Home Attualità Giornata Mondiale dell’acqua, bene prezioso anche nel Matese

Giornata Mondiale dell’acqua, bene prezioso anche nel Matese

Alla bellezza delle sorgenti e dei rivoli d'acqua dei monti corrisponde un atteggiamento meno rispettoso e attento a valle. Su Clarus la proposta di una lettura tra storia, natura, attualità

1040
0
Goletta dei Laghi effettua il campionamento delle acque del lago Matese (2020). La ricerca e la manifestazione terminano con un omaggio alla natura e all’acqua

Il tema “acqua” tocca da vicino gli abitanti del Matese e della media valle del Volturno per quel legame che da sempre ne caratterizza la vita e l’immediato rapporto con il lavoro nei campi o con gli animali… E Clarus ha guardato sempre con attenzione a questa risorsa come testimoniano articoli e rubriche dedicati ad essa (in fondo alla pagina la rassegna stampa).

Acqua per irrigare, acqua per nutrire, acqua per dare vita e qualità alla vita e anche sviluppo se consideriamo la straordinaria vicenda del Cotonificio con sede a Piedimonte d’Alife e che a cavallo tra il 1800 e il 1900 ha segnato un tempo florido per l’economia locale; alla centrale idroelettrica del Matese motore di un sistema industriale ed economico di gran valore in tutta la Campania e quella dell’acquedotto campano che ancora oggi dalla sorgente del Torano fornisce decine di città nella nostra Regione.

La giornata Mondiale dell’Acqua che si celebra oggi, particolarmente legata ai temi della sua dispersione, della privatizzazione, dell’inquinamento, della disomogeneità della distribuzione, chiama direttamente in causa altre realtà geografiche; ma il tema del suo essere dono vitale per l’umanità è quello che a tutti, e forse ai distratti abitanti matesini, deve interessare per ridestarne un sopito senso di gratitudine.

È stato bello nella recente puntata del “Il provinciale” dedicata al Matese, condotta da Federico Quaranta su RaiDue, trovare quale filo conduttore del racconto proprio l’acqua e tante storie ad essa collegate; e ancora di più sentire dalla sua voce la frase “Questa è la terra dell’acqua che spegne la terra dei fuochi”… Sono considerazioni che bussano alla nostra porta quasi da “straniere” e invece dovrebbero farci compagnia e rafforzare in ciascuno l’idea che il dono che abbiamo – l’acqua del Matese (e lo straordinario ecosistema naturalistico che vi ruota attorno) – necessita di custodi gelosi, di consumatori parsimoniosi, di figli riconoscenti.

È un pensiero che con la lente e con lentezza ci invita a trovare il tempo di soffermarci a considerare il nostro legame con questo prezioso patrimonio. Si susseguono immagini, tra le più poetiche e pittoresche a quelle che necessitano denuncia, ma corrono in fretta senza che ad ognuno sorga il pensiero “che ne sarà domani?”.

Il Lago Matese e le cascate che nella stagione invernale lo alimentano dalle cime più alte; il Lete vivace in tutti i suoi salti; gli inghiottitoi sparsi nella roccia carsica del nostra montagna che alimentano le falde; i rigagnoli e i numerosi abbeveratoi che ad ogni quota dissetano greggi, armenti e passanti; le possenti bolle d’aria che soffiano e brontolano nel ventre di una sorgente da cui partono metri cubi ogni secondo alla volta di Napoli e le città limitrofe; i rigagnoli che alimentano il Volturno e le nostre campagne; le corse abbondanti che attraversano i nostri comuni in maniera visibile o nascosta, ma vena pulsante sotto i nostri piedi; le fonti dove si va per un salubre rifornimento o per la frescura d’estate; o l’acqua che fuoriesce dai rubinetti di casa buona da bere…  Ma anche i pessimi appalti pubblici e la cattiva gestione di impianti da cui troppe volte l’acqua si perde e si disperde; il mancato controllo di fossi e cunette da cui essa passa contaminandosi dei rifiuti che vi abbiamo depositato; e quei corsi d’acqua nascosti così bene da diventare discarica ideale di liquami animali, industriali e carcasse di bestie morte…

Un’immagine, quella dell’acqua del Matese, che scendendo a valle rischia di sbiadirsi e perdere quei colori accessi, riflesso della straordinaria natura dei monti e di un luogo che ancora si conserva da solo.

È sorella acqua, non una risorsa da depredare; è sorella acqua e non un diritto esclusivo da accampare; è sorella acqua da cui nasciamo e di cui abbiamo bisogno per vivere e stare bene.

Oggi per i lettori di Clarus, una rassegna di articoli e riflessioni di carattere naturalistico, storico, sociale, dedicati al tema dell’acqua. Occasione per non perdere di vista le bellezze del creato e i doveri che ci toccano come cittadini.

 

Matese d’acqua dolce. La rubrica sugli abbeveratoi del nostro appennino (Clicca)

L’energia del Matese. La complessa storia della Centrale idroelettrica (Clicca) 
La vivace economia del Lago Matese negli studi scientifici di Giovanni De Agostini (Clicca)
Acqua: Unicef, “scarsa per 1 bambino su 5. Nuovi pericoli dai cambiamenti climatici” (Clicca) 
Papa Francesco: “agire senza indugio” per non sprecare o inquinare l’acqua (Clicca)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.