È stato chiamato “Presepe del Campanile”; la sua posizione ai piedi della torre che annuncia la festa o il dolore e lo scorrere del tempo, lo consacra quale scena che abita il tempo dell’uomo. La nascita di Gesù è questo, il “Dio con noi” nel presente di ogni uomo; è la venuta nella storia di un segno di salvezza e di speranza che ancora oggi, audacemente, si fa spazio nella torbida cronaca di piccoli e grandi fatti. È la pace! La pace possibile che esprime il Presepe e il suo principale protagonista; la pace che si realizza nella mano tesa, nell’ascolto, nello stare dalla parte di chi ha bisogno, nel condividere alleanze per il bene comune e non per se stessi.
Siamo ad Alife, sul sagrato della Cattedrale, dove da circa un mese si lavora all’allestimento del simbolo natalizio per eccellenza e che domenica 15 dicembre verrà mostrato al pubblico. Una struttura, carica di simboli teologici, accoglierà 8 statue a grandezza naturale, di fattura siciliana, realizzate per la Ditta Chianese store di Sant’Antino (NA). Si tratta di un secondo allestimento dedicato al Natale di Gesù che si aggiunge al pregevole presepe in “stile Settecento” custodito in Cattedrale, in una cappella laterale, realizzato secondo la tradizione presepiale napoletana, composto di 56 pastori (dono dei fedeli) e numerosi elementi decorativi.
Il programma dell’inaugurazione
La lunga serata della Cattedrale dedicata alla nuova installazione avrà inizio alle 18.00 con la celebrazione della Messa; seguirà alle 18.45 la cerimonia di inaugurazione e la benedizione del Presepe del Campanile; alle 19.00 la consegna di Pergamene ai volontari che hanno contribuito alla realizzazione del lavoro. La serata andrà avanti al suono di musiche natalizie: le nenie degli Zampognari e un repertorio di musica leggera a cura dei Maestri Nico De Lellis e Pierfrancesca Di Giovanni. Non mancheranno i sapori della tradizione con l’assaggio di un piatto tipico alifano a cura del Comitato festeggiamenti Madonna della Grazia e di dolci locali offerti da “Maestre dolciarie alifane”.
Dentro la scena
La presenza del Presepe sul sagrato è stata concepita come richiamo per i passanti, credenti e non credenti. Esso vuole essere il più forte messaggio di speranza che la Chiesa annuncia al mondo, in modo particolare nell’anno del Giubileo che Papa Francesco aprirà il 24 dicembre. Non a caso la narrazione simbolica della scena ha inizio con l’arco d’ingresso con le porte semiaperte verso la scena della natività: oltre a richiamare la Porta Santa, tale apertura ricorda come attraverso l’incarnazione è stata dischiusa per tutti gli uomini la salvezza. Lo sguardo è poi condotto all’interno dove lo spettatore troverà i due principali avvenimenti di questo tempo: il Natale di Gesù e l’Epifania. Come nel racconto dell’evangelista Luca, la scena mostra Maria, Giuseppe e il Bambino che giace nella mangiatoia; in questo caso la Madre è in ginocchio in atteggiamento di adorazione del Figlio. Il bue e l’asinello completo la tradizionale iconografia. Sulla sinistra un forno, riferimento all’etimologia della parola ebraica Bēt Leḥem “Città del pane”, riferimento a Cristo Pane vivo disceso dal cielo e al pane che il Natale invita a condividere con i più deboli e poveri. Sulla destra una fontana: è la sete di Dio che tocca in ogni epoca la vita dell’uomo e Cristo viene a dissetare. Altro simbolo, un albero di ulivo, segno di pace che il Messia annuncia e realizza con la sua vita. Completano la scena i Magi, personaggi che in ogni epoca e le più diverse teorie hanno provato ad identificare, a collocare in una regione di provenienza, a fissarne un ruolo… L’unica certezza su queste figure sta nell’omaggio, nell’adorazione, nella venerazione che faranno al Bambino, non appena la Stella li avrà condotti da lui. Gli uomini che messa da parte la loro sapienza, ne hanno riconosciuta una di più grande nel Figlio di Dio.