Attendere la Luce, riconoscerla, accoglierla, farsene testimoni nel mondo. Quattro movimenti che sintetizzano la riflessione del vescovo Giacomo Cirulli nella Giornata Mondiale della Vita Consacrata che le Diocesi di Teano-Calvi, di Alife-Caiazzo e di Sessa Aurunca hanno vissuto ad Alife domenica 2 febbraio, giorno in cui la Chiesa celebra la Presentazione di Gesù al Tempio, comunemente ricordata come Candelora. La luce, elemento protagonista di un momento che attraversa la storia e il tempo: essa è in Gesù, bambino condotto al tempio dai genitori in risposta alle prescrizioni della Legge ebraica, la Torah, venuto ad “illuminare le genti”; e poi divenuto luce che si affida alla missione di chi nel mondo è chiamato a testimoniarne il Vangelo, coloro che hanno scelto di consacrare a Lui tutta la vita.
Il primo appuntamento è stato nella chiesa di Santa Caterina, dove religiosi e religiose, consacrate e fedeli laici, seminaristi e diaconi, sacerdoti e vescovo si sono riuniti per la preghiera dei Vespri e la benedizione delle candele; poi in processione il corteo ha raggiunto la Cattedrale per la celebrazione della Messa. “Ringraziamo Dio per la vostra presenza; voi siete la luce di Cristo che si riflette su tutta l’umanità, su tutto il creato”, le parole con cui il Vescovo si è rivolto a tutti i religiosi presenti, per ringraziare della missione che quotidianamente e tra la gente si compie nel mondo, per sollecitare ad una testimonianza gioiosa “che mostri il volto più autentico e affascinante di Gesù”, ha spiegato il Pastore; per chiedere all’intera famiglia diocesana presente la preghiera per il dono di sempre nuove vocazioni alla vita religiosa di cui oggi in Italia e in Europa si registra un tragico calo.
Nell’omelia mons. Cirulli ha dedicato tempo al primato della Parola di Dio nella vita di quanti attendevano e accolsero il Messia, le figure dei protagonisti che il Vangelo di Luca descrive con chiare pennellate nelle loro azioni, in quei gesti che rispondono agli impegni che il Signore chiede: Giuseppe e Maria nell’accompagnare il loro primogenito maschio al tempio per offrirlo al Signore; gli anziani Simeone ed Anna, custodi della Legge nel luogo Santo della città di Gerusalemme, in preghiera e in attesa del Messia, immagine di quell’umanità che ha sperato e vissuto secondo la Legge. Sono i modelli, i capisaldi a cui mons. Cirulli chiede di ispirare “le nostre vite. Ma ai consacrati un impegno più vivo, quello di “essere segno del Regno di Dio già presente in mezzo a noi”, esperienza che il Pastore definisce di per sé, per la vocazione ricevuta, “un dono”, aggiungendo che “ogni dono che Dio fa richiede una responsabilità: prioritario dedicare tutta la vita a Lui e farlo vivere nella vita dei fratelli e delle sorelle. Attraverso di voi, le donne e gli uomini di questo mondo devono vedere il segno di Qualcuno che è presente e non è l’assente della Storia”.
Al termine della Messa, parole di ringraziamento da parte del Vescovo a quanti hanno partecipato e curato la Celebrazione; una parola di riconoscenza e affetto alle numerose religiose presenti nelle Diocesi dell’alto casertano provenienti dai Paesi extraeuropei, asiatici e sudamericani: “La vostra risposta a Dio, la vostra presenza è il frutto dell’opera compiuta da tanti missionari partiti dall’Italia e dall’Europa per evangelizzare e portare aiuto ai Paesi più lontani; la vostra presenza ci sta restituendo un dono straordinario”.