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Diocesi di Alife-Caiazzo, buon Giubileo! Fino al 2023 nella Concattedrale di Caiazzo l’indulgenza ed eventi in onore di Santo Stefano

Sabato 29 ottobre nella Concattedrale di Caiazzo il Vescovo di Alife-Caiazzo Mons. Giacomo Cirulli ha dato inizio ad un anno speciale "di grazia e di misericordia". L'annuncio che la Diocesi realizzerà un "segno" speciale di carità

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La Diocesi di Alife-Caiazzo si è incamminata verso un anno speciale: sabato 29 ottobre, nella festa del patrono Santo Stefano Menicillo, ha avuto inizio uno straordinario giubileo, tempo “di grazia e di misericordia per il popolo di Dio”, come scritto dal Vescovo Giacomo Cirulli nel Decreto di Indizione: tra un anno infatti si ricorderanno i mille anni della morte del patrono, che fu vescovo dell’antica diocesi di Caiazzo.

La Città di Caiazzo che per prima lo venera come patrono, sabato si è svegliata al suono delle campane, segno di festa e di “raccolta” per l’intera popolazione. Le Messe al mattino hanno scandito il ritmo di una giornata attesa come ogni anno e che nella tradizione popolare che è cara all’intero territorio in cui ogni paese celebra un patrono, per molti essa è stata una pausa dal lavoro, un momento di ritorno in famiglia e tra amici. Nel pomeriggio, la processione con i busti reliquiari di Santo Stefano e San Ferdinando D’Aragona, anch’egli vescovo e compatrono di Caiazzo e della Diocesi. Insieme ai fedeli, il Vescovo Mons. Giacomo Cirulli, i sacerdoti di Caiazzo don Antonio Di Lorenzo, Don Giovanni Fusco e don Jean Libog; i seminaristi delle Diocesi di Teano-Calvi e di Alife-Caiazzo; il sindaco della Città Stefano Giaquinto e i Consiglieri comunali; i rappresentanti della Associazioni parrocchiali e dei Gruppi di preghiera, e i tanti fedeli. Ad accogliere la processione e poi partecipare alla Messa quasi tutti i sindaci della Diocesi di Alife-Caiazzo, o loro delegati, coinvolti ufficialmente in questo momento di festa e di preghiera. Momento di significativa unità della Chiesa locale nell’Eucarestia e intorno alla figura di un santo patrono a cui ha preso parte il vescovo emerito Mons. Valentino Di Cerbo. Ad unirsi alla festa di Santo Stefano, come di consueto, la comunità di Macerata Campania, paese natìo di Santo Stefano, accompagnati dal sindaco Stefano Antonio Cioffi.

Sul sagrato della Cattedrale una breve liturgia ha preceduto l’apertura della porta santa spalancata dal Vescovo, segno dell’ingresso in un nuovo tempo “da vivere come Chiesa diocesana con la stessa passione che fu di Santo Stefano nell’annunciare Gesù Cristo, morto e risorto” come ha ricordato il Vescovo nell’omelia.
In chiesa, all’inizio della Celebrazione, il Cancelliere vescovile don Francesco Vangeli ha dato lettura del Decreto di indizione dell’Anno giubilare sancendo formalmente l’inizio di questo tempo speciale; un atto ufficiale cui ha fatto seguito al termine della Messa (in forma privata) la firma del verbale da parte del Vescovo, del Vicario generale Mons. Alfonso Caso, dei sindaci di Caiazzo Stefano Giaquinto e di Alife Maria Luisa Di Tommaso, del Cancelliere vescovile.

I tratti del Vescovo Santo Stefano, delineati da Mons. Cirulli durante l’omelia: riferimento alla storia passata in cui l’antico vescovo seminava la buona notizia, ma anche la prospettiva auspicata per la Diocesi di Alife-Caiazzo in questo anno e per il futuro: l’annuncio appassionato e non stanco del Vangelo; la vicinanza agli ultimi e ai più deboli come seppe fare Santo Stefano Menicillo: “Ha amato i poveri, perché i poveri – ci piaccia o non ci piaccia – sono i preferiti di Dio. E non per un fatto sociale, ma per un fatto profondamente teologico: Dio è padre di tutti”. Ma il modello che Mons. Cirulli ha mostrato in Santo Stefano, e più volte fatto presente ai fedeli, si radica in una esperienza, quella del legame del Santo con Cristo, “nel suo uniformarsi a Lui: “E in questo servizio ci ha messo tutte le forze e tutte le energie che aveva (…): ha annunciato Gesù Cristo crocifisso e risorto in maniera indefessa senza stancarsi mai, senza cessare nemmeno per un istante; lo ha annunciato con la sua sapiente parola, la sua appassionata parola di amante, amato… e poi ha cercato di annunciarlo con le sue opere; l’ha testimoniato con la vita…”.

Torna costantemente nell’insegnamento di Mons. Cirulli l’invito ad unire fede e vita, miracolo che si compie nell’uomo che lascia agire dentro di sé la misericordia di Dio; è l’uomo, come il Vescovo ricorda nei suoi interventi, che si mette in ascolto e si lascia trasformare, così come accade nella vita dei Santi e in Santo Stefano: “Io spero che in questo anno (giubilare, ndr) possiamo vivere un po’ di più concedendo la nostra vita e il nostro tempo al Signore, che sempre agisce e agirà”.

La festa di Santo Stefano, di luminarie e socialità tra le strade cittadine, viene dunque per consegnare alla comunità locale e a quella diocesana un messaggio che resta immutato: Gesù Cristo interpella gli uomini sull’impegno, sulle responsabilità, sul servizio…e a ciascuno chiede di farsi Suo strumento a seconda della chiamata ricevuta.

Al termine della Celebrazione, i ringraziamenti (scarica) di don Antonio Di Lorenzo che guida la parrocchia di Maria SS. Assunta nella Concattedrale, luogo che da sempre custodisce le reliquie del Santo e la sua tomba: parole di riconoscenza e affetto per i presenti: i Vescovi, i confratelli sacerdoti (presenti anche sacerdoti della Diocesi di Teano-Calvi), i diaconi e i seminaristi, i religiosi, i membri delle Associazioni diocesane, le Autorità Civili e Militari, i fedeli…e i collaboratori parrocchiali. Nel riferimento all’attualità che coinvolge il mondo e le più piccole comunità in una esperienza sociale ed economica complessa, il sacerdote ha indicato Santo Stefano come colui dal quale c’è ancora da imparare. La Storia, pur passata, continua a richiamare il bell’esempio di giganti che dopo mille anni si ricordano perché furono capaci di amare in nome di Cristo.

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