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Speciale Giacomo Vitale. Su Clarus, a puntante, il commento alle lettere tra il sacerdote e Giuseppe Toniolo

Il più grande esponente italiano della scuola etico-cristiana ispiratore dell'enciclica sociale Rerum Novarum di Leone XIII e dell'Università cattolica del Sacro Cuore seguì gli studi universitari del sacerdote Giacomo Vitale originario di San Gregorio Matese

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Nel 2016 lo storico Armando Pepe di Piedimonte Matese pubblica l’inedito scambio di lettere tra Toniolo e Vitale custodito fino ad allora presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. Fino ad allora la ricerca e l’interesse dei cultori di storia locale, come pure degli ambienti ecclesiali, non si erano mai affacciati ad un simile patrimonio da cui emerge il valore stesso del sacerdote matesino – Vitale appunto – di brillante preparazione e formazione: il suo impegno sociale, da adulto, ne avrebbe confermato lo spessore che il professore Giuseppe Toniolo ne descriveva (l’articolo del 2016).
Armando Pepe riprende quegli scritti, questa volta preceduti da un commento che inquadra il contesto storico e pastorale. 

Giuseppe Toniolo e la formazione del clero tra fede e impegno accademico: la lettera a don Pietro Del Prete sulle condizioni di salute di don Giacomo Vitale (1909)

di Armando Pepe
Giuseppe Toniolo e il contesto cattolico del tempo
La lettera mostra il ruolo attivo di Giuseppe Toniolo (1845-1918), economista e sociologo cattolico, nel sostenere giovani ecclesiastici negli studi universitari. Toniolo fu una figura di spicco del movimento cattolico sociale, vicino alla Rerum Novarum (1891) di Leone XIII, e promotore di un’educazione che coniugasse dottrina cristiana e scienze sociali. Il suo interesse per la formazione del clero riflette l’impegno cattolico nella costruzione di una classe intellettuale capace di rispondere alle sfide della modernità.

Il ruolo di don Pietro Del Prete e della diocesi di Alife
Il destinatario, don Pietro Del Prete, è indicato come rettore del seminario piedimontese, ovvero un’autorità accademica o ecclesiastica con responsabilità educative. La menzione del vescovo Settimio Caracciolo di Torchiarolo indica come la diocesi di Alife fosse attenta alla formazione del clero locale, inviando sacerdoti a studiare in altre città, come Pisa. Questo è un indizio della crescente importanza dell’istruzione superiore per il clero nel contesto post-tridentino, soprattutto in un’epoca di laicizzazione dello Stato italiano.

La malattia e l’assistenza al clero
La descrizione della malattia del sacerdote don Vitale mostra la precarietà delle sue condizioni di salute. La diagnosi suggerisce una forma di artrite reumatica con complicazioni cardiache. È significativo che Toniolo sottolinei la carità cristiana con cui il malato è assistito, evidenziando la centralità della solidarietà nella comunità cattolica. L’intervento del cugino medico, di Alife, dimostra che il sacerdote proveniva da un ambiente con legami familiari molto solidi.

Giacomo Vitale e Giuseppe Toniolo

L’importanza degli studi ecclesiastici e le prospettive di carriera
La lettera insiste sulla brillantezza accademica del sacerdote Vitale e sulla possibilità che, nonostante la malattia, possa concludere il suo percorso di studi e laurearsi. Questo sottolinea il peso che la Chiesa attribuiva alla preparazione culturale del clero. La laurea da conseguire era in Lettere, ambito fondamentale per una formazione pienamente umanistica, specie in un periodo in cui la Chiesa cercava di affermarsi come baluardo culturale di fronte alla crescente influenza dello Stato liberale.

Fede e rassegnazione cristiana
L’ultima parte della lettera è tipicamente improntata a una visione provvidenzialista della malattia: Toniolo e Vitale accettano la sofferenza come una prova divina, chiedendo preghiere al vescovo e al rettore. Questa mentalità era profondamente radicata nel cattolicesimo dell’epoca, in cui la malattia non era solo un evento medico, ma anche un’esperienza spirituale.

Conclusione
La lettera di Toniolo è un prezioso documento che offre uno spaccato sulla formazione del clero, le reti di solidarietà ecclesiastica e il rapporto tra Chiesa e cultura accademica all’inizio del Novecento. Rivela inoltre il ruolo di personalità come Toniolo nel sostenere giovani sacerdoti meritevoli, a conferma del legame tra pensiero cattolico e impegno sociale in un’epoca di grandi cambiamenti.


La lettera di Giuseppe Toniolo a don Pietro Del Prete, 7 giugno 1909 

Pisa, li 7 giugno 1909

Ill.mo Rev. Sig. Rettore Del Prete,
Io ebbi l’onore di comunicarle l’esito veramente felicissimo degli esami di sessione straordinaria di aprile del sacerdote Vitale. Egli se n’incoraggiò talmente, che mercé lo studio sempre più assiduo sorretto da una mente vigorosa e sottile, si proponeva di affrontar in luglio o alla fine del corrente giugno, gran parte degli esami rimanenti, per completare poi la sua tesi in autunno e laurearsi a novembre, certo con grande onore.

Disgraziatamente però debbo comunicarle-, per desiderio di lui stesso, impotente a scrivere-, che da giovedì scorso si pose a letto con febbre non più interrotta e con acutissimi, sebbene vaganti, dolori artritici, che assolutamente gli rendono impossibile il minimo movimento nel letto, senza soccorso altrui. Il medico è impensierito, perché alla sofferenza non piccola e certo lunga si aggiunge una debolezza di cuore alquanto allarmante.

Egli è assistito nella famiglia ove alloggia, presso casa mia, da una santa e caritatevole signora, giorno e notte, con grande pena e fatica, che la medesima-, finché possa reggere, affronta ben volentieri. Ma potrà continuare?

In ogni modo il Vitale fece scrivere al cugino medico in Alife-, che oggi gli telegrafò-, confortandolo.

Ma il Vitale, avvilito d’animo e prostrato di forze, m’incaricò d’informare anche Vostra Signoria Reverendissima e Sua Eccellenza Monsignor Vescovo della prova cui Dio volle sottoporlo, raccomandandosi alle lor preci. Se egli superasse in poche settimane la malattia, io non mi preoccuperei dei suoi studi. Credo che a novembre darebbe-, del pari, con successo-, esami e laurea, tutto di un tratto. Intanto speriamo in Dio e nella Vergine Santissima.

Con perfetto ossequio,
Devotissimo Prof. Giuseppe Toniolo

Fonte
https://www.storiadellacampania.it/carteggio-tra-giuseppe-toniolo-e-don-giacomo-vitale

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