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Matese e Monte Maggiore presidi di eccellenti oli di oliva

Koinè - Tonda del Matese di Benedetta Cipriano di Piedimonte Matese e Trebula di Ragozzino - De Marco di Pontelatone ricevono il premio Grande Olio Slow. La Guida agli Extravergine edizione 2022, edita da Slow Food, racconta i migliori oli di oliva prodotti in Italia

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Koinè – Tonda del Matese di Benedetta Cipriano (Piedimonte Matese)

Koinè – Tonda del Matese di Benedetta Cipriano di Piedimonte Matese e Trebula di Ragozzino – De Marco di Pontelatone ricevono il premio Grande Olio Slow. A garantire l’importante riconoscimento a queste due specialità olivicole, le uniche della provincia di Caserta, è la loro derivazione da “pratiche agronomiche sostenibili“, che li rendono orgoglio dell’Alto Casertano e tra i migliori oli del Sud Italia. Le caratteristiche e le proprietà organolettiche, che fanno di essi dei prodotti di nobile fattura, sono recensite nelle pagine della Guida agli Extravergine edizione 2022.

La Guida edita da Slow Food, quest’anno alla 23esima edizione, fotografa ben 750 tra frantoi, aziende agricole e oleifici e recensisce 1.180 oli tra gli oltre 1.500 assaggiati, che sono espressione della straordinaria ricchezza del suolo italiano. Il Belpaese conta un numero significativo di produttori di olio, in aumento rispetto al passato, i quali hanno scelto di aderire al Presidio Slow Food Olio Extravergine italiano, progetto volto a promuovere l’olio autoctono assolutamente biologico, ossia ottenuto senza diserbanti chimici né fertilizzanti di sintesi e tutelare gli oliveti antichi.

Nella Guida sono elencati i vari Presidi olivicoli italiani, con riferimento ai diversi riconoscimenti attribuiti: la Chiocciola indica le aziende (35) che si distinguono per il modo in cui interpretano i valori produttivi (organolettici, territoriali e ambientali) in sintonia con la filosofia Slow Food; il Grande Olio (72) è attribuito agli extravergini che si sono distinti per particolari pregi dal punto di vista organolettico e perché ben rispecchiano territorio e cultivar. A queste caratteristiche, il premio Grande Olio Slow (107) aggiunge il riconoscimento dedicato alle pratiche agronomiche sostenibili applicate. 

Per quanto concerne la produzione olivicola delle regioni del Sud Italia, si registrano dati in linea di massima positivi, sebbene si sia verificata una riduzione importante a seguito della siccità, degli incendi e di fenomeni metereologici imprevisti. Le difficoltà non sono mancate e la conseguenza è stato un andamento instabile dell’annata di produzione nelle campagne del Sud, tuttavia la Guida di Slow Food ci parla di prodotti oleari la cui qualità è decisamente migliorata rispetto al passato.

 

 

 

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