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LA LETTERA. “Cari amici vi parlo dell’IPIA di Alife”. Eccolo, un Open Day non virtuale

"Una scuola che negli ultimi decenni, si è fatta famiglia per quei tanti studenti che l'hanno scelta". Affidiamo alla lettera della professoressa Giuseppina Rao la presentazione dell'Istituto alifano

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Il laboratorio di moda (foto di repertorio)
Giovanna Corsale – Prosegue il ‘rush finale’ della campagna di iscrizioni per l’anno scolastico 2020-2021 e ogni minuto è prezioso per scoprire ciò che ogni Istituto ha da offrire. Il Covid ci ha introdotti nella dimensione del virtuale attraverso cui è possibile mantenere le distanze ma senza perdere i contatti, dimensione alla quale in primis la Scuola si è dovuta conformare. La modalità online è stata scelta dai vari Istituti per presentare la propria offerta didattica, progetti e attività in cantiere, ma l’aspetto umano che fa di ogni scuola un pilastro del processo educativo e formativo del ragazzo va oltre lo schermo e la tastiera di un computer.
‘Andare a scuola’ è un po’ come far parte di una famiglia, dove oltre a imparare dei contenuti si impara a ‘coltivare relazioni’, che, come mattoni, contribuiscono alla costruzione della personalità. A fronte di tanti tecnologizzati Open Day, oggi sovvertiamo i canoni del momento prendendo in prestito le parole di Giuseppina Rao, insegnante di Religione cattolica all’Istituto Professionale di Alife, la quale considera la “prossimità” il motore della Scuola, dove si insegna innanzitutto “come vivere”. Affidiamo alla lettera della professoressa Rao la presentazione di un istituto oggi rivalutato, che propone “una offerta educativa innovativa e che guarda al futuro economico del Matese”.
La lettera
“Cari amici, oggi vi voglio parlare della mia esperienza lavorativa all’IPIA, il “Professionale” di Alife, unico Istituto Superiore della città.
Una scuola che, negli ultimi decenni, si è fatta famiglia per quei tanti studenti che l’hanno scelta: molti di essi conducendo una scelta consapevole degli sbocchi lavorativi (poi concretizzatisi in incarichi lavorativi duraturi) molti altri, e dobbiamo dircelo con franchezza, derivanti da esperienze scolastiche pregresse disastrose e lacunose, hanno scelto questa scuola, temporeggiando nell’attesa di superare gli anni dell’obbligo scolastico; alcuni, mettendocela tutta per affrancarsi da un passato scolastico deludente, credendo fino in fondo nella possibilità di recuperare, altri, sottovalutando l’opportunità che una formazione professionale offre.
Una famiglia per tutti loro. Una missione, mi disse una volta un “prete” a me tanto caro. Sì. Una scuola in cui veramente si sperimenta la prossimità, in cui si fa lezione innanzitutto di vita vera, in cui lo stesso docente arricchisce ogni giorno il proprio bagaglio di umanità e di competenze socio-relazionali. Ma l’IPIA non è solo questo. È un istituto che oggi si rinnova proponendosi sul territorio con una offerta educativa innovativa e che guarda al futuro economico del Matese. Nuovi indirizzi, dal Sociosanitario all’Ottica e al settore Spettacolo, si affiancano all’offerta tradizionale di manutenzione e assistenza tecnica e di moda in locali in parte di nuova realizzazione, con grandi e luminose aule e tanta tecnologia presente e in allestimento.
Un istituto che molti rivalutano da adulti, frequentando numerosi e assiduamente i corsi del serale. Ecco, amici, se notiamo nei nostri figli una propensione alle attività professionali, assecondiamola; non facciamo in modo che debbano ripensarci in età adulta perdendo tempo prezioso da investire nel mondo del lavoro. Crediamo in questo rilancio che onora la nostra stessa città di Alife! Crediamo in un futuro fatto di imprenditori e imprenditrici in professioni finite che non siano costretti ad abbandonare il territorio per realizzarsi lavorativamente. Io ci credo!”

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