Se maggio è il mese che più di tutti si associa alla devozione mariana, settembre è un altro tempo in cui nel popolo di Dio torna ad esprimersi con gran fervore e partecipazione il legame con la Madre di Dio, celebrata come Vergine Addolorata.

 Un po’ di storia  Nel caso del mese mariano, quello primaverile, in cui si moltiplicano celebrazioni, pellegrinaggi e riflessioni dedicate a Maria, le ragioni sono da ricercare nel lontano medioevo e al pensiero teologico filosofico sorto a Chartres (Francia) fulcro di una scuola da cui vennero pensatori della Chiesa come Bernardo di Chartres, Guglielmo di Conches, Bernardo di Tours, ma anche sede di nascita e sviluppo delle sette arti liberali (quelle del trivio – grammatica, retorica e dialettica – e quelle del quadrivio – artimetica, geometria, astronomia e musica). Maria in questo contesto e nei secoli successivi trova facile accostamento alla nuova primavera, alla fioritura che Dio imprime al mondo. Risale al re di Castiglia e Leon, Alfonso X detto il saggio, il verso «Rosa delle rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica signora, luce dei santi e dei cieli via (…)». Agli inizi del 1700 troverà definitiva conferma la scelta di maggio come mese mariano.
Le celebrazioni di settembre dedicate alla Vergine trovano espressione più avanti, nel XVII secolo: accanto alla data del 14, esaltazione della Croce (festa che ricordava la scoperta della Santa Croce da parte di Sant’Elena e la consacrazione, il 14 settembre del 335, delle basiliche volute da Costantino al Santo Sepolcro e al Calvario in Gerusalemme), trova posto una celebrazione complementare; quella che i padri Serviti celebravano come i “Sette dolori di Maria” divenne per la Chiesa impegno collettivo per riflettere sulla Vergine Addolorata, fedele alla Croce e alla testimonianza chiestale da Dio, il Padre, fin dall’inizio, dal si all’angelo Gabriele.

A Letino, bambini, giovani, adulti indossano il costume tipico nel giorno della Festa di Santa Maria del Castello. In foto il parroco don Samy Antonysamy e il diacono Daniele Cirioli

 Le ricorrenze mariane nella Diocesi di Alife-Caiazzo  Alle date canoniche cui si lega la storia di molte parrocchie e santuari, intrecciando la vita civile e laica dei luoghi, si affiancano altre ricorrenze mariane che fanno di settembre un tempo denso di pratiche pie, di feste e processioni, di più intense riflessioni: la nascita di Maria e il nome di Maria, l’8 e il 12 settembre sono anch’esse áncore di spiritualità. Piedimonte Matese ha celebrato la Madonna della Consolazione lo scorso 2 settembre (parrocchia di Santa Maria Maggiore) e la Madonna della Libera l’8 settembre (parrocchia Ave Gratia Plena); anche Piana di Monte Verna, in questa data ha ricordato Santa Maria a Marciano. Alvignano, Pratella, Raviscanina, Castello del Matese, San Gregorio Matese e Santa Maria Maggiore hanno celebrato l’Addolorata; Alife e Letino la terza domenica di settembre, hanno rispettivamente festeggiato la Madonna della Grazia, e Maria Santissima Regina del Castello proclamata patrona del Matese.

 Cosa chiede Maria agli uomini e alle donne di questo tempo?  Un susseguirsi di date e un ripetersi incalzante di Ave Marie; un continuo ricordare e ricordarci chi era, cosa ha fatto, quale strada ha scelto, quale strada indica all’uomo.

Alife, Madonna della Grazia, la Santa Messa presieduta dal Vescovo Mons. Giacomo Cirulli

Ieri sera, nella celebrazione della Madonna della Grazia in Alife, nell’omonimo santuario fuori le mura della città, davanti ad un’affollatissima assemblea, il vescovo Mons. Giacomo Cirulli ha condiviso la sua personale meditazione che per l’intera giornata (dedicata a tre celebrazioni mariane) lo ha accompagnato quale figlio della Chiesa facendone poi consegna ai presenti: “Anche per me, lei da Madre oggi ha costituito un richiamo ad una attenzione particolare orientandomi ad un continuo esame di coscienza: qual è il mio legame con la Parola di Dio? Cosa ha detto la Parola che oggi hai ascoltato abbondantemente? E sulle cose che accadono che posizione prendi? Trovi il coraggio di rispecchiarti in Lei, fedele testimone della Parola? Cosa devo cambiare di me? Quali forze investo per essere veramente definito cristiano, fedele al Vangelo?”. Invito alla riflessione sulla fede e la testimonianza cristiana da esprimere con forza in un contesto di gravi e intensi conflitti – ha suggerito il Vescovo – che il credente non può rimanere a guardare ma affrontare anche con il personale punto di vista, esprimendolo, manifestando la posizione di ambasciatore di pace, costruttore di fraternità, in famiglia, al lavoro, ovunque…

 La sfida tutta “umana” della Vergine  E Maria anche in questo torna a porsi come modello di Colei che resta – è il caso di Maria sotto la Croce, la vergine Addolorata – a testimoniare che dopo la morte del Figlio, il Suo insegnamento vive attraverso la testimonianza della Madre e dei discepoli. Ecco in lei compiersi il modello autentico del credente, ecco in lei la sintesi del progetto di Dio che sfida i potenti, e nel caso storico, i capi religiosi che condannarono a morte Gesù: “La presenza di Maria accanto al Crocifisso è il momento culminante dell’itinerario di fede da lei iniziato. Da quando fin dal primo momento, ha dato adesione al Dio che ‘rovescia i potenti dai troni’ (Lc 1,52). Non è stato facile per Maria. Il suo collocarsi a fianco del condannato è un gesto di sfida verso quanti lo hanno condannato. Gesù è stato ucciso come un bestemmiatore (Mt 26,65). Ponendosi a fianco del giustiziato, Maria denuncia come blasfema l’istituzione religiosa che lo ha condannato”. Sono le parole di padre Alberto Maggi, dell’ordine religioso dei Servi di Maria, perfetta fotografia di Maria-modello senza paura di fronte alla violenza e agli stereotipi del mondo. Povera, semplice, ragazza, ma scelta da Dio per il progetto di bene donato al mondo.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.