Noemi Riccitelli – «Chi ha provato il volo camminerà guardando il cielo perché là è stato e là vuole tornare»: queste le parole di Leonardo da Vinci, a cui si fa risalire il più antico tentativo di progettare un oggetto volante.
Gli aeroplani, poi, sono stati creati per davvero, esercitando un fascino tutto particolare per generazioni: basti pensare che nell’immaginario collettivo contemporaneo un film come Top Gun è rimasto iconico, riuscendo persino nel suo più recente sequel (Top Gun: Maverick) ad arrivare agli Oscar.
Tuttavia, se quella di Top Gun è una storia tutta “a stelle e strisce”, c’è da ricordare che proprio ieri si è celebrato il Centenario della costituzione dell’Aeronautica Militare italiana, nata il 28 marzo 1923.
Così, per marcare significativamente l’evento, Rai Documentari propone I cacciatori del cielo, primo docu-film sulla storia dell’asso dell’aviazione Francesco Baracca interpretato da Giuseppe Fiorello e con la regia di Mario Vitale, prodotto da Gloria Giorgianni per Anele con Luce Cinecittà, in collaborazione con Rai Documentari, con il Patrocinio e la partecipazione del Ministero della Difesa, Aeronautica Militare e Difesa Servizi, con il Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Il docu-film, in onda stasera in prima TV su Rai1 e disponibile anche su Rai Play, è scritto da Pietro Calderoni e Valter Lupo, con la collaborazione di Mario Vitale e la consulenza storica di Paolo Varriale, storico militare: racconta le gesta eroiche, la vita e l’amicizia di quei pionieri del volo che si distinsero per le loro azioni e il loro coraggio durante la Prima Guerra Mondiale e le cui azioni hanno rappresentato i prodromi dell’Aeronautica Militare.
1915. Francesco Baracca (Giuseppe Fiorello), Pier Ruggero Piccio (Luciano Scarpa) e Bartolomeo Piovesan (Andrea Bosca), tre uomini molto diversi tra loro per estrazione sociale, provenienza e carattere, si ritrovano insieme nel campo di aviazione di Santa Caterina, vicino Udine, sede del primo reparto aerei da caccia e del Comando Supremo.
L’iniziale difficoltà a resistere contro i raid aerei austroungarici verrà superata dalle innovazioni introdotte dal meccanico Piovesan e dalla maestria dei piloti, in primis Baracca, che conseguirà la prima vittoria italiana nella storia dell’Aereonautica, il 7 aprile 1916.
Un successo che indurrà il Comando Supremo a superare le perplessità iniziali e a istituire una squadriglia di élite, la 91ª, per le operazioni particolarmente delicate, affidata a Baracca.
Per le loro imprese, Baracca e Piccio saranno premiati con la medaglia d’oro al valor militare, fino alla tragica morte dell’ “Asso degli assi”, avvenuta a 30 anni il 19 giugno 1918 nel corso di una missione sul Montello, durante la Battaglia del Piave.
I cacciatori del cielo rappresenta un progetto dalle molteplici sfumature: intreccio di fiction, repertori storici, testimonianze e disegni animati.
Il regista Vitale ha dichiarato la sua volontà di affrontare il racconto della nascita dell’Aeronautica Militare non attraverso la facile celebrazione di avvenimenti storici della Grande Guerra, ma puntando attenzione e cura sulle vicende umane e famigliari di Baracca.
In tal senso, significativa è la figura di Bartolomeo Piovesan, il meccanico dei velivoli, spalla fondamentale di Baracca, personaggio di finzione della trama, che è tuttavia necessario per comprendere il forte sentimento di amicizia, fratellanza, comunione che la storia vuole ispirare, e a cui la stessa Aeronautica ha fatto e fa riferimento.
Inoltre, nell’intento di sondare gli aspetti umani, più intimi del profilo di Baracca, la narrazione dà spazio anche alla storia d’amore, breve ma intensa, tra il pilota e la cantante lirica Norina Cristofoli, figura realmente esistita, interpretata da Claudia Vismara: la loro relazione definisce con delicatezza la linea romantica del progetto.
Tutti gli interpreti offrono interpretazioni sentite e vivide: Giuseppe Fiorello, in particolare, che per la TV ha spesso vestito i panni di molteplici personaggi rappresentativi della storia italiana (Salvo D’Acquisto, Giuseppe Moscati, Valentino Mazzola …), dà corpo a un Francesco Baracca fiero, generoso, coraggioso, riuscendo a rappresentare a tutto tondo la figura di colui che è stato un vero e proprio eroe nazionale per il popolo italiano.
Baracca fu, infatti, soprannominato l’Asso degli assi per aver conseguito il maggior numero di vittorie aeree tra i piloti italiani della Grande Guerra e, in assoluto, per aver ottenuto trentaquattro vittorie nei combattimenti aerei.
Inoltre, il suo esempio è stato tale da ispirare persino un altro carattere iconico: Enzo Ferrari.
Infatti, il cavallino rampante della nota azienda automobilistica è proprio lo stemma del cavallino di Baracca, che lo dipinse sulla carlinga del proprio aereo.
Nel 1923 Ferrari, allora giovane pilota automobilistico, in seguito alla vittoria al “Circuito del Savio” di Ravenna, conobbe il conte Enrico e la contessa Paolina Baracca, genitori di Francesco, che, colpiti dalla performance del giovane Ferrari, gli affidarono il simbolo di loro figlio affinché lo apponesse sulla sua macchina, come augurio di ulteriori successi.
I cacciatori del cielo è una storia da scoprire e godere, un classico prodotto televisivo in linea con il servizio pubblico, che permette allo spettatore di approfondire un passato avvincente in una linea narrativa alla portata di tutti.