Da alcune settimane a Piedimonte si discute dell’Azienda agricola dell’Istituto Agrario. Da una parte il Comune che ne rivendica la proprietà e progetta di ricavarci un parco urbano (senza intaccare la didattica, fa sapere); dall’altra la Scuola che difende lo spazio riservato al solo scopo didattico e scientifico a cui garantire sicurezza e riservatezza come in una qualunque aula scolastica. Ma l’occasione è propizia per tornare a parlare di un significativo spaccato storico della città, le origini del “sito” divenuta Scuola Agraria, ed oggi Istituto Agrario del più complesso polo denominato “ISISS Matese”. Ne parla lo storico Armando Pepe in una pubblicazione (ne seguiranno altre), frutto di ricerche e incroci di fonti storiche.
di Armando Pepe
L’origine degli istituti agrari in Campania
Nel XIX secolo, l’agricoltura rappresentava uno dei settori trainanti dell’economia meridionale, ma le tecniche colturali rimanevano spesso legate a metodi tradizionali, con scarsa innovazione e limitata diffusione delle conoscenze agronomiche moderne. Per far fronte a queste difficoltà e favorire il progresso agricolo, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento si assistette alla nascita degli istituti agrari, scuole specializzate nella formazione di tecnici e agronomi capaci di applicare nuovi metodi scientifici all’agricoltura.
In Campania, la creazione degli istituti agrari fu incentivata sia dal governo borbonico, che già nel periodo preunitario aveva avviato iniziative di modernizzazione agricola, sia dal Regno d’Italia, che dopo il 1861 promosse la fondazione di scuole agrarie e stazioni sperimentali per migliorare la produttività dei terreni. Un ruolo fondamentale fu svolto anche dalle amministrazioni locali e da enti filantropici, che riconobbero nell’istruzione agraria uno strumento essenziale per lo sviluppo economico della regione.
I primi istituti agrari campani furono istituiti con l’obiettivo di coniugare teoria e pratica: oltre alle lezioni in aula, gli studenti erano coinvolti in attività sul campo, sperimentazioni e gestione di aziende agricole annesse alle scuole. Tra i principali istituti sorti in questo periodo si ricordano quelli di Napoli e Avellino, seguiti da altre realtà sorte tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.
L’istituto agrario di Piedimonte Matese si inserisce in questo contesto di riforme e modernizzazione, rispondendo alla necessità di formare nuove generazioni di agricoltori e tecnici in una zona caratterizzata da un’economia agricola di primaria importanza.

L’istituto agrario di Piedimonte
In questo contesto si inserisce la nascita della Regia Scuola Pratica di Agricoltura di Piedimonte d’Alife, istituita con Regio Decreto n. 5644 del 12 luglio 1888. Questa scuola, tra le prime in Italia, si sarebbe affermata come punto di riferimento per l’istruzione agraria nella regione. Per ospitare la scuola, si scelse un luogo già carico di storia: l’ex Convento dei Cappuccini, un edificio costruito nel 1577 su iniziativa di Cassandra de’ Capua Gaetani e successivamente ampliato nel 1688 con l’acquisizione di nuovi terreni circostanti. Come molti altri edifici religiosi, anche il convento subì le vicissitudini delle soppressioni ecclesiastiche del XIX secolo. Nel 1809 venne privato delle sue rendite, ma riuscì a evitare la confisca. Tuttavia, nel 1813 divenne sede della gendarmeria reale e, con l’applicazione della legislazione post-unitaria, nel 1867 passò definitivamente al Comune di Piedimonte d’Alife, che ne entrò in possesso dopo la confisca dei beni ecclesiastici. L’ultimo frate lasciò l’edificio nel 1883, lasciando spazio alla nuova destinazione scolastica.
L’adattamento del convento a scuola richiese importanti lavori di ristrutturazione. Per far fronte ai costi, il Comune ottenne un prestito di 80.000 lire dalla Cassa Depositi e Prestiti, concesso tramite Regio Decreto del 25 novembre 1888. L’onere del rimborso annuo, pari a 3.542,46 lire, fu assunto dal Comune, ma anche diversi centri del circondario contribuirono economicamente alla spesa, seppur con somme inferiori.
