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Diocesi di Alife-Caiazzo. “Michele non temere portare Dio agli uomini”, le parole del Vescovo al nuovo Accolito

Domenica in Cattedrale ad ALife, il Vescovo Mons. Giacomo Cirulli ha conferito il ministero dell'Accolitato a Michele Zullo. L'annuncio che presto il giovane sarà ordinato Diacono e poi Presbitero, e la richiesta ai fedeli di pregare per le vocazioni

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Michele Zullo ha ricevuto il Ministero dell’Accolitato in una domenica in cui tutta la Parola di Dio parla di uomini che coraggiosamente hanno annunciato Dio e il suo desiderio di salvezza e di bene per l’umanità. La storia dei Profeti, la vita del profeta Gesù, la testimonianza dell’apostolo delle genti San Paolo rivelano il valore, la fatica, la vocazione, la gioia degli uomini che scelgono di stare dalla parte di Dio, di ascoltarne la voce, di parlare in suo nome, di farsi annunciatori.

Ieri mattina, in Cattedrale, Michele, originario della parrocchia Santa Maria della Valle in Sant’Angelo d’Alife, è stato “benedetto” dal Vescovo S. E. Mons. Giacomo Cirulli: il ministero dell’Accolitato lo vede impegnato all’altare nei riti liturgici, e come dispensatore dell’Eucarestia. La preghiera che il Vescovo ha recitato su di lui è un mandato a svolgere tale servizio nella Chiesa ma anche ad incarnare lo stile di chi, dando la Comunione, si fa testimone del valore che rappresenta quel segno: il corpo di Cristo donato per i fratelli, spezzato per il bene dell’umanità.

Nell’omelia il richiamo alle Letture del giorno (IV domenica del Tempo ordinario), è stato motivo per il Vescovo per ricordare la complessità del legame tra Dio e un popolo che fa della religione, dei riti, delle usanze una esperienza lontana da Dio stesso, per cui l’esigenza di inviare tra gli uomini profeti coraggiosi che mostrino la strada vera, aiutino il popolo a percorrere la via della giustizia, del bene, dell’amore fraterno. La fede, quella che è chiesta all’uomo, è uniformarsi ad un nuovo comandamento, quello della carità.

Richiamando l’esperienza del profeta Geremia, perseguitato dal popolo per la durezza delle parole con cui lo ammonisce per conto di Dio ma fortificato e sostenuto nella sua vocazione da Dio stesso, citando nella seconda lettura l’impegno e la strada della carità che San Paolo sintetizza come l’esperienza di chi “non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità, Mons. Cirulli ha concluso la sua riflessione puntando sul  Vangelo di questa domenica in cui il profeta Gesù, anch’egli perseguitato per la durezza delle sue parole dai suoi “compaesani”, non teme di farsi promotore della vera esperienza che è per ogni credente: “Nazareth – così Mons. Cirulli – dove Gesù passa in mezzo alla folla, sfidando l’ira collettiva di chi pensa di possedere la sua persona e disporre delle sue parole a proprio vantaggio, è anticipo di quell’attraversare la morte, dopo la crocifissione, per entrare nella resurrezione, nella vita vera”. Nelle parole di Mons. Cirulli, l’esperienza dei profeti e quella di Cristo è divenuta invito rivolto ai presenti e in particolare a Michele, a stare dalla parte di Dio, fidandosi, secondo la strada che l’Apostolo Paolo traccia come esperienza concreta ed attuale: “Vivendo quello che Dio ti chiede di fare: amare fino al dono della vita, in totale disponibilità al Dio e al prossimo”.

Alla Celebrazione presieduta dal vescovo, il parroco della Cattedrale don Pasquale Rubino lì dove Michele Zullo presta il suo servizio pastorale; don Mario Rega, parroco di Sant’Angelo d’Alife e don Salvatore Zappulo; i diaconi delle Diocesi di Alife-Caiazzo e Teano-Calvi e con essi un nutrito gruppo di seminaristi: la loro presenza è stata occasione al Vescovo per chiedere una preghiera particolare per sempre nuove vocazioni.

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