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Covid-19. In Campania tra vaccino, terapie intensive e scuole, facciamo il punto. Il 12 gennaio esercitazione generale negli ospedali

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Corse al primato nel Giorno del Vaccino. Il primo medico, il primo infermiere, il primo politico, il primo anziano ad avere iniettata la dose dell’atteso vaccino. Campagna medica e campagna mediatica hanno funzionato: era necessario dare un segno di positività e di efficienza agli italiani, un segno di coordinamento tra la politica centrale e le Istituzioni locali affinché i cittadini si aprissero più serenamente alla prospettiva di un futuro che porti tutti lontani dal Covid e dalle sue tristi conseguenze che l’Italia ancora tocca con mano: regioni come il Veneto – stando agli ultimi dati – continuano ad essere al limite per ricoveri in terapia intensiva.

Sulla perfetta riuscita della VDay di domenica 27 dicembre si è espresso positivamente il governatore della Campania Vincenzo De Luca: ottima la riuscita di una giornata che doveva essere simbolica (circa 9mila le dosi arrivate in Italia), “programma rispettato in maniera cronometrica”, si è espresso con soddisfazione rispetto all’arrivo dei furgoni militari che trasportavano le dosi e alla distribuzione delle stesse nei principali ospedali campani per somministrare il vaccino al personale medico e gli ospiti di una Rsa. Ieri mattina alle 10 è stato dato inizio alle iniezioni di anticovid: “ora restiamo in attesa – ha aggiunto De Luca – alla somministrazione di massa nelle prossime settimane”. Più dura la posizione del Presidente della Regione rispetto ai criteri di distribuzione dei vaccini per i quali chiede e conferma che lo farà con insistenza che il calcolo delle fiale in distribuzione avvenga in base alla popolazione residente. Cosa che garantirebbe alla Campania di ottenere da subito il maggior numero di vaccini.

Sempre da parte di De Luca annunciata per “il 12 gennaio un’esercitazione generale in tutte le nostre strutture ospedaliere per verificare definitivamente la funzionalità della nostra organizzazione”: si tratta di pianificare al meglio l’intera campagna vaccinale che è ben più complessa e richiede un lavoro altrettanto diverso da parte dei sanitari rispetto ad una comune campagna vaccinale antinfluenzale.

A fronte delle novità nella Giornata del Vaccino che ieri ha unito tutta Europa, la Campania porta i suoi positivi risultati, merito dei cittadini e della capacità di rispettare le regole (con l’eccezione di diverse trasgressioni avvenute in ordine sparso in tutto il territorio, senza subire alcun controllo); ieri erano 95 i pazienti ricoverati in terapia intensiva in tutta la regione; e tra i primati resta quello di essere la regione con il più basso numero di mortalità per Covid.

Responsabilità e partecipazione rispetto alla vaccinazione, che in queste ore manifesta il personale medico e infermieristico (con il vantaggio di incidere positivamente sull’opinione pubblica) è il primo importante segnale che consentirebbe alla Campania di uscire lentamente,  ma non senza sacrificio, dalla pandemia.

La Campania che sogna un 2021 diverso deve continuare a mantenere una linea di netto rigore: non è solo l’impegno a scegliere di vaccinarsi nei prossimi mesi a cambiare in positivo le sorti della vita collettiva perché anche le “aperture” e i contatti sociali devono continuare ad essere controllati e ben gestiti. Il Presidente della Regione ha infatti escluso ieri mattina la possibilità di un rientro a scuola in blocco o al 50%, prima di ogni decisione, si attenderanno i dati dei prossimi giorni e la corrispondenza tra tamponi effettuati e positivi riscontrati oltre che le novità portate dalla variante inglese.

Quello di ieri è solo l’inizio di un lento cammino, ma che questa volta percorreremo con più fiducia nelle istituzioni, nella scienza, nel buon senso dei cittadini stringendoci ancora una volta al pensiero comune che “nessuno si salva da solo”.

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