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Parco Nazionale del Matese. La Consulta delle associazioni esclusa dal confronto con la Regione. Appello a Bonavitacola

Dopo che il MISE (Ministero Ambiente e Sicurezza Energetica) ha fornito i dati ufficiali di perimetrazione, zonizzazione e norme di salvaguardia del Parco Nazionale del Matese, si teme che la politica voglia alimentare “mal di pancia di origine campanilistica se non elettoralistica” che muterebbero l'assetto del Parco nascente

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La Consulta delle Associazioni del Matese scrive al Vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola per chiedere coinvolgimento e trasparenza nella fase conclusiva dell’iter di realizzazione e ufficializzazione del Parco Nazionale del Matese. La voce si alza alla vigilia di una convocazione – il 16 gennaio –  in cui Bonavitacola ha chiamato presso l’Ente regionale i sindaci dell’attuale Parco Regionale del Matese, il suo Presidente Agostino Navarra, il Direttore generale per la Difesa del Suolo e dell’Ecosistema in Campania Michele Palmieri, l’ex presidente del Parco del Matese Vincenzo Girfatti.

Un incontro telematico su cui la Consulta, oggi guidata da Franco Panella presidente del Cai Piedimonte Matese, esprime dubbi già a partire dalla “genericità dell’ordine del giorno: procedure per le Costituzione dell’Ente Parco”, si legge nella nota, “come se i quasi otto anni trascorsi dalla istituzione, con legge dello Stato, del Parco Nazionale del Matese, fossero passati invano”.

Franco Panella, presidente Consulta del Matese

Le ragioni di tale preoccupazione sono nella premessa che Panella firma ed invia a Bonavitacola a nome di tutti coloro che rappresenta tra le associazioni del Matese distribuite tra le province di Caserta e di Benevento : “Lei sa bene che, in passato, in casi analoghi, si è privilegiato un metodo partecipativo e trasparente: due audizioni regionali, numerosi incontri presso la sede del Parco Regionale con la presenza di rappresentanti dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, pubbliche assemblee presso i comuni. In tutte queste occasioni, è sempre stata assicurata la libera partecipazione delle associazioni territoriali rappresentate da questa Consulta”.

Chiedono di esserci e portare il loro contributo, come fatto fino ad oggi – occupandosi in maniera disinteressata da logiche di partito e di politica – alla cura, alla custodia, allo studio, alla divulgazione scientifica e culturale sul Matese: operano infatti in tale ottica gli Associati di gruppi sportivi, ricreativi e culturali, spesso in sinergia, condividendo il sogno di Parco Nazionale e lavorando per esso fin da quando nel 2018 è nata la Consulta.

In poche parole, sottolineano gli Associati, non serve impostare il discorso sulle procedure per la Costituzione del nuovo Ente Parco, perché tutto è già stato detto, fatto, sottoposto al vaglio scientifico, tecnico e giuridico “difficilmente opionabili” che ha consentito al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica il 24 novembre 2024 di inviare agli enti interessati la perimetrazione e zonizzazione e le norme provvisorie di salvaguardia.

Insomma il Parco Nazionale del Matese esiste. I suoi confini anche. “il tempo per ulteriori limature”, scrive la Consulta, “appare limitatissimo”. Ma la preoccupazione forte che viene dai suoi membri è “il rischio di amplificare “mal di pancia” di origine campanilistica se non elettoralistica”: c’è piena consapevolezza, date le manifestazioni pubbliche di qualche amministratore locale ad escludere dal perimetro del parco alcuni comuni, pur essendo questi di natura, storia e geografia pienamente nell’area indicata. Probabilmente le ragioni e il vantaggio – che è a tutela dell’ambiente e dei suoi cittadini – non sono ancora chiari, non sono mai stai accolti, mai approfonditi da chi è detentore della responsabilità politica e morale su cui si fonda il futuro del territorio. Direzione diametralmente opposta alle abitudinarie campagne elettorali in cui la scena propone la cura dei luoghi, del bene comune, lo crescita umana e sociale del territorio. E il Parco Nazionale del Matese sarebbe l’esperienza e la filosofia da cui partire.

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