L’espansione della scuola: i terreni annessi per la formazione agraria
Un’istituzione di formazione agricola non poteva prescindere da un ampio podere agrario dove gli studenti potessero applicare le conoscenze teoriche apprese in aula. Il 30 novembre 1890, il Comune di Piedimonte d’Alife deliberò la cessione di numerosi terreni alla scuola, affinché potesse disporre delle risorse necessarie per le attività didattiche e sperimentali. I fondi assegnati erano situati in diverse località del territorio e includevano una varietà di colture e di condizioni agronomiche, in modo da offrire agli studenti una formazione il più possibile completa.
Tra i più significativi si annoverano:
- Fondo con casa rustica, situato in località Squedre o Cupa delle Nebbie, di 36,08 are, confinante con la chiesa di Sepicciano e con beni di privati, successivamente acquistato dal Comune.
- Fondo seminatorio olivato con casa rustica ed aia, in località San Francesco, di 3,51 ettari, confinante con proprietà private e con la via pubblica di San Marco.
- Fondo denominato Chiusa, di 1,15 ettari, caratterizzato dalla presenza di una strada interna e attraversato dalla strada provinciale sannitica per Gioia, delimitato dal torrente Cupa delle Nebbie.
- Fondo denominato Squedre o Cupa delle Nebbie, di 1,66 ettari, confinante con beni di privati e con altri fondi acquistati dal Comune.
- Fondo coltivato ad ortaglie con casa rustica, in località Palombara, di 9,96 ettari, confinante con la strada provinciale e via San Marco.
- Fondo seminatorio piano con casa rustica, di 43 are, situato sempre in località Cupa delle Nebbie.
- Fondo seminatorio piano arbustato con casa rustica, di 74,66 are, confinante con la via vecchia di Sepicciano e con fondi di proprietà del Comune.
- Giardino e arbusto denominati Cappuccini, di 2,16 ettari, annessi alla scuola per la formazione del podere.
L’organizzazione amministrativa e la gestione della scuola
Per governare la scuola e garantirne il buon funzionamento, fu istituito un Comitato Amministrativo, che costituì il primo Consiglio di amministrazione. I membri nominati con decreto 5644 furono:
Gaetani Conte Antonio – Delegato Governativo
Maturi Cav. Pietro – Delegato Governativo
Ventriglia Comm. Nicola – Delegato della Provincia di Caserta
Scorciarini Coppola Cav. Angelo – Delegato del Comune di Piedimonte d’Alife
Imperato Dott. Gabriele – Direttore della Scuola
La prima riunione ufficiale si svolse il 7 novembre 1889, presso la Sottoprefettura di Piedimonte, sotto la presidenza provvisoria del Sotto Prefetto Cav. Vito Magaldi, con la presenza di tutti i consiglieri.
L’impegno economico del territorio: i comuni finanziatori
Per sostenere la scuola, il mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti venne parzialmente finanziato da numerosi Comuni del circondario, che contribuirono con le seguenti somme:
Ailano: £. 30,00
Alvignano: £. 80,00
Caiazzo: £. 200,00
Ciorlano: £. 80,00
Capriati: £. 60,00
Castel Campagnano: £. 50,00
Fontegreca: £. 10,00
Gioia Sannitica: £. 130,00
Prata Sannita: £. 50,00
Piana di Caiazzo: £. 50,00
Raviscanina: £. 40,00
Ruviano: £. 20,00
San Gregorio d’Alife: £. 50,00
Castello d’Alife: £. 30,00
Dragoni: £. 50,00
San Angelo d’Alife: £. 100,00
Valle Agricola: £. 30,00
Alife: £. 100,00
San Potito Sannitico: £. 70,00
Conclusioni: una scuola, una comunità, una storia di progresso
L’istituto Agrario di Piedimonte Matese rappresenta un perfetto esempio di come la formazione tecnica possa incidere profondamente sullo sviluppo di un territorio. La sua istituzione, avvenuta alla fine del XIX secolo, non fu solo un’iniziativa volta a migliorare le competenze agrarie della popolazione locale, ma un vero e proprio progetto di modernizzazione economica e sociale, nato in un periodo storico in cui l’agricoltura italiana, e in particolare quella meridionale, doveva confrontarsi con l’urgenza di un rinnovamento.
