Stasera alle 18.30 la comunità di Letino saluta don Domenico Iannotta al termine del suo servizio pastorale, dopo 47 anni nella parrocchia di San Giovanni Battista, per sopraggiunti limiti di età. Il Vescovo S. E. Mons. Giacomo Cirulli presiederà la Santa Messa in Piazza della Repubblica; con lui ci saranno diversi sacerdoti della Diocesi di Alife-Caiazzo e don Salvatore Di Chello che in questi mesi ha accompagnato la comunità parrocchiale locale.
Per don Domenico, nato il 22 luglio 1938 a Valle Agricola, si apre un tempo di particolare riposo: preghiera, lettura, meditazione, e sicuramente – perchè lo contraddistingue una intelligente curiosità – continuerà a rimanere aggiornato sulla vita, la società, la Chiesa…
Una vita da “pastore” la sua, non per intenderla solo alla guida del gregge dei fedeli, ma in origine vissuta tra i monti di Valle Agricola dove da bambino impara a condurre le pecore tra i prati e le montagne. Una storia singolare che abbiamo raccolto direttamente dalla sua voce alcuni anni fa in occasione di una pubblicazione per Clarus dedicata alla vita e alla vocazione dei nostri sacerdoti. In lui la fierezza di essere partito con poco o nulla se non il desiderio forte di essere un uomo migliore.
Condividere oggi questo scritto ci aiuta ad essere riconoscenti nei confronti di un ragazzino che ha compreso il valore della cultura, che da giovane ha scelto il Vangelo di Cristo e insieme li ha restituiti alle anime che gli sono state affidate.
A tempo pieno (Pubblicato su Clarus n.1-2015)
Questo non è un lavoro biografico, ma partire da qui, da questo lontano passato è importante per comprendere il presente di don Domenico Iannotta, 73 anni, parroco a Letino da 40.
Nato a Valle Agricola da una famiglia di allevatori, impara da subito a condurre le pecore al pascolo; poi la partenza del papà per il Venezuela – uno tra le migliaia di migranti italiani – obbliga la famiglia a cambiare genere di attività. Da pastore ad agricoltore, ma con un unico sogno: studiare ed imparare sempre di più.
Un giorno nella sacrestia della chiesa dove lui abitualmente faceva il chierichetto, individua tra la corrispondenza giunta al parroco, don Giorgio Mirra, un depliant pubblicitario che parla di scuola e formazione. Il ragazzo non approfondisce i contenuti, ma compila i campi di quella cartolina e la rispedisce al mittente (“Non c’era bisogno del francobollo, la spedizione era gratuita…”).
A rispondere a quella lettera inviata da Valle Agricola, sarà padre Agostino Gemelli in persona, che ha intuito la spontaneità e la verità di questa richiesta: Domenico vuole studiare, ma non ha capito che quel depliant promuove l’Università Cattolica, e per lui non è giunto ancora il momento visto che ha appena 12 anni. Padre Gemelli invia una lettera al parroco sollecitandolo ad avere cura del ragazzo perché, già mostra di essere dotato di tanta buona volontà. “Don Giorgio mi chiamò in sacrestia e con tono di rimprovero mi chiese: ma cosa hai combinato? Non potevo immaginare dove fosse arrivata quella cartolina…”.
La curiosità che lo contraddistingue tutt’ora altro non è che una delle sue caratteristiche da sempre, perché tra la corrispondenza della sagrestia continua ad interessarsi di ciò che sa di cultura. Un giorno individua un foglio in cui si promuove una scuola per corrispondenza. Senza pensarci su, questa volta ben cosciente del gesto, il ragazzo prende carta e penna e scrive. Riceve a casa le dispense per studiare, invia i compiti per posta che gli vengono puntualmente restituiti con le dovute correzioni, e in un anno riesce a concludere gli studi di I e II media. Poi, per l’interessamento del parroco prosegue gli studi ginnasiali e teologici a Benevento.
Ancora libri e studio per don Domenico; è facile trovarlo nella sagrestia della sua chiesa fino a notte fonda, soprattutto nel periodo estivo, dietro una scrivania a leggere studiare “di tutto, perché mi interessa tutto… Politica, attualità, pastorale, spiritualità”.
La sua giornata inizia all’alba, anche quando lassù c’è la neve e fa freddo. In casa dispone di una vasta biblioteca, dove trascorre le prime ore del mattino, poi in chiesa, che a Letino affaccia sulla piccola piazza dove ha sede il Municipio. “D’inverno, se c’è il sole, qualche anziano lo trovi lì sulla panchina, mi fermo a scambiare qualche parola, poi sono in chiesa, che è sempre aperta; la visita a qualche anziano e poi nella biblioteca della sagrestia”.
Giornate semplici come semplice è la vita di montagna, cariche anche del peso dell’età, con la lucida coscienza che il passare degli anni ha cambiato il passo che distingue gli uomini in più giovane età.
A bordo della sua vecchia Panda 4X4 scende da Letino a Piedimonte Matese almeno due volte la settimana per essere presente in Curia, dove in Cancelleria, ormai da una vita, è un fondamentale punto di riferimento. Dallo specchietto retrovisore pende un foulard scout dai colori ormai sbiaditi, dono di un gruppo (come tanti) che ha ospitato in casa canonica. Lo tiene lì, forse un segno, a ricordargli che si può essere giovani sempre, nello spirito e nelle proposte.
Puntuale, preciso, scrupoloso, attento, è il parroco che non si è arreso al trascorrere del tempo: di ogni novità pastorale che la Diocesi propone ne giunge eco, in maniera chiara ed entusiasta a Letino, presso la sua comunità: fatta eccezione di qualche abbondante nevicata, i fedeli della piccola parrocchia di montagna, sono giù a valle, per non mancare a nessun appuntamento, per essere con il loro parroco al fianco degli altri fedeli. Essere chiesa, essere famiglia, essere insieme: è l’esperienza di questa comunità, che include il prete e la gente.
Grazia Biasi