
L’istituzione del Parco Nazionale è alle porte. Sui territori coinvolti (54 i comuni tra Campania e Molise) si moltiplicano incontri tra cittadini, associazioni e autorità locali per portare sul tavolo del Governo le voci di tutti: da una parte l’esigenza di apportare correttivi alle Norme di Salvaguardia cercando il giusto e vantaggioso equilibrio tra tutela ambientale e vivibilità dei residenti (in particolare per coloro che nelle zone più vincolate vivono di attività agricolo-pastorali); dall’altro lo schieramento di chi (soprattutto allevatori) farebbe ricorso alla Giustizia per dimostrare l’incostituzionalità della legge che nel 2017 istituiva il Parco Nazionale stretti nel timore di limiti imposti alle loro attività. Dibattiti accessi come quelli avvenuti nella Sala consiliare del Comune di Piedimonte Matese lunedì 17 marzo dove non sono mancati momenti di tensione e toni eccessivi che la mediazione del sindaco Vittorio Civitillo e il Presidente del Parco Regionale Agostino Navarra hanno ricondotto nell’alveo di un più sereno confronto, tenendo conto di ogni punto di vista e impegnandosi a ridurre le istanze di ciascuno in proposte concrete sul Documento da riproporre in sede ministeriale prima che il Parco Nazionale veda la sua completa forma.
Di fronte, il nastro d’arrivo che reca la data del 22 aprile: limite fissato dal Tar del Lazio dopo il ricorso di Italia Nostra che denunciava ritardi nella costituzione dell’ente nazionale, in larga parte attribuibili ad inadempienze politico-amministrative delle due Regioni coinvolte (sotto i riflettori soprattutto le lentezze della Campania).
”Manca ed è mancata la cultura del Parco”. Navarra, raggiunto al telefono dalla nostra testata valuta la delicatezza del momento e spera di giungere alla nella maniera più compatta possibile alla data di istituzione del nuovo ente nazionale, ma anche nella forma di più corretta: “dobbiamo tenere conto delle esigenze delle parti sociali e prestare il massimo ascolto ma al contempo garantire da parte di tutti il rispetto delle Norme di salvaguardia; per questa ragione, al fine di lavorare al meglio senza tralasciare i bisogni di ognuno, chiederemo una deroga alla data del 22 aprile sperando di poter fornire al Ministero un documento congiunto di Campania e Molise che non escluda le attese di chi oggi è schierato sul fronte del no”. Arginare il rischio di ricorsi futuri, spiega Navarra, che potrebbero dilungare la prima fase di vita del parco nazionale – quella transitoria – e pregiudicare il futuro è la sfida delle prossime settimane.
Ma anche sulla zonizzazione si apre una finestra di margine che il presidente regionale considera positiva sia per i lavoratori sia per la tutela dei luoghi. “A margine e strettamente connesse alle aree maggiormente tutelate quali la zona 1 e la zona 2, possono aprirsi spazi di zona 3 in cui garantire le attività antropiche già esistenti o favorirne altre purchè in linea con le norme di salvaguardia; si tratta di spazi in cui consentire e controllare l’accesso a turisti e visitatori evitando la dispersione di presenze su altre fette di territorio, quelle sottoposte alla tutela più severa”. Ma sull’ingresso in queste ultime Navarra parla di accesso “con guide esperte e personale qualificato”, strategia che garantirebbe alle aree più distanti dalle vie di comunicazione e dai borghi e ai boschi fitti di essere maggiormente tutelati dalle invasioni incontrollabili cui si assiste soprattutto nel periodo estivo con l’amara conseguenza di bivacchi ovunque e rifiuti lasciati al suolo con due pesanti conseguenze: maggior impegno e spese per i Comuni delle zone interessate; il grave pericolo per la fauna selvatica attratta da cibo facilmente commestibile e reperibile il che vuol dire alimentazione non adeguata e snaturamento degli istinti predatori di animali e volatili.

“In questi giorni stiamo assistendo a polemiche e timori che sono il frutto di scarsa ed errata informazione sul Parco Nazionale; chi mi ha preceduto nell’incarico regionale, come recentemente Vincenzo Girfatti, non ha risparmiato lo sforzo di incontrare e farsi portavoce dell’importanza di questa nuova realtà, ma purtroppo i contenuti, i vantaggi come pure l’urgenza di dialogare sulle materie che oggi tentiamo di correggere, non sono stati recepiti”. Con fermezza Navarra definisce “di tutti la responsabilità di non aver favorito nel tempo la mentalità del Parco”; in quel ‘tutti’ facile pensare che rientri ogni istituzione locale deputata alla costruzione del bene comune e all’educazione civica che è anche un elenco di norme da conoscere e imparare a rispettare ad ogni livello, come pure i destinatari ossia i cittadini troppo facili a scrollarsi di dosso la responsabilità di informarsi e conoscere. Ad aumentare la preoccupazione di chi dubita del Parco Nazionale, Navarra fa notare che ci sono le sovrapposizioni di più norme come quelle che regolano i siti Natura 2000 o le zone vulnerabili che si fa fatica ad accogliere e che indipendentemente dalla presenza di un parco o meno, sono lì a tutela di luoghi e dei suoi abitanti naturali. “Compiere lo sforzo di un maggiore ascolto e dell’accoglienza di norme ben pensate per lo sviluppo di quest’area”, sono i passi da compiere in questi mesi, “ma anche coltivare l’idea di uno sviluppo economico sociale” che dipenderà molto dall’iniziativa imprenditoriale dei cittadini, singoli o associali. Considerazione a cui si apriva l’avv. De Conciliis, capo di segretaria del sottosegretario Barbaro con delega ai Parchi e alle aree protette intervistato da Clarus un mese fa (leggi). “Non si tratta di mettere in piedi imprese o industrie, ma sfruttare le aree che già abbiamo in maniera corretta”. Mancano le strutture per l’accoglienza che pur merita chi desidera sostare nel Matese e dedicare tempo alla sua conoscenza: quanti borghi e sentieri da visitare; quanti prodotti da acquistare sinonimo di qualità e lavoro ben fatto (formaggi, origano, salumi, miele, funghi…). “Vincerà l’iniziativa dei privati che in questo contesto, di nuova e maggiore visibilità, vorranno investire per dare vita all’offerta turistico-ricettiva che serve al nostro Matese”, chiude Navarra. Dunque, l’accoglienza il primo biglietto da visita di un mondo animato da produttori locali, da associazioni sportive, ambientaliste e culturali e contenitore di piccoli scrigni d’arte sparsi un po’ ovunque. Si lavora con dedizione tra color che in questo momento, con la massima diligenza, rispondono alle attese del Ministero dell’Ambiente che attende di recepire la voce del Matese.
Il prossimo incontro tra cittadini, associazioni ed enti dedicato al futuro del Parco del Matese, in programma sul versante casertano è in programma giovedì 20 marzo alle 19.00 nella Sala consiliare del comune di Alife.