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Covid19 / Provincia di Caserta. L’appello di Magliocca al governatore De Luca, “potenziamo la Sanità”

Rendere operativi i medici di base, potenziare la presenza di personale sanitario sono alcune delle proposte avanzate dal presidente Magliocca al governatore della Campania Vincenzo De Luca, per far fronte all'emergenza Covid

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Giovanna Corsale – Quella che l’Italia stanno vivendo è una fase estremamente delicata, in cui al fattore propriamente scientifico, rappresentato da un virus che non accenna a dedistere, si aggiungono reazioni provenienti da più settori. La curva epidemica continua a crescere, tanto che gli scienziati parlano di “scenario 4” per l’Italia, che indica una trasmissibilità del Covid che si fa fatica a controllare, causando “criticità nella tenuta del sistema sanitario”. (Fonte ansa.it). E sono proprio gli ospedali e le strutture sanitarie e assistenziali a svolgere il lavoro più duro, facendo ogni giorno i conti con il rischio di venire schiacciati dal Virus.

La preoccupazione di fronte a numeri in salita spinge il presidente della Provincia di Caserta, Giorgio Magliocca, ad avanzare una proposta al governatore della Campania, Vincenzo De Luca. “Rendiamo operativi i medici di base che sono una risorsa enorme in questa battaglia, la loro conoscenza degli assistiti e del territorio sono un argine contro la diffusione del virus, in particolare nella fase di tracciamento diretto”. La richiesta del presidente Magliocca nasce dalla consapevolezza dell’indispensabile ruolo che medici, infermieri e operatori sanitari rivestono nella ‘vicenda Covid’. Ruolo, ma prima di tutto persone da tutelare, ma come? Inserendoli “in un processo di diagnosi e prime cure organizzato e puntuale, devono diventare per i cittadini l’avamposto di contatto che oggi manca, inserendoli realmente nel sistema delle Usca (unità speciali di continuità assistenziale) per fornire la giusta e puntale assistenza domiciliare ai pazienti Covid che non necessitano di ricovero ospedaliero, sia per gli accertamenti diagnostici che per la cura”.

Evitare che il sistema sanitario italiano collassi è possibile. Ne è convinto il presidente della Provincia, il quale, aggiunge “oltre a ciò, è necessario potenziare la presenza di personale sanitario nella rete ospedaliera regionale e implementare con nuovi posti letto i reparti di terapia intensiva e sub intensiva: ci vogliono nuove e immediate assunzioni”. Nessuna “invenzione”, ma soprattutto nessuna polemica che finisce per rivelarsi sterile e inutile in una situazione effettivamente gravosa per tutti, ma solo mediante “collaborazione e condivisione delle scelte possiamo pensare di superare e vincere questa difficile sfida”.

Leggi la lettera completa

Preg.mo Presidente De Luca,
sono giorni che provo a richiamare al senso di responsabilità gli attori istituzionali, le associazioni di categoria e di rappresentanza del mondo datoriale, del commercio e le sigle sindacali, perché solo con la collaborazione e la condivisione delle scelte possiamo pensare di superare e vincere questa difficile sfida. Con estrema sincerità occorre ammettere che sono state fatte scelte avventate, in alcuni casi errate, ma questo non è il momento di lanciarsi accuse, l’urgenza è risolvere i problemi reali.

I numeri dell’epidemia in questa seconda ondata preoccupano particolarmente per la velocità dei contagi e, nonostante il numero elevato di casi asintomatici, i ricoveri aumentano e i reparti degli ospedali si avviano verso la saturazione. Ciò significa che se non ci sarà un immediato rallentamento nella diffusione del virus e, soprattutto se non si correrà ai ripari con una gestione differente dell’assistenza sanitaria, saremo costretti a breve a varare un nuovo lockdown totale e con i primi freddi e l’influenza stagionale, corriamo il rischio di cappottare il sistema sanitario regionale.

Ecco dunque, la mia proposta: rendiamo operativi i medici di base che sono una risorsa enorme in questa battaglia, la loro conoscenza degli assistiti e del territorio sono un argine contro la diffusione del virus, in particolare nella fase di “tracciamento diretto”.  I nostri dottori, senza esser mandati allo sbaraglio, devono essere inseriti in un processo di diagnosi e prime cure organizzato e puntuale, devono diventare per i cittadini l’avamposto di contatto che oggi manca, inserendoli realmente nel sistema delle Usca (unità speciali di continuità assistenziale) per fornire la giusta e puntale assistenza domiciliare ai pazienti Covid che non necessitano di ricovero ospedaliero, sia per gli accertamenti diagnostici che per la cura.

Ma, oltre a ciò, è necessario potenziare la presenza di personale sanitario nella rete ospedaliera regionale e implementare con nuovi posti letto i reparti di terapia intensiva e sub intensiva: ci vogliono nuove e immediate assunzioni. Per fare tutto ciò non dobbiamo inventarci nulla, ma semplicemente guardare al modo in cui sta agendo il Veneto che, grazie a questo metodo di controllo capillare “casalingo” sta riuscendo a preservare gli ospedali per i pazienti più gravi.

Infine, è doveroso preventivare le misure economiche di sussidio e un piano di rilancio per un eventuale lockdown, evitando in questo modo i soliti e dannosi ritardi già registrati. Le famiglie e le imprese sono ormai deboli e un’eventuale chiusura senza tutele porterebbe un aumento di nuovi poveri, ma soprattutto aprirebbe definitivamente le porte di molte imprese alla criminalità organizzata, che in questa crisi sta cercando di piantare nuove radici.

Giorgio Magliocca

 

 

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