Torna l’appuntamento annuale con Fra Umile Fidanza, il francescano questuante per il quale nel dicembre 2023 la Diocesi di Alife-Caiazzo ha avviato un processo diocesano per raccogliere le testimonianze sulle sue virtù spirituali in vista di una possibile beatificazione: è questo il sogno che accomuna le migliaia di fedeli che lo pregano e che nel suo nome si impegnano in gesti di carità verso i più poveri e bisognosi, così come lui fece in vita.
Il prossimo 3 marzo, come ogni anno, in occasione dell’anniversario della sua morte avvenuta nel 1990 giungeranno in area matesina fedeli provenienti da tutta la Campania, dalle isole, dalla Toscana. Un pellegrinaggio che per alcuni si ripete anche mensilmente, ma che in questa circostanza primaverile raccoglie grandi numeri e richiede la necessaria organizzazione dell’ordine pubblico. La prima tappa dei fedeli di Fra Umile è presso il Santuario di San Liberato a Calvisi, frazione del comune di Gioia Sannitica dove nacque Giuseppe Fidanza, questo il suo nome di battesimo; il piccolo luogo sacro accoglie lunghe file di persone in preghiera che seguendo il percorso obbligato li porta davanti alla tomba del frate: gli si affidano preghiere e suppliche, si depongono preghiere di grazie per quanto ricevuto; c’è l’intimità di un colloquio come con una persona di famiglia, un amico mai stanco di ascoltare… Alle 10.00 previsto il passaggio nella Cattedrale di Alife per pregare il Rosario e accostarsi al Sacramento della Confessione; quest’anno la Cattedrale, che è chiesa giubilare, offrirà ai pellegrini che pregheranno secondo le indicazioni della Chiesa anche l’indulgenza plenaria. Alle 11.30 il vescovo Mons. Giacomo Cirulli presiederà la celebrazione eucaristica e aggiornerà i presenti sul processo diocesano ancora in corso.
Vita e spiritualità di Fra Umile
Giuseppe Findanza fin da adolescente frequentò il convento francescano di Santa Maria Occorrevole nel vicino comune di Piedimonte d’Alife che raggiungeva percorrendo l’antica mulattiera fin su Monte Muto. Iniziò da giovanissimo ad appassionarsi alle vicende di San Pasquale Bylon di cui, da adulto, fu appassionato narratore e profondo conoscitore tanto da assumerlo come modello spirituale. Dopo il servizio di leva nel Reggimento di Artiglieria da Campagna di stanza a Cesena coronò il proprio sogno di apostolo di Dio vestendo l’abito di terziario l’8 dicembre 1932, solennità dell’Immacolata Concezione. Assunse così il nome di fra Umile in memoria del santo francescano calabrese Umile da Bisignano vissuto tra fine Cinquecento e inizio Seicento. Il suo impegno fu quello di frate questuante nei paesi della piana alifana fino all’autunno del 1933 quando venne inviato al convento francescano del Granatello di Portici, il luogo in cui la sua personalità e spiritualità incroceranno la vita di centinaia di persone, in numero sempre crescente accorse per incontrarlo.
La crescente devozione dei fedeli
Forte spiritualità eucaristica, vita di preghiera, devozione alla Madonna e a San Pasquale Bylon, doni carismatici come la preveggenza e la guarigione fisica e spirituale: sono le caratteristiche che lo distinsero, divenuti elementi chiave per l’apertura del processo diocesano verso la beatificazione. Virtù che ancor prima di questa tappa, hanno testimoniato decine di fedeli quando lentamente intorno al suo nome nascevano esperienze associative e spirituali che la Diocesi di Alife-Caiazzo iniziava a seguire ed accompagnare con i Vescovi Mons. Farina prima, e Di Cerbo successivamente, quest’ultimo firmatario dello Statuto che regolava definitivamente la vita dei Gruppi di preghiera “Fra Umile Fidanza” e disponeva la traslazione delle spoglie del frate dal cimitero di Calvisi al vicino Santuario di San Liberato nel 2019.
Il processo diocesano
Eredità accolta dal vescovo Cirulli che ha continuato ad accompagnare, con il supporto degli assistenti spirituali e dell’assistente spirituale generale dei Gruppi, don Cesare Tescione, il cammino dei fedeli accogliendo le testimonianze dei segni attribuiti a Fra Umile da coloro che lo pregano e lo invocano. Valutare tutte le condizioni affinché possa esserci un processo di beatificazione; ascoltare chiunque possa essersi sentito guarito dal frate nel corpo e nello spirito; affidare al discernimento della Chiesa Cattolica la scelta che conferma o meno le virtù del francescano: questa la strada intrapresa dal Pastore quando decideva di aprire la fase diocesana del processo. Da allora, era il dicembre 2023, numerose sono le testimonianze che il Tribunale continua a raccogliere da parte di giovani, adulti, disabili, coppie di sposi, anziani; testimonianze dirette e indirette che arricchiscono il racconto sulle virtù di Fra Umile.
