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Sally Cangiano si fa cantastorie nel videoclip di Rosa. Omaggio alla fragilità della mente

Da pochi giorni su YouTube il videoclip della canzone pubblicata nel 2024 con l’album “Quanta strada” 

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Grazia BiasiSally Cangiano veste i panni del cantastorie nel videoclip di Rosa, brano dell’album “Quanta strada” pubblicato a marzo 2024. Da pochi giorni su YouTube, per la regia di Giuseppe Iadonisi, la sua canzone prende forma attraverso il volto dell’autore e quello della protagonista, una donna con gravi disturbi mentali e il conseguente dramma di una vita in manicomio, i vecchi istituti dove un tempo erano relegati quanti vivevano una particolare fragilità psichica.
Rosa, nome di donna e di fiore, emblema di grazia e gentilezza; ma anche Rosa di spine, l’arma per difendere se stessa, perché nelle fragilità è più facile ritrarsi che aprirsi alla possibilità di rinascere. La sua, è la storia di tante donne che l’artista di Piedimonte Matese ha conosciuto nella propria esperienza da musicoterapeuta: “Non una, ma tante storie che negli anni hanno sfiorato la mia vita e che ho sintetizzato nel brano che abbiamo appena rilanciato”.

L’atmosfera sonora è prevalentemente acustica e intima”, spiega il cantautore confermandosi abile sperimentatore, “e poggia su armonie che ricordano alcuni mood musicali francesi degli anni ’20 del secolo scorso ma con audacia armonica tipica del jazz”. C’è sempre del personale nei pezzi di Sally Cangiano; ci sono vita quotidiana ed esperienza lavorativa, ma soprattutto la volontà di esplorare le storie dal di dentro: in Rosa la superficie è trapassata per consentire all’ascoltatore di entrare nell’anima del racconto fino a riemergere con il gusto dolce-amaro che non è né vittoria né sconfitta ma consapevolezza di cosa sia accaduto, consegnandoci la riflessione che interroga ciascuno sulle responsabilità collettive nel confronti di certi ‘ultimi’ come emerge dai versi finali: “Rosa lasciata fore a nu cunvento (…)/Rosa scacciata comm a nu demonio/ Chiusa tint’ o manicomio/Sulo p’a voglia e libertà”.

La verità di Rosa sta anche in una visione giovanile di Sally; una ragazza incontrata frequentemente sulle strade della sua città, era solita muoversi a piedi o con un trasporto fortuito da un paese all’altro: finché un giorno la sua assenza  è diventata apprensione sul perché non si vedesse più; segnava un tempo ed un’epoca la sua presenza, ed integrava l’identità del contesto sociale di quel tempo. La dimostrazione che ogni Rosa anonima non lo sarà mai del tutto. Al di là delle molteplici ispirazioni, il brano “è dedicato a tutte le persone. In ognuno di noi c’è una Rosa, c’è stata o probabilmente ci sarà un giorno. Non per forza così gravemente ferita come la protagonista della mia storia, ma velatamente manifesta perché in realtà non esistono i migliori”.

Un cast di grandi artisti ed amici accanto a Sally per concretizzare l’intero album. Se per il video la maestria di Giuseppe Iadonisi e Francesco Iadonisi miscelano competenze musicali e fotografiche armonizzando suoni e immagini, altro faro si accende sui musicisti che hanno affiancato Sally Cangiano per la registrazione dell’intero album e per i quali non esita a spendere parole di stima e riconoscenza: “Al pianoforte il musicista barese Peppe Fortunato di una delicatezza incredibile. Basso e batteria sono affidati a due campioni del timing e dell’eleganza: Pierpaolo Giandomenico detto Cipo e Felice di Turi”, questi ultimi membri della sezione ritmica del gruppo musicale di Checco Zalone.
Rosa, come l’intero album è stato registrato al Mast Studio di Bari per la “Bobo records“; gli arrangiamenti sono stati affidati a Pino Mazzaranofantastico in questo lavoro di dettagli e come chitarrista” conclude Sally, riconoscente al suo staff per il risultato raggiunto.

 

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