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Baia e Latina. “Progetto Unito”, l’esperimento sociale guidato dal Maestro Leone per saldare il paese

Diversi i tentativi condotti nel tempo per arginare la rottura tra i residenti delle frazioni "Baia" e "Latina". La formazione filosofica del musicista MIchele Leone, alla guida di una originale ensemble musicale fa dell'ostacolo storico un trampolino di lancio

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L’esibizione di Progetto Unito il 1 gennaio 2025

VICO – Non sembrerebbe vero! Ma il maestro Michele Leone, con la sua corale “Progetto unito”, pare stia riuscendo dove altri hanno mancato. Il riferimento alla concretizzazione della unificazione tra gli abitanti di Baia e di Latina. Perché “Progetto unito” non è solamente la una corale polifonica, ma anche un modo per riunire una popolazione, quella del comune di Baia e Latina, che da sempre ha visto nella congiunzione “e” un insormontabile muro, quasi invalicabile. A tal punto che, in tanti anni, quasi nessuno è riuscito a far cadere pienamente quello steccato, nonostante sforzi variegati.

E così risulta proprio vero che la musica riesce dove gli altri hanno fallito, dimostrando sempre più di avere poteri illimitati. E una potenza straordinaria.

In proposito c’è da sottolineare che la Chiesa è stata la prima ad assumersi l’onere di sanare tale divario, incomprensibile a tanti. Dopo aver constatato che i segnali di divisione, a Baia e Latina, erano palesemente manifesti. Tanto che il Santo Protettore non è unico, come è di norma per la stragrande maggioranza dei comuni d’Italia, ma per Baia è San Vito, mentre per Latina è San Lorenzo. C’era, poi, la questione primo cittadino che ha visto sempre eletto un abitante di Baia, a mo’ di pretesa, per il diritto derivante dal fatto che quella borgata ha un numero di abitanti superiore a quella di Latina.

Nel 2004 «forse è arrivato il momento di iniziare a pensare seriamente di togliere la “e” dalla dicitura Baia e Latina». Così parlò don Franco Pinelli, diventato l’unico parroco delle chiese locali e il promotore di un’ini­ziativa che non era soltanto finalizzata alla modifica del toponimo. «Biso­gna proprio eliminare quella congiun­zione – pensò il prelato – affinché già dal punto di vista simbolico si possa pensare di riunire le due frazioni. Perché a Baia e Latina sussistono due monumenti ai Caduti, uno a Baia e un altro a Latina, – rifletté don Franco – e si celebrano due commemorazioni distinte e sepa­rate, quasi come se non fossero i martiri dello stesso Comune».

E, dalle parole ai fatti, il parroco decise la costituzione di un unico gruppo parrocchiale. «Ma poi – spie­gò – tocca alle persone più mature dare il loro contributo. Già abbiamo portato avanti, come gruppo parroc­chiale, delle iniziative unitarie, come a carnevale. Nella domenica delle Pal­me, poi, è stata celebrata, per la prima volta, un’unica messa a differenza degli altri anni quando venivano offi­ciate due celebrazioni eucaristiche diverse: una per Baia e una per Lati­na. E, almeno per quanto riguarda i defunti, abbiamo assodato che sono tutti dello stesso Comune, celebrando per la prima volta una sola Messa, il due novembre».

Ancora altri intendimenti da parte del parroco furono quello «di creare un centro multimediale dove organizzare attività culturali per i gio­vani e proporre loro un’alternativa ai bar, che sono unico punto di incontro per superare la pesantezza della quo­tidianità di un piccolo centro. Oltre a un giornalino parrocchiale».

Nel marzo 2006 a Baia e Latina i segnali di divisione erano ancora evidenti. Tanto che un gruppo di giovani locali pensò di denominare un comitato civico, «Tra Scilla e Cariddi». Ad intendere, come riferì la presidente, Nadia D’Onofrio, «due mostri da distruggere, per contri­buire alla creazione di un unico raggruppamento comunale che abbia lo scopo – dichiarò D’Onofrio – di far crescere la nostra municipalità in uno spirito di collabora­zione costruttiva».

