Home matese moderno contemporaneo Stefana Carrese, 99 anni. È di Caiazzo una delle ultime Partigiane italiane

Stefana Carrese, 99 anni. È di Caiazzo una delle ultime Partigiane italiane

Ricerca storica e memoria danno onore ad una delle ultime partigiane italiane. La ricerca condotta a Caiazzo, grazie a intense collaborazioni, diventa modello per progetti futuri destinati a riconoscere alle donne della Storia un ruolo ben più visibile

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Nessuno avrebbe mai immaginato che a Caiazzo fossero nate ben due partigiane: donne che hanno dato la vita per la libertà e per creare una società migliore.
Da tempo si stava sulle tracce di alcuni nomi, poi alla vigilia dell’evento del 2 giugno, “Caiazzo. Le donne della Resistenza. Combattenti e vittime” che vedrà per un giorno le strade cittadine intitolate ad eroine locali, la suggestiva ed emozionante notizia: Stefana Carrese, è nata a Caiazzo e vive a Sondrio.
Sono in tanti i partigiani scomparsi per avanzata età, ma sapere che qualcuno è ancora qui a custodire direttamente la memoria fa sentire al sicuro, fa attingere direttamente alla fonte la responsabilità civica per il Paese.
La sua presenza conta perché è urgente, oggi come ieri, poterle rivolgere ancora un “grazie!

La signora Stefana Carrese in uno dei suoi ultimi soggiorni a Caiazzo

 

di Ilaria Cervo*

2 giugno, omaggio alle Donne della Resistenza

Fin da quando sono stata eletta Presidente dell’Associazione Storica del Caiatino ho cullato il desiderio di andare a cercare e far conoscere storie di donne caiatine: pensavo a figure femminili che si fossero distinte per particolari doni, ma anche a “semplici” donne vissute quasi nell’anonimato da riscoprire e comunque meritevoli di essere ricordate con l’intitolazione di una strada o una piazza, o anche solo con un’epigrafe. È avvilente guardarsi intorno, ovunque, non solo a Caiazzo, e trovare solo nomi di uomini e al massimo due, tre nomi femminili. Succede per le strade ma succede anche nei libri di storia della letteratura, di storia della filosofia. Nei libri di storia. Gli eroi, gli scrittori, i pensatori sono uomini. E se sono donne, o sono sante martiri o quasi sempre delle poco di buono. Quelle “normali” meritano al massimo qualche mezza paginetta. Non c’è da meravigliarsi! Purtroppo va così praticamente da sempre.
Ma si può invertire la rotta: per cambiare bisogna solo cominciare. E noi cominciamo il 2 giugno, con le donne caiatine della Resistenza, sulla scia di una iniziativa simile realizzata a Caserta dal gruppo locale di Toponomastica Femminile.

È nata con questo spirito Caiazzo. Le donne della Resistenza. Combattenti e vittime, un’idea che ha avuto fin dal primo momento l’appoggio del direttivo dell’Associazione Storica, di Toponomastica Femminile oltre che della Presidente del Consiglio Comunale Ida Sorbo, del Sindaco Stefano Giaquinto e della Giunta che poi ha concesso il Patrocinio.

Una scrupolosa ricerca storica

“La nostra ricerca –  scrive Fosca Pizzaroni, referente di Toponomastica Femminile a Caserta e Archivista di Stato in pensione – “parte da fonti archivistiche e input accademici. È noto come la professoressa Isabella Insolvibile, con i professori Giovanni Cerchia e Giuseppe Angelone, stanno riscrivendo la storia della Resistenza in Italia, sottolineando il grande apporto dato dal Meridione alla liberazione dal giogo nazifascista. E dato che questa riscrittura è in fieri abbiamo pensato, come Associazione Toponomastica Femminile, in collaborazione con l’Associazione storica del Caiatino, fosse bene mettere in evidenza il grande contributo che le donne hanno dato alla lotta di liberazione nazionale, partendo proprio da Caiazzo, un comune di poco superiore ai 5.000 abitanti, che, ubicato lungo la linea difensiva tedesca Viktor, fu teatro di grandi violenze.

