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Primo maggio. La Chiesa cattolica italiana diffonde il messaggio per la Festa dei lavoratori

Nella Solennità di San Giuseppe i vescovi italiani affidano ad un messaggio le attese e le speranze per il mondo del lavoro: "L’economia e le leggi di mercato non devono passare sopra le nostre teste lasciandoci impotenti. Il mercato siamo noi”.

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Donna al lavoro in un'industria tessile di abbigliamento
Donna al lavoro in un’industria tessile di abbigliamento. Foto Siciliani – Gennari/SIR

“Il lavoro umano è una chiave, e probabilmente la chiave essenziale, di tutta la questione sociale”. Lo ricordano oggi, nella Solennità di San Giuseppe, i vescovi italiani in un messaggio per la Festa dei lavoratori, sottolineando che “la tutela, la difesa e l’impegno per la creazione di un lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, costituisce uno dei segni tangibili di speranza per i nostri fratelli”. La Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro della Cei evidenzia alcune contraddizioni del presente: “Se il dato statistico sulla disoccupazione, in forte calo, potrebbe spingere all’ottimismo, sappiamo invece che dietro persone formalmente occupate c’è un lavoro povero”. I vescovi segnalano inoltre la difficoltà crescente di “conciliare vita di lavoro e vita di relazioni soprattutto nel cosiddetto smart-working, rischiando anche di impoverire i rapporti umani tra i lavoratori e le stesse relazioni familiari”. Resta poi aperta la questione dello sfruttamento degli immigrati e delle discriminazioni verso le donne, “penalizzate non solo con una minore retribuzione, ma anche con l’assenza di garanzie nei tempi della gravidanza e della maternità”. Centrale infine la sicurezza sul lavoro, senza la quale “non ci sarà piena giustizia”.

“Esistono segni di speranza da alimentare per far nascere e promuovere lavoro degno, ma essi richiedono la nostra partecipazione attiva” aggiungono i vescovi nel loro messaggio; tra le positività da valorizzare anche quella del “il riconoscimento nei contratti di lavoro nazionali dell’importanza della formazione permanente e della riqualificazione durante gli anni di lavoro”. C’è poi il richiamo all’impegno diretto della Chiesa per il lavoro attraverso il Progetto Policoro da cui “sono nati frutti significativi e imprese capaci di stare sul mercato e di promuovere lavoro degno anche nelle aree del Paese più disagiate”. “Non ultimo”, si conclude il messaggio invitando al protagonismo dei lavoratori, “appare opportuno un appello alla responsabilità di tutti noi. L’economia e le leggi di mercato non devono passare sopra le nostre teste lasciandoci impotenti. Il mercato siamo noi”.

Vai al testo integrale del Messaggio. Clicca.

Operai al lavoro in cantiere. Foto Siciliani-Gennari/SIR
Operai al lavoro in cantiere. Foto Siciliani-Gennari/SIR

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