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Caterina, Teresa e Maria Igea, le centenarie dell’alto casertano. Comunità in festa per celebrare la vita

Nella classifica dei centenari italiani vincono le donne; Maria e Giuseppe i nomi più diffusi tra loro; Liguria, Molise, Friuli Venezia Giulia le regioni sul podio

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Le centenarie dell'alto casertano: Caterina De Marco, Teresa Marra e Maria Igea Di Meo
Le centenarie dell’alto casertano: Caterina De Marco, Teresa Marra e Maria Igea Di Meo

In una settimana l’alto casertano ha festeggiato ben tre centenarie. Tre donne che confermano il trend nazionale che vede le donne al primo posto nella classifica dei cittadini che raggiungono questo  singolare traguardo di vita. I dati Istat confermano al 1 gennaio 2024 un buon aumento dei centenari nel nostro Paese rispetto al decennio precedente; Liguria, Molise e Friuli Venezia Giulia si garantiscono il podio; Maria e Giuseppe sono i nomi maggiormente diffusi in questa tenera e preziosa categoria di nonni d’Italia.

Nel nostro caso, cambiano i nomi ma non il valore delle loro preziose vite. Si tratta di Caterina De Marco a Caiazzo, Teresa Marra a Treglia (frazione di Pontelatone) e Maria Igea Di Meo ad Alife. Comunità in festa, con a capo sindaci in fascia tricolore, parroci, e un gran seguito di parenti, amici e i tanti conoscenti che di queste donne hanno conosciuto le storie, le vicende personali segnate spesso da prove, caratterizzate dal lavoro e dall’impegno per le rispettive famiglie. “Esempi di vita”, è la voce corrente che accompagna il commento di chi ha partecipato alle feste e speso per queste piccole grandi donne una parola di affetto e di riconoscenza.

 Caterina a Caiazzo 
A Caiazzo, il sindaco Stefano Giaquinto per la sua centenaria “Zia Caterina” ha parlato di “un traguardo straordinario che racchiude un secolo di vita, di ricordi e di valori preziosi”. Da sempre residente nella sua città natale, si è dedicata insieme al marito al lavoro agricolo, poi ha preso posto in un ristorante del luogo diventando così volto noto e caro alla gran parte della sua comunità; attualmente risiede nella frazione di San Giovanni e Paolo con la figlia Maria Antonietta; è qui che il primo cittadino e il parroco don Massimiliano Iadarola hanno solennemente reso ogni onore alla festeggiata.

 Teresa a Treglia 
Su Monte Maggiore nella frazione di Treglia la festa per “Zi’ Teresina” ha ugualmente mobilitato tutti merito soprattutto del ruolo pubblico da lei rivestito e del suo spirito socievole: essere stata l’edicolante del piccolo paese, la consacrava figura di riferimento sociale quando un tempo il giornale era l’esclusivo strumento di comunicazione e connessione tra le persone, stabilendo le piccole o grandi edicole luoghi di cultura e di scambio. Il sindaco Alfonso Izzo e il parroco don Rodolfo Fumante hanno fatto la loro parte ed anche in questo caso la cara nonnina è stata protagonista di un momento “ufficiale” e da primato per l’intera famiglia trebulana.

 Maria Igea ad Alife 
Ad Alife la festa per Maria Igea, originaria di Alvignano; da bambina trasferitasi con i genitori ad Alife in cerca di un posto dove il lavoro dei campi potesse fruttare meglio, il destino del “migrante” non l’ha lasciata quando si è reso necessario partire per l’Inghilterra, come molti compaesani, in cerca di miglior fortuna. “Siamo qui per celebrare la vita! La vita dono di Dio che il Signore ha fatto a lei, ha fatto alla sua famiglia e a ha fatto a tutti noi che l’abbiamo conosciuta”, le parole con cui don Emilio Salvatore l’ha salutata facendole visita insieme al parroco don Pasquale Rubino raccogliendo da lei il racconto della lunga vita in cui inevitabilmente trova posto la lunga parentesi della Seconda Guerra mondiale, “quella che i giovani non conoscono, quando dormivamo sulle pietre…”. Anche per Maria Igea l’omaggio del sindaco di Alife Fernando De Felice e la celebrazione di una Messa di ringraziamento officiata da don Pasquale Rubino: un’altra occasione in cui la comunità ha manifestato gioia per il dono di una così longeva concittadina e la gratitudine per la sua testimonianza di vita.

 Storie di mitezza e fortezza 
Tutte storie, quelle delle nostre centenarie, fitte di particolari che l’età non ha sbiadito (o almeno in parte): le fatiche sono vivide; i dolori per i lutti prematuri e le perdite dei punti di riferimento sono ferite ancora aperte; il lavoro onesto e la fede semplice si confermano valori su cui hanno costruito il presente e il futuro man mano che gli anni passavano…
Nei ricordi la guerra e il difficile periodo post-bellico, le numerose epidemie, le conquiste dell’uomo come la Tv e la Luna; il diritto di voto; i legami familiari e quelli di buon vicinato; i Papi, le preghiere, le devozioni, i mercati e gli scambi; le stagioni dell’anno quando neve e sole fissavano l’andamento della campagna; il lavoro passato dalle mani dell’uomo alle macchine; la modernità conosciuta mentre nasceva e poi vissuta attraverso le esperienze dirette di nipoti e pronipoti: questo il bagaglio pesante di queste tre donne dagli occhi curiosi e vivi, esempio di mitezza e fortezza.

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