L’importanza di questa scuola non risiede soltanto nel suo valore educativo, ma anche nel suo forte radicamento nel tessuto sociale e istituzionale. La sua fondazione fu il risultato di un grande sforzo collettivo, che vide coinvolti il Comune di Piedimonte d’Alife, i governi dell’epoca, le autorità provinciali e, soprattutto, le comunità locali, le quali contribuirono economicamente con le proprie risorse per rendere possibile la nascita di un centro di formazione che avrebbe dato nuove opportunità alle giovani generazioni.
Il fatto che numerosi Comuni del circondario abbiano partecipato al finanziamento dell’istituto è una testimonianza significativa di quanto fosse sentita la necessità di una formazione agraria specializzata. L’agricoltura era allora il settore primario dell’economia locale, e la creazione di una scuola in grado di diffondere conoscenze tecniche più avanzate rappresentava una speranza concreta per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle famiglie contadine.
La concessione di ampi terreni alla scuola, con appezzamenti diversificati destinati alla sperimentazione e alla pratica diretta, dimostra la lungimiranza di chi progettò questa istituzione. I giovani agricoltori non dovevano solo apprendere la teoria, ma dovevano essere in grado di applicare sul campo le innovazioni studiate in aula, trasformando così la loro attività lavorativa in una professione moderna ed efficiente.
L’adattamento del Convento dei Cappuccini a sede scolastica è un altro elemento simbolico della continuità tra passato e futuro: un luogo che per secoli aveva ospitato una comunità religiosa dedita alla meditazione e all’insegnamento divenne un centro di sapere tecnico e scientifico, senza perdere la sua vocazione di spazio destinato alla crescita culturale della comunità. L’evoluzione dell’Istituto Agrario di Piedimonte Matese ha seguito di pari passo le trasformazioni dell’agricoltura italiana. Se alla fine dell’Ottocento la sfida principale era quella di diffondere conoscenze basilari sulla rotazione delle colture, sulle tecniche di concimazione e sull’irrigazione, nel corso del Novecento il ruolo della scuola è stato quello di preparare tecnici agrari sempre più specializzati, in grado di affrontare le sfide di un’agricoltura in continua evoluzione.
Nel XX secolo, l’istituto ha saputo adattarsi ai cambiamenti imposti dalla meccanizzazione, dalla chimica agraria e dalle nuove frontiere della genetica vegetale e animale. Ha formato generazioni di esperti che hanno portato innovazione nelle aziende agricole del territorio, contribuendo a trasformare il settore primario da un’attività di sussistenza a una realtà produttiva capace di competere sui mercati nazionali e internazionali.
Con l’ingresso dell’Italia nell’Unione Europea, le sfide dell’agricoltura si sono moltiplicate. Oggi, la sostenibilità ambientale, la sicurezza alimentare e l’agricoltura di precisione sono al centro dell’interesse della ricerca agronomica e della formazione tecnica. Anche in questo contesto, l’istituto ha saputo rinnovarsi, ampliando l’offerta formativa e introducendo nuove discipline legate all’agroecologia, alla gestione delle risorse idriche e alle energie rinnovabili applicate all’agricoltura.
Oltre alla sua importanza sul piano formativo ed economico, l’istituto rappresenta un patrimonio storico e culturale di grande valore. Il suo archivio documentario, le testimonianze delle prime classi di studenti e il contributo che ha dato alla trasformazione del paesaggio agricolo circostante lo rendono un’istituzione che merita di essere tutelata e valorizzata.
Oggi, in un’epoca in cui si sta riscoprendo il valore dell’agricoltura locale, delle produzioni biologiche e della filiera corta, la funzione dell’istituto assume un ruolo ancora più rilevante. Formare nuove generazioni di agricoltori e tecnici consapevoli, capaci di coniugare tradizione e innovazione, è una missione fondamentale per il futuro del settore primario. In un mondo sempre più globalizzato, in cui l’agricoltura deve affrontare sfide come il cambiamento climatico e la sostenibilità ambientale, le competenze trasmesse da istituzioni come l’Istituto Agrario di Piedimonte Matese sono strumenti indispensabili per garantire un futuro prospero e rispettoso dell’ambiente.
Non è solo una scuola: è il cuore di una comunità, la memoria di un passato e il motore di un progresso che continua a evolversi.
Bibliografia e sitografia
Mario Martini, La scuola Agraria nella storia di Piedimonte, Istituto Statale Istruzione secondaria Superiore, Piedimonte 2008.
https://www.storiadellacampania.it/vita-politica-antonio-gaetani-di-laurenzana-1854-1898
