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Appello ai giovani: “c’è bisogno di un nuovo Sì”, don Paolo Vitale responsabile della Pastorale giovanile diocesana

All'indomani dell'incontro dei giovani con Papa Francesco in Piazza San Pietro, si raccontano non solo le emozioni ma anche le prospettive che nelle Diocesi si intendono dare agli adolescenti: conoscere Cristo per appassionarsi al suo Vangelo

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“È stata una giornata indimenticabile. Ricca di emozioni e di incontri. Ancora una volta confermati da Pietro”: il commento di don Paolo Vitale, responsabile del Servizio per la Pastorale giovanile nella Diocesi di Alife-Caiazzo, al rientro della festa dei giovani con Papa Francesco in Piazza San Pietro il Lunedì dell’Angelo.
“Seguimi” il titolo dell’incontro, riferimento alla chiamata dei discepoli da parte di Gesù: la Chiesa Italiana ha chiamato i giovani ed essi hanno risposto; attendevano questo momento di crescita, di confronto con la Parola di Dio ma soprattutto la spinta ad andare avanti ed essere protagonisti nella vita come il Papa ha incitato loro.

Don Paolo Vitale con i giovani della sue Parrocchie

“Ieri mattina per molti la sveglia è stata alle 4 del mattino per ritrovarci puntuali per la partenza. La prima tappa è stata alle catacombe di San Sebastiano dove abbiamo iniziato la giornata con la preghiera con l’Esortazione del nostro vescovo e due testimonianze vocazionali dei prossimi diaconi Mario e Marco di Teano. Il vescovo ha poi consegnato ai 250 partecipanti lo zainetto con il kit della giornata”, le parole del giovane sacerdote che è anche parroco a Castel di Sasso e Treglia, piccole comunità del Monte Maggiore da cui eri ha portato un gruppo di adolescenti, molti per la prima volta al loro incontro con il Papa.

“Successivamente è stato bello il tratto a piedi dalla Basilica di San Sebastiano a piazza San Pietro. Per strada abbiamo condiviso esperienze ma soprattutto fatto nuove amicizie, incontri che segnano la nostra vita fatta di relazioni. In Piazza, sono stati tanti gli ospiti che hanno colpito i ragazzi, ma soprattutto sono stati invasi dalla bellezza del Santo Padre che con il suo sguardo penetrante ha toccato il cuore di tutti. Dopo il ricordo della Piazza vuota durante il lockdown per la prima volta i giovani l’hanno riempita con la loro presenza forte dinamica solare ed entusiasmante: lo ha ricordato Papa Francesco, ma questa è stata l’emozione che da subito entrando nella grande Piazza abbiamo provato tutti. Le parole del santo Padre, appello a tutti i giovani, rimangono indelebili ‘vincere la paura portando alla luce ciò che è nelle tenebre’, la luce stessa dissiperà ogni cosa sanando e guarendo ogni forma di chiusura di isolamento. ‘Forza e coraggio’ le ultime parole che ci aprono ad una nuova era della Chiesa. Il coraggio di osare, di mettere luce lì dove oggi il mondo è invaso da tenebra e terrore, il coraggio di dire ‘eccomi sono pronto per fare la tua volontà’. C’è bisogno di un nuovo Sì, di una nuova adesione alla cultura della vita che nasce al mattino di Pasqua e che non terminerà più! È come la sorgente di un fiume che al nascere zampilla e poi corre giù per le valli per versarsi. Ecco cosa deve essere questo nuovo tempo della chiesa: uscire fuori da noi stessi, dalle nostre incertezze, superando dubbi, amarezze, delusioni, la cultura di morte. Ora è il tempo del terzo giorno per correre come le donne della Risurrezione, come il fiume in piena per una nuova vita: la vita bella del Vangelo che sa di cambiamento, rinnovamento, Pentecoste”.

Poi un appello, un incoraggiamento: “Ai giovani delle nostre diocesi dico non abbiate paura: ‘Voi infatti non avete ricevuto uno spirito di schiavitù per cadere nuovamente nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione per il quale gridiamo: «Abba, Padre»’. Avere un Padre ci dice che non siamo soli, avere un Padre dice che tutti siamo figli, che tutti siamo fratelli e che insieme possiamo osare di costruire una Chiesa bella, nuova, splendente che ogni giorno annuncia che Cristo è risorto e che è veramente Risorto”.

Il ‘terzo giorno’ citato da Don Paolo Vitale deve diventare esperienza; la Resurrezione deve essere evento che tocca la vita degli adolescenti, e questo avviene nel loro incontro lungo la via, con un Maestro, con Gesù di cui bisogna parlare loro perché lo conoscano: “Stiamo progettando un itinerario per la prossima estate che prevede quattro giorni di cammino che porterà i giovani delle due diocesi ad incontrarsi e a fare un’esperienza di fede. I nostri giovani non devono sapere soltanto che hanno un Padre, ma devono conoscerlo e credo che solo dopo la tenebra che hanno vissuto possono vedere l’accoglienza di un Dio che è sempre pronto a perdonare a ricominciare!”

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