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Tempo del Creato. La natura, il primo libro scritto da Dio. Sulle sponde del lago Matese la riflessione su crisi climatica e buone prassi

Come cambia il Matese nel racconto di Amedeo Santomassimo dell'associazione escursionistica Matese Discovery; quanto sia sorprendentemente suggestivo lo spiegano un sacerdote e una giovanissima dell'Oratorio Salesiani Don Bosco di Caserta

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Un Matese wow! Ce l’ha tutto il fascino della montagna meravigliosa, sorprendete e unica. Lo conferma chi ci vive con scontata normalità; lo conferma chi ci mette piede per la prima volta e promette di tornarci.

“Una delle pagine del primo libro scritto da Dio, quello della Creazione”, il commento di don Giuseppe Spicciariello sacerdote salesiano che in un fresco week di settembre ha accompagnato i ragazzi dell’Oratorio Salesiani Don Bosco di Caserta per vivere un’esperienza di silenzio, di ascolto, di beneficio per il corpo e lo spirito. “Uno straordinario ecosistema in cui si integrano specie animali, vegetali, e gli uomini, soprattutto i pastori, depositari di antichi saperi e principali custodi del luogo”, racconta Amedeo Santomassimo, guida di Matese Discovery, che si occupa insieme ad altri colleghi di far conoscere il massiccio e le sue caratteristiche, di viverlo in maniera sana, di rispettarne ogni spazio attraverso attività sportive e divulgative insieme; e anche in sinergia con associazioni ambientaliste, Parco del Matese, ricercatori che fanno di questo luogo una eccellente base di appoggio per i loro studi (vai al video).

Una mattina sul lago è l’occasione per scattare l’ennesima foto, mai uguale alle precedenti né a quelle che tra un po’ ci regaleranno autunno e inverno; proviamo a ritrarre l’immagine del potenziale e dello stato di salute del Matese nel contesto globale di cambiamenti climatici e più esattamente della crisi ambientale in atto. Lo facciamo nel Tempo del Creato, quel periodo che i cristiani di tutte le confessioni celebrano dal 1 settembre al 4 ottobre: la prima data, una Giornata mondiale di preghiera; la seconda è la festa di San Francesco l’uomo che ha meglio celebrato la grandezza del Creato consegnando all’umanità il più bel canto di lode a Dio per quei fratelli e sorelle che ha scorto nei segni della natura fino a “sora nostra morte corporale”.

Cielo terso, aria pungente, animali al pascolo; sulle sponde del lago aironi ed anatre; indisturbati volatili un po’ ovunque. Amedeo Santomassimo si prepara ad accompagnare i giovani dell’oratorio casertano lungo le sponde del bacino lacustre matesino per raccontarne la vita e tutto ciò che si muove intorno ad esso, una lunga e intensa narrazione tra luci ed ombre, sollecitando la sensibilità dei più giovani, il loro senso critico, l’impegno civico. E allora via con la natura carsica del lago più alto d’Italia, le sorgenti che vi si immettono; la vita nei canneti che sono habitat di specie volatili per tutto l’anno e stazione di posta per uccelli migratori in autunno e primavera. La mano indica in lontananza le abitazioni dei pastori e il loro esserci a tutti i costi, pur facendo i conti con quello che sta accadendo: cambia il clima, cambia la natura, cambia la vita, cambierà il futuro. L’ultimo inverno – prosegue il racconto – non ha portato neve e le sorgenti non si sono alimentate; il livello del lago si è abbassato e i canneti rischiano di perdere la loro caratteristica e la loro funzione; la carenza di acqua a monte si riflette sulla portata di fontane, di abbeveratoi per gli animali e delle falde vene che alimentano le condotte idriche a valle. Meno escursioni in canoa per evidenti ragioni di sicurezza; meno escursioni all’aria aperta perché difficili sotto il sole cocente. Resta il fresco dei boschi, non più fresco come un tempo. Alla crisi climatica che muta il Matese anche la crisi dei valori civili che ferisce boschi e pianori di cui è pieno questo appennino: il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti resta la spina nel fianco del massiccio quanto fragile Matese con il rischio di abituare le specie selvatiche a fast food proibiti alla natura del loro corpo. Indiscriminate escursioni su due ruote a danno del suolo e del silenzio necessario ai legittimi abitanti dei boschi; illegali azioni di taglio di tronchi, di raccolte di funghi e origano, solo per citare i mali di questa stagione dell’anno (vai al video).

Spera e agisci con il creato, il titolo del Messaggio di Papa Francesco per la giornata del 1 settembre, riflessione di chiara impronta teologica, fa del rapporto tra uomo e natura il paradigma di tutte le cose, di ogni azione armonica a tutela della vita spirituale e degli equilibri naturali: “Sperare e agire con il creato significa anzitutto unire le forze e, camminando insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, contribuire a «ripensare alla questione del potere umano, al suo significato e ai suoi limiti. Il nostro potere, infatti, è aumentato freneticamente in pochi decenni (…)»” (Il testo integrale).

L’impegno dunque non è per il Matese, ma è nelle coscienze di ciascuno perché anche il Matese come altri luoghi di incontaminata bellezza restino tali e garanti di visioni, di ossigeno, di biodiversità.

Le parole di una giovanissima ed estasiata Francesca Balletta dell’oratorio salesiano di Caserta, sull’erba tenera che circonda il lago, esprimono riconoscenza e sottolineano l’impegno che manca: “tutto questo mi ricorda che il Creato continua ad abbracciarci e a coccolarci nonostante noi non lo consideriamo come dovremmo; è una carezza al cuore, all’anima” (vai al video).

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