Home Curiosità Villa Santa Croce, dal primo maggio il Maio assicurerà la fertilità dei...

Villa Santa Croce, dal primo maggio il Maio assicurerà la fertilità dei pascoli, così vivono tradizioni, storie e identità

Il 30 Aprile verso il tramonto un gruppo di cittadini salirà sulla sommità di Monte Santa Croce per issare l'alto tronco: il rito di origine pagane vive ancora oggi attraverso la memoria e l'impegno di alcuni contadini

1975
0

Sandra Mastroianni – Nel piccolo borgo di Villa Santa Croce, frazione di Piana di Monte Verna, il rito del Maio continua a scandire il tempo della comunità, intrecciando memoria, devozione e identità collettiva. C’è un giorno, infatti, a Villa Santa Croce, in cui il tempo sembra rallentare, la terra respira più forte e il cielo accoglie un’antica promessa: è il giorno del Maio.
Il primo maggio, prima del sorgere del sole, i pastori, da tempo immemore, salivano in montagna e sui picchi di Villa Santa Croce, Pizzola e Caruso, innalzavano un lungo tronco, che poteva raggiungere anche gli 8 metri di altezza e con funi e tiranti lo assicuravano al terreno.
Anche quest’ anno il tradizionale rito del maio sarà rispettato. Difatti, il 30 Aprile dalle 17.00 un gruppo di cittadini salirà sulla sommità di Monte Santa Croce, nei pressi dei ruderi dell’abbazia benedettina per issare il Maio, dove resterà per tutto il mese di Maggio e oggi come in passato, il Maio, dovrà assicurare la fertilità dei pascoli. E per questo i pastori un tempo facevano a gara, per chi lo realizzasse più alto e più bello e con un pennacchio o corona di arbusti che lo rendesse visibile e inconfondibile anche dalle vallate circostanti. In questo gesto antico, scegliere un albero, abbatterlo con rispetto, innalzarlo alle sommità della vita comunitaria, c’è tutta la storia di un popolo. Un racconto di fatica e speranza, di radici profonde e sguardi rivolti al futuro.

Il Maio non è solo un rito: è un abbraccio collettivo. È il sorriso degli anziani che ricordano, il sudore dei giovani che imparano, è il cuore di Villa Santa Croce che batte all’unisono.

Ogni anno, quel tronco slanciato verso il cielo racconta chi siamo: figli della terra, custodi di storie, viaggiatori del tempo. E mentre il sole tramonta dietro le colline, il Maio, fiero e silenzioso, veglia su di noi, testimone immobile di un amore che non conosce confini: quello per la propria terra, per la propria comunità, per la propria memoria.
Un albero, selezionato tra i più alti e forti dei boschi locali, viene innalzato come simbolo di fertilità, rinascita e legame profondo con la terra, in una cerimonia che unisce antiche radici contadine e usanze popolari.
Anche oggi che i pastori a Villa Santa Croce non ci sono più, a tenere viva la tradizione del Maio è il racconto dei vecchi pastori, come Domenico Mastroianni, che ci tramandano le storie legate a questa festa di auspicio per l’anno seguente ad un erba più verde ed abbondante, della competizione tra i pastori e degli episodi in cui il Maio, non riuscendo a scongiurare annate di siccità per una sorta di ripicca e dispetto verso l ‘ingrata “madre natura” l’anno successivo non veniva innalzato.
La tradizione, che affonda le sue origini nei culti arborei precristiani e che nel tempo si è intrecciata con la devozione cattolica, si rinnova ancora oggi grazie all’impegno degli abitanti, determinati a preservare un patrimonio immateriale che racconta chi sono e da dove vengono. Il Maio, infatti, non è solo una festa: è una narrazione viva, fatta di gesti tramandati, canti, fatica condivisa e orgoglio identitario.
In questo gesto collettivo si intrecciano storie, speranze e volti: quelli di chi è rimasto, di chi è partito e di chi, da terre lontane, oggi chiama Villa Santa Croce casa.
Il Maio si innalza, superbo e silenzioso, raccontando a chi sa ascoltare la forza invisibile che lega la gente alla propria terra. Qui il passato non è un ricordo sbiadito, ma una radice viva che nutre il presente. E il Maio, anno dopo anno, continua a sfidare il tempo, a parlare d’amore, di coraggio, di comunità.

A Villa Santa Croce, il Maio non è solo un albero.
È il battito della terra che non smette mai di raccontare.

La frazione di Villa Santa croce è online con un sito dedicato alla storia e alle tradizioni locali. Clicca qui. 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.