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Baia e Latina. “A Orecchio”, il libro dedicato al mandolinista Giuseppe Biondillo

Il nuovo lavoro del giornalista Vincenzo Corniello è una dedica all'arte di Giuseppe Biondillo, mandolinista di Baia e Latina uno dei tanti musicisti del paese ai piedi di Monte Maggiore

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Sarà presentato sabato prossimo, 27 maggio, alle 17.30, presso la palestra della Scuola Media Statale di a Baia e Latina, A Orecchio l’ultimo libro di Vincenzo Corniello, giornalista, corrispondente de “Il Mattino” per l’Alto Casertano. Alla presentazione interverranno: il sindaco di Baia e Latina, Giuseppe Di Cerbo; il prof. Enzo Cunti, già dirigente scolastico del Liceo di Piedimonte Matese; la prof.ssa Aida Cortese, dirigente scolastica Istituto Comprensivo di Alvignano; la prof.ssa Angela Faraone, dirigente scolastica Istituto Comprensivo di Alife; il prof. Pietro Boccia, docente universitario; il prof. Michele Leone, pianista e scrittore; il prof. Simeone A. Veccia, scrittore; il prof. Biagio Ciallella, presidente dell’Associazione Filarmonica “A. Vessella” di Baia e Latina; il prof. Vincenzo Corniello, autore del libro.

La pubblicazione racconta la vicenda umana e artistica del mandolinista di Baia e Latina, Giuseppe Biondillo.

Quella del mandolinista baiardo è una storia di sentimenti. Una bella storia, una favola del passato di colui che ha dichiarato di suonare esclusivamente “a orecchio”. È una di quelle fiabe che oggi, con l’imperare della tecnologia e della corsa sfrenata verso il fatuo, non si riscontrano quasi più. Ma soprattutto è un corso di eventi che combina la passione per la musica con l’aspetto umano. Raffigurato egregiamente anche dall’affetto paterno, che nella narrazione appare un elemento di prim’ordine. Nel momento in cui si allude al rapporto padre-figlio in piena seconda guerra mondiale. Laddove era impensabile che Giuseppe Biondillo, a dieci anni (si era nel 1940), decidesse, arbitrariamente, di vendere le campanelle delle caprette che portava al pascolo per comprarsi la prima chitarra: uno strumento musicale, indubbiamente superfluo a fronte dei bisogni primari della famiglia, in quel periodo di incertezze economiche, originate anche alla guerra in atto.

Con il papà che non solo non redarguisce il giovanissimo Giuseppe, ma addirittura acconsente, collaborando economicamente con un’ulteriore elargizione di danaro, per soddisfare la passione del suo figliolo. Andando a perfezionare una simbiosi d’amore non facilmente riscontrabile. Attraverso un’amorevolezza che rappresenta un evento esemplarmente idealizzato. Perché la pubblicazione fa da sostrato ai sentimenti, che sono di primaria importanza. Soprattutto se si accomunano a un aspetto antropologico. Che rivela come la famiglia Biondillo sia da rimarcare perché rappresenta una stirpe che ha fatto della centralità dell’uomo la priorità della propria esistenza. Orgogliosa degli umili natali.

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