Home Attualità Covid19. In Campania si torna a scuola. A chi tocca? E quando?

Covid19. In Campania si torna a scuola. A chi tocca? E quando?

24 e 30 novembre sono le date fissate in calendario, a meno che la curva dei contagi non riservi qualche spiacevoel sopresa e la conseguente decisione di una nuova stretta sugli spostamenti della popolazione

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L’ordinanza firmata ieri dal governatore della Campania Vincenzo De Luca (n.90/2020) informa i cittadini sul prossimo rientro a scuola delle fasce più giovani, “fatta salva la sopravvenienza di ulteriori provvedimento in conseguenza all’evoluzione del contesto epidemiologico, con riferimento al territorio della regione Campania”.
Il rientro tra i banchi di scuola che si attendeva per metà novembre è dunque postiticipato e organizzato diversamente a seconda delle età.

Se la curva dei contagi continuerà a scendere, così come i dati degli ultimi giorni fanno sperare, allora riprenderanno le attività didattiche in presenza, ma non per tutti. Nel fratetmpo, per le categorie interessate, si attiveranno campagne di screening per garantire al rientro sicurezza e stabilità.
A partire dal 24 novembre, ritornano a scuola gli alunni della prima classe della scuola primaria e i bambini della scuola dell’Infanzia; ripresa anche per tutti gli altri servizi destianti alle fasce da 0 a sei anni.
A partire gà da oggi le AA.SS.LL territoriali avranno la responsabilità di organizzare sistemi di screening attraverso la somministrazione di tamponi antigenici, “su base volontaria, al personale docente e non docente delle classi interessate, nonchè agli alunni e relativi familiari conviventi”.

Dal 30 novembre ritornano sui banchi gli alunni dalla seconda alla quinta della primaria e quelli di prima della secondaria di I grado. Per tutti loro e i familiari, per il personale docente e non docente coinvolto in questa seconda tornata di rientri lo screening partirà dal 24 novembre.

Sono confermate, come già stabilito in precedenza, le attività in presenza destinate agli alunni con bisogni educativi speciali o con disabilità per tutelare le relazioni di cui queste categorie più fragili hanno necessariamente bisogno, e per garantire la continuità della formazione necessaria che, diversamente, aprirebbe lacune difficili da colmare, e vuoti che acuirebbero la fragile identità di questi alunni.
Tuttavial a scelta della loro presenza o meno in aula, è sottoposta alle decisioni dei Dirigenti scolastici sulla valutazione di rischi possibili di contagio.

Nel Decreto si fa riferiemento ai trasporti pubblici per i quali si conferma la riduzione delle capienze massime consentite.
Restano sospese le attività dei centri culturali, centri sociali e centri ricreativi, comprese le lezioni e attività formative per gli  associati o gli iscritti alle scuole di lingua straniera, canto, recitazione, danza e musica.

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