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Piedimonte Matese. San Francesco: “La vetta della santità, meta possibile a tutti”, così il Vescovo Cirulli

Per la festa del patrono d'Italia, la città di Piedimonte Matese si è ritrovata presso il convento francescano di Santa Maria Occorrevole

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La festa di San Francesco d’Assisi, una di quelle che più unisce: il poverello d’Assisi è celebrato patrono d’Italia; la sua vita posta come modello di assoluta conformità al Vangelo. Di lui si è detto infatti l’altro Cristo e più volte lo ha ricordato il vescovo Mons. Giacomo Cirulli durante la Celebrazione che ieri ha presieduto in Santa Maria Occorrevole, la chiesa del convento francescano di Monte Muto a Piedimonte Matese.
San Francesco unisce e riunisce la comunità di Piedimonte Matese particolarmente legata al luogo solitario e silenzioso, immerso nel verde del monte che sovrasta la città, dove in tanti ricorrono per un momento di preghiera e raccoglimento, per ritrovare quella stessa dimensione che fu di San Francesco: il dialogo con Dio attraverso la contemplazione del Creato.

Quella di ieri, una festa diversa e insolita per quanti sono saliti a Monte Muto: ad accogliere i fedeli questa volta non c’erano i giovani novizi francescani che qui trascorrono il loro anno formativo (Santa Maria Occorrevole è sede di noviziato per il Sud Italai): padre Gennaro Russo ofm, guardiano del convento, ha fatto presente a tutti la fatica di questo momento di povertà vocazionale, che pur interrogando sul futuro invita l’attuale comunità a riscoprire ancor di più nella povertà dei numeri la chiamata fondamentale di ciascuno a servire i fratelli e a servirsi tra fratelli; ad aver premura per il lascito della Parola e dell’Eucarestia che il Signore ha fatto ad ogni credente e ad ogni frate che sul modello di Francesco hanno a cuore la vita della Chiesa: andare avanti con letizia, con passione è la missione di oggi.
L’appuntamento a Santa Maria Occorrevole è stata anche l’occasione per presentare ai convenuti i nuovi frati che insieme al Guardiano costituiranno la Comunità che continuerà ad accogliere i fedeli per la preghiera, le confessioni, e le Messe.

Al Vescovo e ai francescani si sono uniti per la Celebrazione eucaristica i parroci della Città don Emilio Meola, don Massimiliano Giannico, don Armando Visone; il cerimoniere vescovile don Angelo Salerno. Presenti autorità civili e militari e un gran numero di fedeli.

“Francesco: lode al Signore! Lode di vita al Signore. In tutta la sua vita non ha cercato altro che conformarsi al Figlio, la lode perfetta”. Il ritratto che il Mons. Cirulli ha presentato ai fedeli del poverello di Assisi, completamente disponibile all’azione dello Spirito Santo che ne ha plasmato i suoi tratti di santo… Un’azione prodigiosa che non esclude nessun uomo: parlare di Francesco è stato per il Vescovo motivo per richiamare l’impegno alla santità che è per tutti: “Lo Spirito Santo attraverso la sua azione ha lo scopo di farci giorno dopo giorno somiglianti a Gesù Cristo… (…) Ma come ha fatto Francesco di giorno in giorno ad essere sempre più somigliante al Figlio di Dio? È partito da dove si deve partire: dalla Parola, dal Vangelo che lui ricordava di accogliere sine glossa, senza aggiungere niente…che non sia Parola”. “È su questa base che lo Spirito Santo ha lavorato è ha fatto di lui quello che tutti conosciamo”.

Parlare di Francesco, tornare sui suoi luoghi, indagarne la vita, le scelte, i sogni, ieri come oggi, puntualmente tornano a suscitare nell’uomo il desiderio di Dio e un più autentico stile cristiano; è possibile che tutto questo accade: le alte vette che ha raggiunto San Francesco sono traguardo possibile “l’uomo forte, mite e umile” ha sottolineato il Pastore, che “ascoltando la Parola di Dio si fa plasmare dallo Spirito Santo cercando di togliere tutti gli ostacoli che ne impediscono l’azione”.

Cosa genera l’azione dello Spirito? Ciò che ha suscitato in Francesco: una radicale inversione di rotta rispetto alle proprie abitudini per conformarle al Vangelo; la scelta libera della povertà che svincola l’uomo dal desiderio di possesso (sulle persone e sulle cose); la coraggiosa scelta di vivere condividendo; il cammino nella Chiesa; il riconoscersi creature amate e pensate; sentire la responsabilità per la cura del Creato, segno concreto dell’opera di Dio.

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