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Sant’Angelo d’Alife. In parrocchia ritorna il fonte battesimale, occasione per ripensare la “missione” di cristiani

IL ritrovamento di un antico catino in pietra ha fatto sì che la comunità recuperasse uno dei luoghi simbolo della vita cristiana. Ricollocato in occasione del Battesimo di Gesù al Giordano

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La Parrocchia di Santa Maria della Valle ha un nuovo fonte battesimale.
Uno dei luoghi simbolo della vita di ogni comunità che immette in essa ogni nuovo membro, da ieri ha ritrovato la sua collocazione, lì dove anticamente ve ne era uno poi dismesso e mai più sostituito…
Non poteva esserci contesto più adatto e felice e cioè quello del Battesimo di Cristo che la Chiesa ha celebrato ieri, spartiacque tra il tempo di Natale e il tempo ordinario che ci accompagnerà con il racconto della vita pubblica di Gesù: ricordare il valore di un fonte battesimale e del suo antico significato è stata l’occasione per la comunità santangiolese di riflettere sulla condizione di figli amati, scelti, ma anche chiamati come Cristo ad un impegno.

Tempo fa, il ritrovamento di un piccolo catino in pietra sul retro della Cappella del SS. Sacramento consentiva di ricostruire la storia del fonte originario collocato in chiesa sotto la tela raffigurante il Battesimo di Gesù nelle acque del fiume Giordano. Un manufatto in pietra, molto simile a tanti pregiati pezzi presenti nelle chiese del territorio che riconducono all’utilizzo della pietra rossa di cave de territorio, in particolare a Dragoni. E in questo caso, trattasi di un pezzo riconducibile alla manifattura di un altro fonte battesimale presente nell’antica chiesa di San Bartolomeo, un tempo parrocchia…

Il recupero ha fatto sì che intorno all’idea di un nuovo fonte il parroco riunisse l’entusiasmo, la generosità e la creatività di alcuni. La scelta è ricaduta su un manufatto mobile che mette insieme l’antica pietra del catino, la base in ferro battuto e una decorazione in ceramica per la cui realizzazione hanno collaborato gli artigiani del territorio altocasertano di Antica Fornace del Matese, Dillart, e Antonio Iannacone di Sant’Angelo d’Alife, quest’ultimo tra gli animatori di questa idea rivelatasi tanto cara per la comunità.

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