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Tutela dei minori e prevenzione degli abusi nella Chiesa. Verso la seconda Giornata di preghiera

Il 18 novembre la Chiesa italiana pregherà per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili. Intanto, continua il lavoro di accoglimento di segnalazioni da parte di centri e sportelli di ascolto diocesani e interdiocesani

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Venerdì 18 novembre la Chiesa italiana pregherà per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili. L’evento, di carattere nazionale, giunge quest’anno alla seconda stagione e coincide con la Giornata europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale, un’occasione che la Chiesa si dà per riflettere su un tema che mantiene in allerta l’intera comunità cristiana.

In occasione della Giornata del 18 novembre il Servizio nazionale Cei per la tutela dei minori ha messo a disposizione sussidi sul tema e Linee Guida, ma tuttavia violenza e comportamenti abusivi a danno dei minori sono fenomeni che richiedono una maturità conoscitiva salda da raggiungere attraverso percorsi formativi, che facciano luce sulla formazione della personalità umana e che chiamano in causa insegnanti, educatori, guide spirituali e altre figure impegnate nella formazione.

Negli ultimi tempi la Chiesa italiana si è attivata per affrontare questa “emergenza”, istituendo servizi ad hoc a livello diocesano, centri di ascolto e sportelli di sensibilizzazione, anche di respiro interdiocesano, per accogliere le richieste di aiuto o segnalazioni di casi, ripetuti o anche solo episodici di violenza a danno di bambini o adolescenti. Resta il fatto che oggi c’è ancora poca trasparenza intorno a questo problema e che alla Chiesa spetta una sempre maggiore assunzione di responsabilità.

Da non sottovalutare, inoltre, la violenza cibernetica sui più piccoli e quindi l’importanza di difenderli da abusi perpetrati online. “Secondo il report BCG Why Children Are Unsafe in Cyberspeace il 93% dei minori fra 8 e 17 anni navigano in internet e il 72% dice di aver sperimentato almeno una situazione di rischio”. (Fonte Avvenire)
Il dato ancora più preoccupante è che solo una minima percentuale espone ai genitori la sua esperienza traumatica e ciò dimostra quanto ancora limitata sia la consapevolezza dei rischi derivanti dal fenomeno in questione.

Sul tema leggiChiesa / Abusi sui minori. Le Diocesi di Teano-Calvi e Alife-Caiazzo attivano il “Servizio Tutela”

 

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