Lunedì 14 aprile alle 20.00 a Sepicciano, nella chiesa di San Marcello e San Michele, la Passione di Cristo è narrata attraverso il canto, la musica e soprattutto le parole di chi assistette da vicino. Ai brani del repertorio liturgico eseguiti dalla Schola cantorum parrocchiale diretta dal Maestro Antonietta Mastroianni e accompagnata all’organo dal Maestro Christian Mongillo, si unirà l’esecuzione di soli pezzi di musica eseguiti dal Maestro Roberto Di Buccio; in aggiunta il parroco don Emilio Meola darà voce a Simon Pietro, al buon ladrone, alla Vergine Addolorata che – ognuno da una prospettiva diversa – guardarono il Figlio di Dio donarsi sulla Croce per amore dell’umanità obbedendo al disegno del Padre, e perdonare i suoi uccisori (scarica la locandina).
Si chiama “Concerto-Meditazione sulla Passione di Gesù”, è stato organizzato dalla Parrocchia con il patrocinio morale del Comune di Piedimonte Matese e si presenta come contributo alla riflessione e alla preghiera che accompagna la Settimana Santa in cui la Chiesa celebra la morte e la risurrezione di Cristo nel giorno di Pasqua. Il linguaggio della musica e la narrativa hanno puntualmente accompagnato la storia di credenti e non credenti nelle pieghe della vita di Cristo suscitando negli uomini la sensibilità e l’apertura ad accogliere il suo messaggio e la sua storia di passione e di dono.
“Mi sono sentito amato, capito e perdonato… per questo sono scoppiato in un pianto amaro ma liberatorio”, confessa Pietro che più volte in quella notte, dopo aver condiviso la Pasqua con il Maestro, lo rinnega e rinuncia temporaneamente ad essergli amico. È il primo a sperimentare il perdono mentre Gesù è portato via per essere crocifisso. Poi il buon ladrone, quasi un privilegiato a condividere con Cristo il luogo e l’ora della pena: “Da qui sopra posso vedere la scena da una prospettiva che è per pochi…”, spiegherà nell’evento di questa sera in programma a Sepicciano. “Ci sono la madre di Gesù, un discepolo e alcune donne che piangono per la sua sorte. Per me, invece, anche in quest’ora buia e triste non c’è nessuno che provi a rendere il tutto meno doloroso”: dalle sue parole l’ammissione di colpe ma anche il grido disperato di un uomo è diventato assassino perché nutrito soltanto di male e di odio. Ed ora implora amore e trova il più grande uomo di sempre a donargliene: Gesù Cristo.
La Madre, Maria Addolorata, sarà l’ultima a raccontarsi, ad esprimersi con sentimenti di madre davanti al corpo morto del figlio, ma anche con le parole di chi sa essere stata scelta per testimoniare la sua fedeltà a Dio e il suo sì fino alla fine. Saranno le sue parole al termine della serata di canto e di musica – “saprò attendere l’ora della risurrezione, l’ora della vita” – a tracciare la rotta che accompagna i credenti fino al sepolcro vuoto, la porta che apre i credenti alla certezza che la vita non è vinta.