Giovanna Corsale – “Il lavoro gratuito che svolgete, dunque, come espressione della vostra consacrazione alla carità di Cristo, è per voi il primo annuncio della Parola, fonte di fiducia e di gioia per chi vi incontra”: queste parole sono tratte dall’omelia scritta da Papa Francesco per il Giubileo dei diaconi e letta in sua vece da mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione, nella messa presieduta presso la Basilica di San Pietro domenica 23 febbraio a conclusione dell’evento e durante la quale, inoltre, sono stati istituiti 23 nuovi diaconi.
Al Giubileo hanno preso parte circa 4mila diaconi permanenti provenienti dall’Italia, 1.300 dagli Stati Uniti, 656 dalla Francia, 350 dalla Spagna e 230 dal Brasile, a cui si sono aggiunti gruppi anche da Polonia, Colombia, Regno Unito, Canada, Camerun, Nigeria, India, Indonesia e Australia.
All’appuntamento voluto dal Santo Padre non sono mancati i diaconi permanenti delle diocesi di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca, guidate da mons. Giacomo Cirulli, i quali, insieme ai loro familiari, hanno partecipato a momenti di preghiera e catechesi in base alle diverse lingue di appartenenza focalizzati sul tema Segni concreti di speranza nel ministero diaconale. In una Roma avvolta in un’atmosfera di spiritualità e raccoglimento le delegazioni di diaconi si sono ritrovati a percorrere insieme il pellegrinaggio alla volta della Porta Santa nonché all’incontro internazionale dal titolo Diaconi in una Chiesa sinodale e missionaria: per essere testimoni di Speranza, che ha avuto come ospite d’onore il cardinale Lazzaro You Heung Sik, Prefetto del Dicastero per il Clero.
Gratuità e gioia sono gli aspetti principali in cui il ministero diaconale deve concretizzarsi; il ruolo che ogni diacono svolge all’interno delle parrocchie e delle diocesi è “espressione di una Chiesa impegnata a crescere nel servizio del Regno con la valorizzazione di tutti i gradi del ministero ordinato”. L’invito che Papa Francesco rivolge ai diaconi permanenti è quello di portare avanti l’opera di evangelizzazione a cui sono chiamati attraverso un agire improntato all’umiltà e alla carità, cercando sempre di sostenersi a vicenda “anche nei rapporti con i vescovi e i presbiteri” e accompagnando sempre con un sorriso la propria missione di curare e trasferire nel quotidiano la Parola di Dio.