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PROPOSTE IN VIDEO. Sound of Metal: l’ingombrante, a volte necessaria, voce del silenzio

Il film candidato a 6 premi Oscar è una toccante storia di vita, vicina più di quello che pensiamo, al valore delle giornate di ciascuno

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Noemi Riccitelli – Candidato a ben 6 premi Oscar (Miglior film, Miglior attore protagonista, Miglior attore non protagonista, Miglior sceneggiatura originale, Miglior sonoro e Miglior montaggio) e già vincitore del Premio BAFTA per il Miglior sonoro, Sound of Metal , primo film da regista di Darius Marder, è disponibile su Amazon Prime Video dal 4 dicembre 2020.

Ruben (Riz Ahmed) è un giovane musicista, ex-tossicodipendente, che insieme alla compagna Louise (Olivia Cooke), cantante, formano il duo “Blackgammon”, girando in tour per gli Stati Uniti tra un concerto e l’altro.
Tuttavia, Ruben da un giorno all’altro si rende conto di iniziare a sentire sempre di meno, fino a perdere completamente l’udito. Preoccupata per le sue condizioni, Louise decide di affidare Ruben alle cure di una comunità per sordomuti gestita da un veterano del Vietnam, Joe (Paul Raci), anch’egli sordo.
Così, nel frattempo, i due giovani sono costretti a separarsi e a interrompere la loro collaborazione musicale, che fino a quel momento aveva rappresentato il fulcro della loro vita.

In un film incentrato sulla musica, i suoni, l’ascolto, il regista Marder permette agli spettatori di partecipare all’esperienza del protagonista, non dando per affermata la sua condizione; infatti, sin dall’inizio è nitida ogni singola sfumatura di suono, anche quella più banale: il bollitore del caffè, il frullatore, lo spray che Ruben utilizza per pulire i suoi strumenti e, ovviamente, la musica penetrante dei concerti dei Blackgammon.
Poi, attraverso un abile accostamento di macchina da presa e sonoro, progressivamente, i primi piani di Ruben si accompagnano a suoni sempre più ovattati, o addirittura al silenzio, per poi riprendere la loro dimensione sonora oggettiva con delle inquadrature più vaste.
Scatti probabilmente fastidiosi, forse anche confusionari, ma che permettono di simpatizzare (nel significato proprio del termine) con il protagonista.

L’interpretazione di Riz Ahmed è commovente, perché riesce a restituire tutto lo smarrimento, la rabbia e l’ostinazione di chi ha perso un bene prezioso e non ne vuole fare a meno; parimenti, Paul Raci dà corpo a un uomo tutto d’un pezzo, una guida autorevole e saggia, che cerca di offrire una nuova prospettiva di vita ai membri della sua comunità.
Toccante il confronto che li vede insieme in una delle sequenze finali: Joe dice a Ruben che la sua convinzione a non voler imparare ed accettare fino in fondo di essere sordo ha tratti in comune con la sua precedente tossicodipendenza, trasformando così la sua condizione in una vera e propria disabilità.

Sound of Metal è un film che con delicatezza e decisione si insinua nelle riflessioni degli spettatori e comunica che la vita non può essere sempre come la si desidera, ma se ne possono assecondare gli improvvisi turbamenti, quelle note stonate che proprio non si accettano, trovando loro un nuova chiave.
Solo alla fine Ruben comprende come sia meglio abbracciare il peso del silenzio e le sue possibilità, piuttosto che vivere una vita di insensato rumore.

 

 

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