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L’Alto Casertano unisce Polonia ed Italia per la nascita di un “archivio sociale”

Il Gal Alto Casertano in collaborazione con i Gal polacchi di Dzialania e Zalew Zegrzynski lanciano il progetto ANCHOR cui prendono parte 8 giovani di Piedimonte Matese e Vairano Patenora

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La storia ed i luoghi delle aree interne quale àncora per il futuro e la cultura delle giovani generazioni: è questo il filo conduttore del progetto di cooperazione transnazionale “ANCHOR” che ha condotto, in questi giorni, il Gal Alto Casertano in viaggio verso la Polonia.

Dallo scorso lunedì, quando sono partiti da Piedimonte Matese e Vairano Patenora, e fino a venerdì prossimo, 8 giovani del territorio saranno impegnati in un programma di formazione sulle tecniche di archiviazione sociale, attraverso lo scambio di esperienze e testimonianze di tradizioni locali ed eredità culturali e storiche da raccontare con interviste e produzioni video.

Accompagnato dal vice presidente del Gal Pasquale Simonelli, in rappresentanza anche del presidente Manuel Lombardi, dal coordinatore Pietro Andrea Cappella e dallo storico locale e docente Armando Pepe, il gruppo di studenti, dopo le traversìe dell’ultimo anno e mezzo ed i diversi rinvii causa Covid-19, è ospite in Mazovia dei GAL Dzialania e Zalew Zegrzynski, capofila del progetto ANCHOR nato nel giugno 2015 con il coinvolgimento di Polonia e Italia, promosso dai GAL nell’ambito della misura 19.3 dei PSR e finanziato dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale.

“Trasferimento di competenze, di know how e di buone prassi all’interno dell’Unione Europea, questo l’obiettivo di Anchor che ci vede impegnati da ben 6 anni, dal giugno 2015 quando accogliemmo qui una delegazione di 9 GAL della regione della Mazovia, che avevano scelto il nostro gruppo di azione locale, unico della provincia di Caserta, come caso studio”, spiega il coordinatore Cappella.

Diversi gli elementi che accomunano le due aree, Mazovia e Alto Casertano: entrambe aree interne, entrambe aree a spiccata vocazione rurale, entrambe con problemi di spopolamento, entrambe con una grande difficoltà a far percepire alle giovani generazioni la forza e la ricchezza che possono dare le generazioni precedenti (i senior del progetto come gli amici polacchi amano definire la popolazione over 50). Ed anche un legame legato ai tristi avvenimenti della seconda Guerra Mondiale.

“È importante trasferire ai giovani il concetto della tradizione che diventa “un’ancora” per il futuro proprio delle giovani generazioni, delle popolazioni che abitano questi luoghi e queste aree interne, di coloro che non riescono a trovare la propria identità e a percepire la propria appartenenza al luogo in cui si abita e dove sono legate le proprie esperienze di vita. Una idea intergenerazionale di grande valore”, dichiara il vicepresidente del Gal Simonelli.

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