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Il mio Giubileo con i disabili: esperienza di ricchezza e di dolore, ma la speranza non delude. La testimonianza di Irma Ciccolini

La testimonianza dal Giubileo del mondo della Disabilità che si è svolto a Roma il 28 e 29 aprile

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Una figlia con gravi disabilità psicomotorie e l’impegno da 45 anni con l’Associazione Umanità Nuova la prima nella Diocesi di Alife-Caiazzo ad occuparsi di disabili e in particolare di famiglie con figli disabili. Irma racconta l’esperienza appena vissuta a Roma in occasione del Giubileo del Mondo della Disabilità a cui ha preso parte a nome della sua associazione e come referente dell’Unitalsi-Sez. Teano nella Diocesi di Alife-Caiazzo. All’incontro è nuovamente emerso il bisogno di una Chiesa e di una Società ancora più inclusive, ma soprattutto il divario tra Nord e Sud Italia rispetto ai progetti e ai risultati a favore della disabilità. 

Irma Ciccolini con il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli in occasione del Giubileo del Mondo della ComunicazioneIrma Ciccolini – È difficile esprimere in modo sintetico tutto ciò che ho vissuto come esperienza personale e coinvolgente, perché questa è la mia vita e quella di Anna e di tutta la mia famiglia, per certi versi simile a quella di tutte le famiglie con problemi di disabilità. La sala convegni dove siamo stati accolti per il primo appuntamento era una moltitudine di umanità, stracolma di persone venute da tutto il mondo. Il convegno è stato tradotto in varie lingue, compresa la lingua dei segni, con numerosi interpreti in LIS.

Noi Pellegrini di Speranza abbiamo trovato conferma al lavoro che stiamo facendo nelle nostre realtà. Le molte cose che sono state dette, soprattutto quelle riguardanti i diritti inviolabili delle persone disabili, sono argomenti che come Associazione Umanità Nuova affrontiamo da oltre 45 anni. Oggi possiamo dire che ciò che manca è una Chiesa presente costantemente nella vita delle persone con disabilità. Molti sono i Paesi stranieri e del Nord Italia dove si costruiscono comunità accoglienti, inclusive e con progetti che aiutano le famiglie a non sentirsi emarginate e abbandonate. Molte sono le cooperative che aiutano le persone con disabilità a trovare un posto lavorativo e a ridare dignità.

Molte sono le storie di Paesi stranieri che si adoperano per la tutela e la cura delle persone disabili. Mi ha colpito il collegamento con il Perù e l’esperienza della Caritas che concretamente aiuta le famiglie e le affianca in modo continuativo attraverso la realizzazione di un centro di riabilitazione e sociale. L’Italia è divisa tra Nord e Sud, e viene fuori una visione tragica per noi del Mezzogiorno in tutti i sensi, culturali e sociali rispetto ad un Nord è strutturato e ricco di buone prassi e progetti che migliorano la qualità della vita. Anche le poche presenze al convegno di rappresentanti della Campania conferma questa debolezza.

Molte sono state le emozioni durante queste giornate di Giubileo a Roma, non solo per il confronto su ciò che si è fatto, ma anche su ciò che manca. La mia grande gioia è stata quella di sentirmi amata. Tutti noi Pellegrini di Speranza ci siamo sentiti accolti, abbracciati, compresi e protetti da una Chiesa che è madre, famiglia, condivisione e amore. La commozione fino alle lacrime quando, in questa moltitudine di umanità, vi erano persone con gravissime disabilità, visive, motorie, sensoriali, psichiche ecc., ma insieme alle famiglie, mamme, padri, fratelli e sorelle, ci siamo sentiti tutti uniti in un unico cammino, quello della fede e della speranza cristiana e umana.

Sono stati tanti i momenti vissuti con fede, come attraversare la Porta Santa, le parole del Cardinale Matteo Zuppi presidente della CEI, del sindaco di Roma Roberto Gualtieri e del Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli. Molti stimoli abbiamo ricevuto e ci hanno incoraggiati ad andare avanti come associazioni così come Papa Francesco ha scritto in “Fratelli Tutti”: “Non loro, non gli altri, ma solo Noi…”. Spero che alla fine non ci siano più gli “altri”, ma solo “noi”.

Sono tornata a casa consapevole che ciò che abbiamo vissuto non può restare solo nel mio cuore e nel nostro mondo di persone con disabilità, ma è stato un confronto arricchente, a volte doloroso per ciò che non abbiamo. Come ci ha insegnato Suor Veronica Donatello ci impegniamo a lavorare dentro la Chiesa. Un grazie particolare va a lei, instancabile, e a tutti i collaboratori della Pastorale del servizio delle persone con disabilità alle quali rivolgiamo un particolare ringraziamento per tutto ciò che la Chiesa di Roma porta avanti nel mondo intero.

Inoltre, questi giorni voluti e programmati da Papa Francesco molto tempo prima sono stati una presenza viva in mezzo a noi. Grazie, Papa Francesco, per tutto il bene che ci hai voluto.

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