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Diocesi di Alife-Caiazzo. “Costituito servo di tutti”, il vescovo Mons. Cirulli ordina diacono Paolo Carlone

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“Non siamo qui a celebrare la volontà personale di un uomo che ha chiesto di diventare diacono ma a celebrare il progetto di Dio, che è la volontà superiore che tutti dovremmo cercare… A Paolo ha chiesto di rispondere e lui ha detto sì”, le parole con cui il vescovo S. E. Mons. Giacomo Cirulli ha introdotto l’omelia in occasione dell’ordinazione diaconale di Paolo Carlone, della parrocchia di Santa Croce in Raviscanina, avvenuta sabato sera nella Cattedrale di Alife.

Momento di festa e di preghiera che ha riunito il Clero diocesano; la moglie e i figli di Paolo; la comunità di Raviscanina con il parroco don Armando Visone, il sindaco Ermanno Masiello, la Dirigente scolastica Bernarda De Girolamo; il sindaco di Alife Maria Luisa Di Tommaso; fedeli laici della Diocesi di Alife-Caiazzo; le suore della congregazione Figlie di Maria missionarie di cui fa parte Suor Ines, figlia del nuovo diacono.

Le parole del Pastore, richiamando le letture della XXX domenica del Tempo ordinario hanno guidato la riflessione e aiutato a leggere questa ordinazione diaconale nell’ottica di un progetto di salvezza che Dio destina al suo popolo e si compie nella storia attraverso messaggeri inviati tra il popolo: erano i profeti di un tempo; oggi la salvezza è data dal servizio della carità “mio, tuo, dei sacerdoti e dei religiosi” inviati ad annunciare la buona notizia e a testimoniarla. “Salvezza è liberazione da ciò che si oppone alla vita; è pienezza di vita, ed è ciò che Dio vuole per tutti gli uomini perché tutti sono sue creature”.
Parole a cui Mons. Cirulli ha fatto seguire l’impegno affidato a Paolo, prima di ricevere l’ordinazione diaconale: “Davanti a Dio non c’è differenza tra gli uomini; il tuo servire sia per tutti indistintamente e senza presunzione” richiamando lo stile indicato da Gesù nel vangelo di Marco della domenica precedente ‘chi vuole essere il primo sia l’ultimo’.

La Parola di Dio è bussola per i credenti, fa luce su ogni scelta vocazionale, in questo caso e per la vita di ogni credente chiamato a dire sì ogni giorno. L’immagine della strada su cui si colloca il cammino di Gesù verso Gerusalemme descritto dall’evangelista Marco, è offerta da Mons. Cirulli come esperienza di vita per tutti i credenti, di ieri e di oggi, ma tutti vinti dalla fatica di porre i propri passi esattamente dietro quelli del Maestro: “Siamo nel Vangelo di Marco; Gesù e i suoi continuano a camminare e incontrano un cieco, uno scarto della società… Tutti sono sulla via, Gesù in testa; e loro dovrebbero mettere i piedi sulle sue orme… Cosa che non avviene se non per quel cieco che in lui vede la salvezza e si mette a seguirlo con cuore veramente libero. La fede lo ha veramente salvato”.

Ecco che ritorna la salvezza, esperienza autentica di fede a cui ogni uomo deve essere guidato dalle persone inviate da Cristo in mezzo al popolo. Il diaconato di Paolo, di quegli uomini che oggi scelgono di servire in modo particolare attraverso la carità, è strada verso questo incontro.

All’omelia del Vescovo sono è seguito il rito dell’ordinazione diaconale: la presentazione di Paolo da parte del Vicario generale; gli impegni dell’eletto; le litanie dei Santi; l’imposizione delle mani da parte del Vescovo e la preghiera di ordinazione. Poi i riti esplicativi quali la vestizione degli abiti diaconali, poi l’abbraccio di pace tra Paolo e Mons. Cirulli e tra lui e i diaconi presenti alla Celebrazione.

Al termine della messa, da parte del Pastore, parole di ringraziamento per tutti coloro che hanno collaborato alla preparazione di questo evento, ma in particolare per il parroco don Armando e padre Massimo Tunno ofm, per aver guidato e accompagnato Paolo verso questo importante passo.

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