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Venerdì Santo, la Colletta per la Terra Santa. In tutte le Chiese una raccolta a sostegno di luoghi e persone nella terra di Gesù

Le offerte donate dai fedeli saranno destinate ai Francescani della Custodia di Terra Santa impegnati da oltre 800 anni nella cura dei santuari della cristianità e in opere di cultura e carità

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Saremo in tanti il Venerdì Santo nelle chiese parrocchiali; forse più del solito. La celebrazione delle Passione di Cristo e le forme popolari che ne rievocano il dolore e la morte coinvolgono, “tirano” si direbbe comunemente, forse più per le immagini che si palesano che per il messaggio intrinseco, non di morte, ma di vita donata; quella croce che adoreremo con un bacio, una carezza, un inchino non è la fine, ma l’inizio e il nostro essere lì davanti sarà per gratitudine ed impegno a fare altrettanto: donarsi per amore. Un verbo traducibile anche con un’altra espressione: essere testimoni di pace, di misericordia, di giustizia alla maniera di Cristo in tutto il mondo, in ogni quotidiana situazione. In questa giornata di silenzio e di ascolto, di preghiera per il mondo, la Chiesa ha assunto un impegno che estende a tutti i fedeli che prendono parte a questa solenne liturgia, un modo per sentirsi universalmente nella stessa famiglia e per essa assumere un impegno: la Colletta per la Terra Santa (scarica la locandina).

Le offerte depositate in quel cestino che girerà di banco in banco si tradurranno in aiuto ai Francescani della Custodia di Terra Santa che oltre 800 anni curano – per volere dei Papi – le terre d’Oriente care alla cristianità e in particolare quelle in cui Gesù è nato, ha predicato, ha vissuto. La nostra offerta di domani sarà per Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq dove i frati francescani realizzano e gestiscono scuole e mense per i poveri; supportano strutture sanitarie; offrono formazione all’imprenditoria di donne e di giovani; realizzano progetti culturali per la popolazione locale; portano avanti ricerche archeologiche e studi storici; accolgono pellegrini, ma soprattutto curano i luoghi sacri dove la nostra storia cristiana ha avuto inizio. La loro opera è per le “pietre” e per le “pietre vive” (la gente) di una terra che è la casa di ogni credente. Un “fare” quotidiano che si affianca ad importanti processi di dialogo con le altre confessioni religiose, ma anche ad azioni di intermediazione tra popoli e gruppi politici in guerra tra loro.

 “Sentiamo però la necessità di tendere ancora la mano nel gesto di chi si fa mendicante per amore dei propri fratelli: sosteneteci con la preghiera; sosteneteci tornando a visitare i luoghi santi come pellegrini, secondo le possibilità; sosteneteci anche economicamente ricordando che, tutto ciò che voi donate, il Signore ve lo restituirà centuplicato”, l’appello accorato del custode di Terra Santa, il francescano padre Francesco Patton. Le parole di un uomo che insieme alla sua estesa famiglia francescana in Terra Santa fa sintesi ogni giorno del dramma che lì si consuma da anni per le lotte interne di divisione e attribuzione di terre, per il venir meno di diritti e di dignità; e al contempo fa sintesi della generosità e delle preghiere che giungono da tutto il mondo e sono motivo di speranza continua e concreta. Una delle più belle immagini che ci è stata restituita in questa Settimana Santa è la festa gioiosa e incontenibile della Domenica delle Palme, dove centinaia di persone (siamo briciole al confronto) si sono riversate per le strade di Gerusalemme per cantare “Osanna al Figlio di Davide!”, anche sotto la pioggia. Non solo vogliamo sostenerli, ma essergli grati per la testimonianza di una fede gioiosa e coraggiosa, nonostante tutto.

Foto Pagina Facebook Custodia Terrae Sanctae

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