Dire “Pellegrinaggio” è materializzare l’immagine di una strada, della fatica, della meta davanti agli occhi, della preghiera, di notti sotto le stelle, di digiuni, di passi condivisi…
Per chi lo vive in questi giorni è molto più di una foto; esperienza che pesa sulle spalle mentre il cuore si alleggerisce ad ogni passo. Si rincorrono soprattutto nei mesi estivi i cammini – in gruppo – verso luoghi sacri in occasione di feste patronali o per onorare una data che storicamente chiama al pellegrinaggio verso un santuario. La Vergine Maria o un Santo sono la meta e il modello di ogni cammino… Accade così per i tanti pellegrini che da vari paesi del Matese partono affrontando decine di chilometri a piedi verso alcune destinazioni: Montevergine, luogo di ritrovo per eccellenza, il santuario divenuto meta di pellegrinaggi nel Medioevo dopo che vi si fu stabilito il suo santo fondatore, Guglielmo da Vercelli nel primo quarto del XII secolo. Testimonianze storiche di pellegrinaggi in questo luogo, oggi in provincia di Avellino, appaiono già in un documento del 1139, con i fedeli che si recavano alla chiesa di Santa Maria di Montevergine per “invocare la misericordia di Dio e il perdono degli innumerevoli peccati”. È di queste ore l’esperienza di pellegrini a Montevergine da Alvignano e da Piedimonte Matese; non mancano anche fedeli da Caiazzo, soliti organizzarsi nelle stesse settimane estive e così da numerosi altri centro del medio Volturno e del Matese. Si parte dai santuari locali partecipando alla messa e ricevendo la benedizione che serve ad affrontare il cammino: mediamente 100 km attraverso le provincie di Caserta, di Benevento e di Avellino, attraversando paesi, campagne, strade sterrate; dormendo in luoghi di fortuna ma anche in spazi ospitali messi a disposizione da associazioni, da privati, dai Comuni attraversati (perché c’è sempre posto per il pellegrino), condividendo tra partecipanti cibo ed acqua, storie, preghiere. Un cammino fatto di parole, di silenzi, di ascolto, di amicizie che nascono o che si rinsaldano in nome di una fede comune. Chi va per un voto, chi per essere perdonato, chi per chiedere una grazia, chi per conoscere Dio in maniera diversa.
Quanti nella Storia dell’uomo! Fin dalle origini del mondo, assumendo espressioni e sfumature diverse: homo viator è una condizione scritta nella carne. Se quello di fede resta il pellegrinaggio per eccellenza nel tempo si consolida anche come esperienza di socialità e di cultura per quei viaggi che vedono uomini e donne assetati di conoscenza superare se stessi e numerosi limiti geografici. Come anticipato è il Medioevo – un tempo nuovo, di superamento del confine che chiude le comunità in città o villaggi – la porta verso questa esperienza che di fatto appartiene da sempre alla natura dell’uomo peregrino, straniero, eternamente in cerca di se stesso e di un oltre che nella maggior parte delle storie assume il nome di Dio.
Ma ritorniamo alle esperienze di questo momento e dei mesi trascorsi: c’è Castelpetroso meta privilegiata per i fedeli del Matese, più vicini di altri al confine molisano: partono da Letino, da Castello del Matese, da San Gregorio Matese percorrendo lunghi tratti tra i boschi, incrociando fonti d’acqua, pascoli, fino alla visione della Basilica minore dell’Addolorata lì fondata dopo la prima apparizione della Vergine a due contadine nel 1888.
Pietrelcina, paese natale di Padre Pio, il francescano canonizzato il 16 giugno 2002 è anch’esso meta di pellegrinaggi da Alife e numerosi altri centri; dalla città romana – tra l’altro sita lungo la Via Francigena, e dunque attraversata quotidianamente da pellegrini diretti al Santuario di San Michele Arcangelo sul Gargano o a Santa Maria di Leuca – parte anche il più breve e tradizionale pellegrinaggio verso il Santuario di San Liberato nella frazione di Calvisi del vicino comune di Gioia Sannitica. Partendo di notte, in occasione della festa patronale di maggio, attraversando campi e strade si risale la collina che ospita il centro abitato ai piedi del Matese. Breve anche il pellegrinaggio che parte ogni 27 giugno dal centro abitato di Alvignano per raggiungere la basilica paleocristiana di Santa Maria di Cubulteria, luogo del rinvenimento delle reliquie del patrono San Ferdinando d’Aragona. Altra meta è il Santuario di Santa Maria delle Grazie a Baia e Latina dove salgono fedeli da Alvignano e Pietramelara.
Non esistono limiti di età: i grandi conducono i piccoli; i piccoli trasmettono la freschezza del loro entusiasmo ai più grandi; ci si soccorre, ci si scambia il sapere. Si sta “alla pari” davanti a Dio a mano a mano che la meta si avvicina.