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Al monastero Di Ruviano la festa di San Roberto di Molesme, nel luogo dove preghiera e cultura uniscono a Dio

Dal 2009 nella Diocesi di Alife-Caiazzo ha sede una comunità monastica nata sull'esperienza cistercense proposta dal monaco francese vissuto tra XI e XII secolo

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Foto di repertorio

Una domenica di festa e di ritorno alle origini per il Monastero di Ruviano; il 26 gennaio, infatti, la piccola comunità monastica che abita la suggestiva collina in via Morroni, celebra il suo patrono San Roberto di Molesme: alla sua spiritualità infatti si ispira la vita quotidiana, la spiritualità dei monaci e e monache, delle famiglie che qui vivono comunitariamente. Fondato nel 2009, il Monastero di Ruviano nasceva dall’esperienza di due sacerdoti della Chiesa di Napoli, padre Fabrizio Cristarella Orestano e padre Giampiero Tavolaro, che pronunciavano la loro professione monastica alla presenza dell’allora vescovo di Alife-Caiazzo mons. Pietro Farina. Da allora la presenza della comunità monastica in questa Diocesi è motivo di benefici spirituali, di forti provocazioni culturali: numerose le occasioni in cui i monaci portano il loro contributo alla crescita delle comunità portando l’esperienza di studio della Parola di Dio che si trasforma in proposta di cambiamento interiore, Vangelo dialogante con l’uomo, strada impegnativa e bella da percorrere.

San Roberto da Molesme, francese, considerato il fondatore dei Cistercensi, si distinse per la pietà con cui visse la sua vocazione e l’impegno di riportare la vita monastica del suo tempo all’osservanza della Regola, ristabilendo l’essenzialità, la semplicità, il lavoro, lo studio, la preghiera come impegno primario.

Nella chiesa del Monastero di Ruviano alle 12.00 verrà celebrata la Messa; al termine seguirà un momento conviviale con quanto vorranno unirsi alla festa del Monastero. Durante il pasto ci sarà una pausa artistica in cui l’attore Fulvio Sacco reciterà delle pagine del libro “Tre frati ribelli” di Padre M. Raymond che è la narrazione della vicenda di San Roberto e dei suoi primi due compagni Sant’ Alberico e Santo Stefano Harding con cui fondò il Monastero di Citeaux (da cui prese appunto le mosse la riforma Cistercense). “Una storia ed un libro molto importanti per la nostra scelta monastica e per la vita di questo Monastero”, come ricorda il priore padre Fabrizio Cristarella Orestano, estendo l’invito alla festa ai numerosi amici del territorio diocesano.

 

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