Home Chiesa e Diocesi Sessa Aurunca. Le Confraternite nella Settimana Santa: fede, identità e memoria condivisa

Sessa Aurunca. Le Confraternite nella Settimana Santa: fede, identità e memoria condivisa

Tra il Medioevo e l’Età moderna il Mezzogiorno d'Italia si arricchisce dell'esperienza delle Confraternite, aggregazioni laicali con finalità caritatevoli. Sessa Aurunca, in Campania, vanta una tradizione consolidata che nella Settimana Santa si esprime attraverso singolari e intense ritualità

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Sessa Aurunca, le Alluttate, così chiamate le donne che con devozione e “per voto” seguono in abito a lutto i gruppi statuari delle processioni con candele votive.

Amalia Vingione – Nel cuore della tradizione religiosa del Sud Italia – e campana in particolare -, le confraternite rappresentano un pilastro pluricentenario di devozione popolare, identità collettiva e tessuto sociale. Nate tra il Medioevo e l’età moderna, spesso in risposta ai drammi delle pestilenze e delle crisi sociali, queste aggregazioni laicali si contraddistinsero per finalità concrete: prestare aiuto ai malati e ai poveri, offrire conforto alle famiglie colpite dalle epidemie, sostenere economicamente i maritaggi delle giovani donne prive di dote, garantire l’accompagnamento funerario e una sepoltura dignitosa anche ai più indigenti. In un’epoca in cui altre realtà di governo o attori sociali erano spesso assenti o insufficienti, furono le confraternite a farsi carico dei bisogni fondamentali delle comunità, incarnando un’idea di carità attiva e organizzata.

Nel tempo, queste forme di solidarietà si sono intrecciate con una profonda spiritualità e con ritualità complesse, dando vita a un patrimonio culturale e religioso che ha attraversato i secoli. In Campania, le confraternite del Rosario, del Carmine, del Santissimo Sacramento — solo per citarne alcune — hanno assunto carismi distinti e funzioni liturgiche ben precise, custodendo simboli, abiti, canti e pratiche che si tramandano con fedeltà generazionale.

 La Settimana Santa a Sessa Aurunca 
È durante la Settimana Santa, però, che queste realtà assumono un ruolo visibile e solenne, dando vita a processioni e riti carichi di pathos, spiritualità e memoria collettiva. In questo contesto, la Settimana Santa di Sessa Aurunca si distingue per la sua intensità scenica e per l’eccezionale conservazione di forme liturgiche e devozionali che altrove si sono disperse o trasformate. Qui, le confraternite storiche ancora attive non solo custodiscono riti secolari, ma li rendono vivi, coinvolgendo l’intera cittadinanza in una rappresentazione corale della Passione che fonde sacro e identità, tradizione e partecipazione. Un evento che non è solo religioso, ma anche culturale, antropologico e profondamente umano.

 I riti: tra sacro, tradizione e introspezione 
I riti della Settimana Santa di Sessa Aurunca sono forse tra i più antichi e solenni della Campania e si distinguono per la loro ricchezza liturgica, in cui non c’è spazio per forme di vuota drammatizzazione: tutto si muove entro i confini di una ritualità che esprime un senso profondo di sacralità e introspezione. I protagonisti assoluti sono le storiche confraternite cittadine — ciascuna con la propria regola, il proprio abito, i propri simboli — che, nel corso della Settimana, si alternano nelle celebrazioni, restituendo alla città un affresco di fede composto da silenzi, canti antichi e riti immutati (scarica il programma).

Le confraternite attualmente attive sono sei e divengono protagoniste già dall’inizio della Settimana Santa. I riti iniziano il Lunedì Santo con le processioni penitenziali. Ogni confraternita, partendo dalla propria chiesa, si dirige verso il Duomo dove, in un’atmosfera di raccoglimento, si celebra l’esposizione mattutina e la deposizione pomeridiana del Santissimo Sacramento seguita dalla S. Messa. Il cammino penitenziale – che vede le confraternite intonare il Benedictus (Cantico di Zaccaria) e il Te Deum – prosegue nei primi tre giorni con due processioni quotidiane, una al mattino e una al pomeriggio, in un’alternanza che coinvolge tutte e sei le realtà confraternali, secondo un ordine rigorosamente rispettato: si parte con l’Arciconfraternita di San Biagio e seguono la Reale Arciconfraternita della Beata Vergine del SS. Refuggio e Monte dei Morti, l’Arciconfraternita del SS. Crocifisso e Monte dei Morti, l’Arciconfraternita della SS. Concezione, la Confraternita e Monte di San Carlo Borromeo e la Reale Arciconfraternita del SS. Rosario.

Il Mercoledì sera, la Chiesa di San Giovanni a Villa accoglie uno dei momenti più suggestivi e seguiti dell’intera settimana: l’Ufficio delle Tenebre. Celebrato dall’Arciconfraternita del SS. Crocifisso, questo rito colpisce per la sua sobrietà e per la profonda carica spirituale. Le luci che si spengono, i suoni che si rarefanno, il silenzio che si fa parola: tutto contribuisce a creare un’atmosfera carica di passione e meditazione. Dal Giovedì, insieme a tutta la comunità cittadina, si partecipa al Solenne Triduo pasquale, che vede nella celebrazione dell’adorazione della Croce del Venerdì la partecipazione in abito dell’Arciconfraternita del SS. Crocifisso e Monte dei Morti.

 Al cuore dell’evento 
Il cuore emotivo dei riti si raggiunge tra il Venerdì e il Sabato Santo. La sera del Venerdì, tra le vie del centro storico illuminate dai falò, si snoda la processione dei Misteri Dolorosi della Passione condotta dall’Arciconfraternita del SS. Crocifisso e Monte dei Morti. Quattro statue, insieme a quelle del Cristo Morto e delle Tre Marie, vengono portate a spalla dai confratelli incappucciati, che avanzano con il tradizionale passo “a cunnulella”, un movimento oscillante che scandisce la lentezza e la gravità del momento. Il silenzio, rotto solo dal suono delle marce funebri e della preghiera, accompagna il corteo in un clima di intensa partecipazione. Nel corso della processione del Venerdì, ma anche nei venerdì di Quaresima nelle strade della città, è possibile ascoltare il canto del Miserere (Salmo 50 di Davide), cantato a tre voci e tramandato in forma esclusivamente orale.

Il giorno seguente, il Sabato Santo mattina, un nuovo corteo processionale ripercorre le vie del centro cittadino con altrettanta solennità. Questa volta, protagonisti sono i gruppi del Mistero della Deposizione del Cristo dalla Croce e della Pietà. Le confraternite di San Carlo Borromeo e del SS. Refuggio guidano la processione, sempre con l’andamento “a cunnulella”. Rinnovando il dolore e la speranza racchiusi nella Passione e morte di Cristo, i gruppi statuari sono accompagnati dalle “alluttate” (presenti anche la sera prima), ovvero donne che con devozione e “per voto” seguono in abito a lutto i gruppi statuari con candele votive.

A Sessa Aurunca, la Settimana Santa non è soltanto un appuntamento liturgico, ma un racconto corale di fede, identità e memoria condivisa. Ogni gesto, ogni passo, ogni silenzio diventa parte di un dialogo antico tra sacro e quotidiano, tra tradizione e comunità.

Si ringrazia il Circolo Fotografico degli Aurunci, Ilenia Ardone e Giovanni Soligo per la concessione delle fotografie a corredo dell’articolo.

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