Home Chiesa e Diocesi Azione Cattolica e il Papa, la forza di un legame storico e...

Azione Cattolica e il Papa, la forza di un legame storico e teologico. La testimonianza dei presidenti diocesani dell’alto casertano

Tra i segni del legame anche uno visibile nei giorni di lutto: in occasione della morte di un Pontefice i giovani di Azione Cattolica sono convocati per il picchetto d'onore accanto alla bara

650
0
Papa Francesco in Piazza San Pietro in mezzo alle bandiere di Azione Cattolica.
Papa Francesco in Piazza San Pietro in mezzo alle bandiere di Azione Cattolica. Foto Siciliani-Gennari/SIR

La festa dei 150 anni dell’Azione Cattolica Italiana in Piazza San Pietro, con Francesco, nel comune ricordo dei presidenti di Azione Cattolica delle Diocesi dell’Alto casertano, Pio De Maio (Teano-Calvi), Cinzia Brandi (Alife-Caiazzo), Angela D’Itri (Sessa Aurunca). 
Era il 30 aprile 2017; la grande Piazza accoglieva ed abbracciava 100mila persone provenienti da tutta Italia non solo per un compleanno speciale, ma soprattutto per confermare il legame con Pietro e con la Chiesa: “in quella occasione Papa Francesco sottolineò come punto fermo della nostra missione la via del servizio associativo” ricorda Pio De Maio, “da esprimere avendo come punto fermo della nostra vocazione il servizio alla Chiesa diocesana al fianco dei Pastori; il servizio nelle Parrocchie, luogo prediletto in cui incontrare le persone. Il suo fu un chiaro indirizzo ad essere lievito nel popolo di Dio; ad incontrare tutti, senza nutrire riserve per quanti non in linea con l’agire ed il pensare proprio; ad ascoltare tutti, iniziando da coloro le cui idee risultano diverse e contrarie; a camminare con tutti, evitando velocità diverse, favorendo uno stile di autentica sinodalità”.

La storia dell’Azione cattolica è segnata da fin dalle sue origini da un legame particolare con il Papa. E sono due le ragioni: la prima è da rintracciare nel momento storico in cui nasce la Gioventù Cattolica di Mario Fani e Giovanni Acquaderni (1867), poco prima della presa di Roma; anni in cui il Paese è percorso da forti venti anticlericali in cui i cattolici non temono di schierarsi dalla parte della Chiesa e del Papa. Pio IX, la cui salma rischiò di essere gettata nel Tevere dagli anticlericali del tempo, scelse di avere con la Gioventù Cattolica un rapporto privilegiato e confidente, intravedendo nel coraggio di quei giovani la strada che la Chiesa delle istituzioni avrebbe percorso per assumere una dimensione più popolare e vicina alla gente. La stessa simpatia dei Pontefici fu per la Gioventù Femminile di Armida Barelli e così nei decenni a seguire. L’altra ragione del legame tra l’AC e ii Papa, quella teologica, è nell’identità ecclesiale dell’AC (non un carisma fondativo) che il “Concilio Vaticano II” definisce nel documento Apostolicam Actuositatem. Un legame che si manifesta pubblicamente in occasione della morte dei Pontefici in cui i giovani di Azione Cattolica sono chiamati al picchetto d’onore per tutta la durata di esposizione della salma come accade anche in questi giorni in Basilica.

Da sinistra Cinzia Brandi, il Vescovo Mons. Giacomo Cirulli, Angela D’Itri, Pio De Maio

“Di quella festa per i 150 anni dell’Associazione ricordo la sua determinazione nel parlarci, ma anche la fiducia con cui si rivolgeva alla grande famiglia di AC”, così Cinzia Brandi su Papa Francesco. “Da bravo conoscitore della nostra lunga storia sapeva di poter rinnovarci nella missione trovando terreno fertile nel nostro cuore: «Avere una bella storia alle spalle non serve però per camminare con gli occhi all’indietro, non serve per guardarsi allo specchio, non serve per mettersi comodi in poltrona!» ci disse con la serena libertà di sempre, aggiungendo «Fare memoria di un lungo itinerario di vita aiuta a rendersi consapevoli di essere popolo che cammina prendendosi cura di tutti, aiutando ognuno a crescere umanamente e nella fede, condividendo la misericordia con cui il Signore ci accarezza. Vi incoraggio a continuare ad essere un popolo di discepoli-missionari che vivono e testimoniano la gioia di sapere che il Signore ci ama di un amore infinito, e che insieme a Lui amano profondamente la storia in cui abitiamo»”.

In quella occasione”, racconta Angela D’Itri, “ci ha spronati ad avere «Passione cattolica» per il mondo e per la Chiesa cercando il dialogo, progettando un futuro di pace e di giustizia. La sua vita, spesa per gli ultimi e per la pace, deve essere per noi modello da seguire. Il suo invito «Azione Cattolica, vivi all’altezza della tua storia! Vivi all’altezza delle donne e degli uomini che ti hanno preceduto» ci carica sulle spalle il valore della Storia e ci incoraggia a camminare verso il futuro con il desiderio di fare altrettanto.

“Una eredità importante, a volte anche pesante e difficile da portare a compimento”, sottolinea Pio De Maio “una eredità fatta anche di tante parole che dobbiamo trasformare in segni concreti di speranza, rispetto, fiducia, carità, fede, umiltà, accoglienza”.
Tra le tante eredità lasciate da Papa Francesco, Cinzia Brandi sottolinea l’invito all’unità al tempo del Covid in quella serata piovosa in cui da solo pregò sul sagrato della  Basilica di San Pietro “Lui, spalle un po’ curve, che portava alla croce tutta la sofferenza di una umanità spaventata, abbattuta, impaurita…..e le sue parole «Nessuno si Salva da solo, siamo sulla stessa barca» ci sostennero in quel momento di paura, ci aiutarono ad uscire dalla nostra diffidenza, dalle nostre chiusure”.
“La sua visione di «Chiesa in uscita» sono il mandato più impegnativo che tutti potessimo ricevere”, conclude Angela D’Itri. “Papa Francesco ha saputo vivere ed abitare i tempi e i luoghi del nostro tempo, facendosi prossimo degli ultimi, e sul suo esempio siamo chiamati a portare l’amore di Gesù nelle nostre realtà”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.