo lento, nel rispetto dell’ambiente, della cultura e soprattutto del benessere delle persone.
Un turismo sostenibile che favorisce la frequentazione dei piccoli borghi, immersi nella natura e attraversati da una moltitudine di sentieri, testimonianze antiche di quei luoghi incontaminati.
In virtù di questo crescente interesse per la frequentazione delle terre alte e di una rinnovata attenzione per le aree interne del Paese, nasce l’intesa siglata tra Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (MiBACT) e Club Alpino Italiano (CAI), che mira alla valorizzazione e alla promozione dell’offerta turistica rappresentata dalla montagna.

Tra gli impegni del nuovo protocollo c’è quello di valorizzare un patrimonio infinito, costituito dalle migliaia di chilometri di sentieri e cammini che l’Italia custodisce tra le sue montagne. Tra essi spicca il Sentiero Italia CAI, che con i suoi 7.200 chilometri e 260 tappe è “il cammino più lungo del mondo” e che nel suo percorso da Santa Teresa di Gallura fino a Trieste attraversa anche i monti del Matese, da Faicchio a Roccamandolfi, toccando alcuni dei paesi e dei luoghi più belli del nostro territorio.

Altro importante obiettivo dell’intesa è la realizzazione di un catasto nazionale dei sentieri, con l’intento di rendere fruibile a tutti l’intero patrimonio di cammini e sentieri italiani.

Ad Amatrice per un confronto “nazionale”
Il 3 ottobre scorso la Città di Amatrice, nell’ambito del Festival ASVIS dello Sviluppo Sostenibile, ha ospitato l’evento Il Sentiero Italia CAI per uno sviluppo sostenibile, durante il quale sono intervenuti il Presidente Generale del CAI Vincenzo Torti, il Vicepresidente Antonio Montani, Flaminia Santarelli, direttrice generale Turismo del MiBACT, Paolo Piacentini, responsabile “Cammini” MiBACT, oltre a numerosi altri relatori.

Vincenzo Torti

Durante l’evento – cui ha preso parte anche il CAI del Matese –  si è ribadita l’importanza dei territori montani e di come il loro sviluppo sia strettamente legato alla tutela e alla valorizzazione del nostro ricco patrimonio naturalistico, attraverso progetti sostenibili per la fruizione delle aree interne. In quest’ottica, il Sentiero Italia CAI si configura come la spina dorsale per il turismo sostenibile in montagna e diventa volano per la ricostruzione dell’economia del Paese.

Nel Matese. E proprio in termini di tutela, conservazione e promozione si muove l’impegno della sezione matesina del CAI, come raccontato l’estate scorsa (leggi qui), alla ripresa delle uscite in montagna durante la “fase due” dell’epidemia da Covid19 descrivendo il ripristino della sentieristica che continua ancora in queste settimane con l’auspicio di una fattiva collaborazione anche da parte degli enti territoriali, ai quali il locale Club rivolge l’invito ad unire le forze per il bene delle nostre montagne.

Il CAI accoglie con entusiasmo questa nuova intesa con il MiBACT, per lavorare insieme allo sviluppo del turismo lento e guardare al domani e al futuro con ottimismo, per dare una opportunità alle giovani generazioni che potranno continuare a vivere in montagna, contrastando la tendenza allo spopolamento delle terre alte.

Citando il vescovo di Rieti, Domenico Pompili, che è intervenuto all’evento di Amatrice: “la città ha bisogno della montagna, non solo perché dalla montagna attinge elementi fondamentali come l’acqua, ma anche perché la montagna può portare alla città quel riequilibrio che ci aiuta ad attraversare meglio la vicenda del Covid”.

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