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Pellicano, JollyMarket e Ovopiù: Carabinieri e Polizia penitenziaria frenano la distribuzione che fornisce i grandi market della provincia di Caserta

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All’alba di oggi sul territorio casertano una vasta operazione dei Carabinieri del ROS e della Polizia penitenziaria del NIC ha posto un freno all’attività di stampo mafioso che vede coinvolto un settore di commercio che si occupa di distribuzione alimentare.
Ad essere citata nella ricostruzione investigativa è la catena di supermercati “Pellicano” in che acquista merce all’ingrosso da “Distribuzione siciliano Srl” quest’ultima direttamente coinvolta nell’indagine della procura antimafia di Napoli.
Nulla a che vedere con la vita di tutti i giorni della gente pulita, ma l’episodio è uno di quelli che fa riflettere a ancor di più se si considera il legame sociale che un comune supermercato (Pellicano è presente ad Alvignano, per esempio…) stabilisce con il territorio in cui opera, e il lavoro onesto di chi in questa azienda e nelle altre sfiorate dall’indagine, ci lavora: operai, magazzinieri, commessi e commesse che sono padri e madri di famiglia o giovani che a quel lavoro dedicano il meglio di sè costruendosi un futuro.
Nulla cambia per le sorti di nessuno (fatta eccezione dei diretti indagati), ma l’occasione è utile per riflettere su quel male sottile che silentemente (e ininterrottamente) si insinua nella vita di questa Campania, e trova anche nelle giovani generazioni delle famiglie di camorra, terreno fertile per tracciare nuove strade di corruzione, malaffare, scandali…
Ci è più vicino di quanto pensiamo questo stile; attraversa i nostri territori, poi magari va via, ma con un buon bottino di affari…
A noi resta solo la possibilità di conoscerli e alimentare nei più giovani, che osservano e assorbono, il germoglio dei valori migliori finché diventi un tronco robusto.
Il resto è affidato alla cronaca che segue…e al lavoro ininterrotto della Giustizia.

Comunicato Comando provinciale Carabinieri
 Il 22 Gennaio 2021, i Carabinieri del R.O.S. e la Polizia penitenziaria del  NIC – Nucleo Investigativo Centrale-, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 12 soggetti [1], ritenuti responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, riciclaggio e intestazione fittizia di beni aggravati dal fine di agevolare il clan dei Casalesi – Gruppo Zagaria.

Le indagini del ROS e del NIC da cui scaturisce il provvedimento, svolte tra il febbraio 2016 ed il maggio 2019, hanno documentato come CAPALDO Filippo, nipote ed erede designato di ZAGARIA Michele, fino alla sottoposizione al regime carcerario ex art. 41 bis [2] ord. pen., con la collaborazione dei fratelli Nicola e Mario Francesco e dei sodali SICILIANO Paolo e OTTIMO Alfonso, abbia diretto il clan assumendo una posizione dominante nel settore della grande distribuzione alimentare.

In tale contesto è stata dimostrata la partecipazione della famiglia CAPALDO nella “DISTRIBUZIONE SICILIANO S.r.l.” operante nel commercio all’ingrosso di prodotti alimentari, nelle catene di supermercati “PELLICANO” e “JOLLY MARKET” presenti con 21 punti vendita nella provincia di Caserta, nelle aziende produttrici di beni alimentari “OVOPIÙ DI GRAVINA GIUSEPPE srls” e “I SAPORI DI BUFALA srls”, nella “3K srls” impresa attiva nella produzione e commercializzazione di prodotti in plastica destinati all’uso alimentare nonché nella “SANTA MARIA srl” utilizzata per continuare a distribuire il latte a marchio Parmalat in territorio casertano dopo la confisca della “EUROMILK srl”.

Da ultimo sono stati documentati gli investimenti dei CAPALDO a Tenerife, ove dalla primavera del 2017 hanno avviato un’attività di noleggio veicoli.
Tra i provvedimenti emessi risultano 4 misure interdittive della sospensione dall’esercizio dell’impresa ex art. 290 c.p.p. per anni uno, nei confronti di altrettanti 4 soggetti titolari di aziende riconducibile all’organizzazione investigata.

[1] nr. 7 misure cautelari in carcere, nr. 1 misura cautelare agli arresti domiciliari e 4 misure interdittive della sospensione dell’esercizio d’impresa.

[2] avvenuta il 6 febbraio 2016.

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