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Ucraina: L’anima di un popolo nella fede cristiana e nel martirio

"Non prendete cose non vostre, non fate del male a nessuno, non sparlate, aiutate gli altri e tutto vi andrà bene”: l'anima dell'Ucraina raccontata dai protagonisti: la fede il motore di molte scelte coraggiose che oggi la grande politica rischia di ferire per sempre

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Paolo Bustaffa – La fede ha accompagnato l’Ucraina nel suo cammino verso la libertà e la pace che oggi sono ancora minacciate.
Ogni giorno il pensiero si ferma sulla tensione tra Russia e Ucraina e sulle conseguenze nel mondo. La preoccupazione porta alla memoria la sofferenza immane di un popolo che ha conosciuto in tempi non molto lontani il terrore di un regime che ha massacrato e distrutto in nome di quell’”uomo nuovo”, l’uomo senz’anima, che voleva realizzare.

La tragedia, narrata nel libro “Il martirio della Chiesa cattolica in Ucraina” di padre Pavlo Vyshkovskyy, si leva oggi come un monito al mondo. Giovanni Paolo II il 23 giugno 2001 a Kiev se ne fece interprete: “Terra d’Ucraina intrisa del sangue dei martiri grazie per l’esempio di fedeltà al Vangelo che hai offerto ai cristiani di ogni parte del mondo. Tanti tuoi figli e figlie hanno camminato in piena fedeltà a Cristo, molti hanno spinto la loro coerenza fino al sacrificio supremo. La loro testimonianza sia, per i cristiani del Terzo Millennio, di esempio e di sprone”.

Sono parole che, in un contesto diverso, dicono della grande dignità di un popolo sul quale oggi aleggia la minaccia di una guerra, di un ennesimo atto di disumanità, di un’ennesima percossa agli innocenti e ai piccoli.

“La sera noi bambini – si legge in una delle testimonianze raccolte nel libro di Vyshkovskyy – stavamo in ginocchio e pregavamo insieme a papà che leggeva sul libro delle preghiere. Dopo aver pregato ci dava la ‘lezione’: Bambini miei non tradite Dio neanche per un istante, anche nelle persecuzioni più orribili o nelle difficoltà. Non prendete cose non vostre, non fate del male a nessuno, non sparlate, aiutate gli altri e tutto vi andrà bene”.

Ecco l’anima di un popolo, una luce che oggi si pone come risposta disarmata nel buio delle minacce e dei rumori delle armi. Non ne terranno conto i poteri politici ed economici che si stanno fronteggiando ma già per entrambi si sta profilando un severo giudizio. Non a caso il popolo ucraino chiede solidarietà ad altri popoli, chiede loro di non rimanere alla finestra e di prendere la parola.

L’Ucraina è un Paese con forte vocazione europea. Tutta la sua storia è segnata da eventi che testimoniano quanto profondamente essa, nella sua libertà, è stata legata al destino dei popoli vicini sia nella parte orientale che in quella occidentale.

Questo duplice legame ha radici nella fede cristiana, la fede che ha accompagnato l’Ucraina nel suo cammino verso la libertà e la pace che oggi sono ancora minacciate. Ed è a motivo di questa fede testimoniata spesso fino alla morte che la domanda più insistente è per una vicinanza nella preghiera perché, ricordava il Papa polacco, questa è l’unica azione dell’uomo a cui Dio riconosce piena efficacia.

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