A dirimere quella a dir poco strana divisione ci provarono Biagio Cialella, Eduar­do D’Angelo, Giuseppe De Ninno e Wiliams Landolfi che, qualche anno dopo, elessero una giovanissima presidente del direttivo di un’associazione. Con l’obiettivo di «far venire prima l’interesse collettivo ri­spetto a quello “borgataro” e di valo­rizzare il potenziale umano e cultura­le, con pari dignità tra le due comuni­tà». Sottolinearono all’epoca in un volantino di presentazione del neo comitato civico.

Nel settembre del 2006, delle frizioni tra le due frazioni, se ne fece carico l’arci­prete di Latina, don Ciro Papa, tentando un simbolico atto di conciliazione. Infatti, in occasione della festa patronale di Latina, per la prima volta, portò in processione anche a Baia l’immagine della Vergine che, da circa tre secoli, rimane, per gran parte dell’anno, nel Santuario a lei dedica­to sul monte Sibia, nei pressi del castello di Latina. E l’accoglienza fu partico­larmente calorosa da parte dei baiardi, accorsi in massa al corteo religioso e a quella festa che era iniziata tra lo scettici­smo generale.

A Baia e Latina, inoltre, c’è anche una “questione culturale” che si trascina da sempre. Perché, in linea di massima, a Baia si rilevano i “Letterati”, mentre a Latina i “Musicisti”. Tanto che anche la locale Banda Musicale ha sede nella frazione di Latina.

Da qualche tempo è arrivato “Progetto unito”, che pure è espressione delle locali parrocchie dato che fu il sacerdote che le guidava, don Antonio Sasso, a dare il primo impulso. Infatti la prima direzione del coro fu affidata, dal parroco del tempo, al professore Antonio Di Cerbo. Poi il passaggio al maestro Michele Leone. Che, probabilmente, ha qualche marcia in più per garantire il successo dell’intendimento. Non fosse altro perché il professore Leone, oltre ad essere diplomato in Pianoforte, è laureato in Filosofia. E soprattutto perché non è solo un apprezzato pianista, ma ha collaborato con la rivista “La Redazione giovani” scrivendo numerosi articoli di critica musicale. Oltre ad essere accademico de “Il Convivio” (Acc. Internazionale – Catania) e dell’Acc. Internazionale “L. Mazzocco Angelone” di Isernia. E socio dell’associazione culturale “Civitas et Humanitas”, di Cassino, e del “Centro per la Filosofia italiana” di Monte Compatri – Roma. Anche perché del professore Leone si annotano diverse pubblicazioni, inerenti la poesia o la saggistica. O ancora pubblicazioni riguardanti la critica musicale e tanto altro ancora.

Ma le probabilità di riuscita nella tanto agognata “unificazione” a Baia e Latina sono da accreditarsi anche al fatto che il professore Leone ha unito alla corale anche la “Chorus Project Orchestra”, pure composta da musicisti baiardi e latinesi, e dall’ingerenza umana che è stato capace di intromettere in quella aggregazione musicale. Tanto da farla divenire un complesso formato da più anime. Nel quale ha incluso la sua competenza, la sua pacatezza, il suo rispetto verso gli altri e la sua capacità nel comprendere situazioni e obiettivi.

Assieme, poi, al suo modo di fare cordiale e affabile che genera serenità e armonia, il professore Leone ha cercato innanzitutto di eliminare il problema del disordine sociale che si palesava nel gruppo. Sempre convinto dell’antico pensiero che “se vuoi l’arcobaleno devi sopportare la pioggia”. Dato che è unanime il pensamento che tendiamo sempre a volerci sbarazzare dei problemi e delle responsabilità dimenticando che il nostro successo è determinato dal superamento di ogni difficoltà. E di conseguenza gli ostacoli sono stati trasformati in trampolini. Anche per effetto di una competenza smisurata del maestro Leone nel settore musicale.

Infine, ma non per ultimo, ha contribuito in modo determinante la predisposizione innata di leader del professore Leone. O meglio di animale sociale: uno che ispira piuttosto che dirige. Con la sua risaputa empatia, una capacità di comprendere i processi psichici degli altri. Insomma, una persona al di sopra delle parti che non si gira di spalle, ma che risolve problemi degli altri senza “cazziarli”.

Ora si naviga a vista, ma il mare sicuramente appare meno agitato.
E il tempo, come sempre, sarà galantuomo.

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