Foto di famiglia. Stefana è alla sinistra della mamma

Nel 2012, a seguito di un accordo Italia/Germania, che istituì una Commissione storica congiunta al fine di elaborare un’analisi critica dell’esperienza della seconda guerra mondiale, contribuendo, così, alla creazione di una nuova cultura, nasce l’«Atlante delle stragi nazifasciste», a cui lavorarono tra gli altri Insolvibile e Angelone. Un database che ha cominciato a restituire nomi di donne e uomini del Meridione vittime della guerra. Database che è stato il primo canovaccio su cui abbiamo lavorato.
Nel 2019, poi, è stata pubblicata a cura della Direzione generale degli archivi, la banca dati «Partigiani d’Italia», creata in collaborazione con l’«Istituto nazionale Ferruccio Parri. Rete degli istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea». Banca dati comprendente le schede con i nominativi di tutti coloro che richiesero il riconoscimento delle qualifiche partigiane. Schede conservate nel fondo «ricompart» (Riconoscimento qualifiche e per le ricompense ai partigiani), versato dal ministero della Difesa all’Archivio centrale dello Stato tra il 2009 e il 2012. Parliamo di ben 611 cassette contenenti 703.716 schede nominative. Una serie archivistica composta, anche, da circa 7.430 buste di documenti (verbali, fascicoli personali, elenchi, quadri statistici etc.) prodotti dalle Commissioni regionali, Estero ed in parte dalla Commissione di secondo grado, che analizzarono le richieste di riconoscimento avanzate a partire dal 1944.
Da questo database, oltre ai nomi già noti delle donne riconosciute come «Cadute per la lotta di liberazione», ben cinque, trucidate tra Porta Vetere e le Masserie di Monte Carmignano in cui, quel tragico 13 ottobre 1943, furono sterminate intere famiglie ed un totale di ben 7 donne e 6 bambine tra i 3 e i 12 anni, sono emersi i nomi delle «partigiane combattenti» caiatine: RITA CALVOSA, nata a Caiazzo il 3 maggio 1926, che operò in Santa Maria Capua Vetere dal 9 settembre al 5 ottobre 1943; e STEFANA CARRESE, nata a Caiazzo il 4 ottobre 1921, che in Liguria fece parte della formazione Missione Meriden dal 1° settembre 1944.”

Partigiane caiatine. È tutto vero!

Partigiane combattenti caiatine! Una notizia che fin da subito ci ha lasciato meravigliati. Già parlare di Partigiani al maschile nel meridione d’Italia è una cosa piuttosto recente e non ancora ben assimilata; parlare addirittura di donne partigiane, caiatine per giunta, lo dico con dispiacere ma ben consapevole di non essere da sola, sembrava una cosa veramente impossibile. A chiunque chiedevo notizie di donne caiatine riconosciute come partigiane, la cosa suonava come assolutamente nuova, forse un errore!

La signora Stefana oggi nella sua abitazione di Sondrio

Immaginate la nostra meraviglia quando, Gaetano Chichierchia, Responsabile dell’Ufficio Anagrafe del comune di Caiazzo, incuriosito senz’altro anche lui da questa novità assoluta delle partigiane caiatine e colpito dal fatto che quasi contemporaneamente a noi, uno studioso aveva chiesto notizie sulla Carrese, senza perdersi d’animo di fronte alla totale assenza di dati all’anagrafe caiatina su questa donna, si è messo sulle sue tracce fino a trovarla, ancora vivente, a Sondrio e con entusiasmo ci ha comunicato la notizia!

Non solo sono esistite due donne caiatine partigiane, e una di loro, quasi centenaria, può ancora essere testimone di quanto ha vissuto!

Cosa era successo? I dati riportati del database erano completamente errati: nome, cognome e data di nascita, eppure una “Stefania Carese” (così è erroneamente scritto nel databese) caiatina esiste!
È chiaro che siamo solo all’inizio. Molto va ancora studiato e cercato per ricostruire la vita di queste due donne che, per onore di verità, bisogna dire che non hanno combattuto a Caiazzo, ma in altri luoghi, ma che in ogni caso hanno dato il loro notevole contributo nella lotta di liberazione dal nazifascismo.

Progetti futuri. Caiazzo “progetto pilota”

“L’intento è, per il prossimo anno, come Associazione Toponomastica Femminile e Associazione storica del Caiatino, in collaborazione con il Comune di Caiazzo di approfondire questa ricerca attraverso lo studio dei fascicoli conservati presso l’Archivio centrale dello Stato e l’archivio comunale di Caiazzo, così da restituire a queste donne, oltre al nome e alla qualifica, una storia di vita”, ha dichiarato ancora Pizzaroni.
“Un progetto «pilota» questo di Caiazzo che potrebbe diventare, in collaborazione tra Toponomastica Femminile, le tante associazioni diffuse sul territorio e le Università, un contributo importante alla ricostruzione storica dei giorni della «Resistenza». Termine, quest’ultimo al femminile, ma che in realtà, nella ferocia nazifascista e nelle tragiche vicende belliche, non ha visto discriminazioni di genere.”

“Intanto – ha dichiarato il Sindaco Stefano Giaquinto – “stiamo già valutando la possibilità di raggiungere la signora Stefana Carrese a Sondrio per conoscerla di persona e ringraziarla per quanto ha fatto per il nostro Paese, rischiando più volte la sua vita! E’ un grande motivo di orgoglio per la nostra Caiazzo, aver dato i natali a due donne così coraggiose!”

Che dire, la Storia fa grandi giri, a volte sembra finire nel dimenticatoio. Poi ritorna, talvolta per caso, e ci restituisce verità inaspettate e pagine intense di vita, quella vissuta senza risparmiarsi, in nome di valori universalmente riconosciuti e indiscutibili, primo tra tutti quello della libertà!
Tutto ciò che si realizza in spirito di collaborazione e di unità d’intenti, è destinato a produrre risultati positivi!

* Presidente dell’Associazione Storica del Caiatino

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